•Capitolo XXVII

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— Padre! — sbotto, e rendendomi conto di aver urlato, modulo il tono della mia voce: — Insomma... qual buon vento di porta qui?

Lui avanza di un passo e aumenta l'intensità del suo sguardo, per quanto sia possibile. — Tu... — sibila, — dimmi che non hai combattuto con i noxious.

Oh... diamine! — No... — farfuglio.

— Non mentirmi, ragazzina! — ringhia. Lascia vagare il suo sguardo finché non si ferma su Derek. — Quindi... fammi capire: ti butti in una missione suicida, tu, Regina dei maghi e delle streghe per un... popolano? E poi perché? Ne ho visti di più belli — mugugna.

— Ma certo, un popolano di stirpe reale, figlio degli ex sovrani — sbotta Derek, — e comunque, tanto per la cronaca, dove li avrebbe visti? Tra i maghi? Ma per favore — bofonchia, alzando un sopracciglio.

Prevedo un'imminente catastrofe.

— Stupido ragazzino — mormora. A un tratto sgrana gli occhi con un improvviso nervosismo. — Tu... tu sei il figlio di quel bastardo! Io ti ammazzo! — Mio padre si lancia su di lui con una velocità impressionante, perciò ho solo un attimo per reagire: mi interpongo tra loro nel tentativo di bloccarlo nonostante non ottenga l'effetto desiderato: vengo buttata a terra come fossi una piuma.

Ancora tramortita al suolo, il rumore di passi si fa sempre più nitido. — Che diavolo fa, signore? Lasci subito stare il mio fidanzato!

Spalanco gli occhi e di fronte a me vedo Cathrin, con le braccia sui fianchi come se solo con quella parola avesse acquisito un potere illimitato. Mi alzo di scatto e mi asciugo il sangue sul braccio con movimenti pacati.

Questa volta sono io che mi getto su Derek, imprecandogli contro in maniera non proprio regale. Alya e Thomas mi bloccano per miracolo, tenendomi ognuno per un braccio proprio quando i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza.

Sbuffo facendo sollevare qualche ciocca dei miei capelli mentre lui mi fissa divertito. — Lasciatemi! — strillo, ma i due non allentano la presa. — È un ordine!

— Spiacente altezza, ma siete fuori controllo, e come dice il codice abbiamo il dov...

— Vaffanculo! — grido contro Thomas. — Padre... digli di lasciarmi andare!

Lui resta impassibile.

— Quello è tuo padre?! — sbotta Cathrin, scioccata — E l'hai mandato qui per fare una scenata a Derek? Sei così... patetica!

I miei occhi diventano di brace.

— Ma chi diavolo sei tu? Vattene, non lo vedi che stiamo facendo una normalissima riunione di famiglia? — avanza Iris sempre più irritata dalla ragazza.

— E tu chi sei? — domanda mio padre, stizzito.

— Sono una normale uma... no scusa Teddy, non ce la faccio — si rivolge al fratello, ormai sul punto di scoppiare a ridere. — Mi chiamo Iris — Sia Derek che mio padre sussultano.

— Puoi ripetere? — chiede Derek con un filo di voce, improvvisamente impallidito.

— Sono quattro lettere, non è complicato — sbuffa, — vuoi anche lo spelling? — I due alzano il sopracciglio nello stesso istante.

— Lasciatemi — mormoro verso Alya e Thomas, — sono calma, ve lo giuro. — Loro annuiscono e lasciano le mie braccia. Mi massaggio i polsi indolenziti e poso il mio sguardo su Derek. — Lo smeraldo... bella pietra, non è vero? — sussurro con un sorriso lieve, mentre lo vedo serrare la mascella. — Come mai l'hai scelto? — Inclino il volto. Alya soffoca un grido. — Scommetto — mormoro, avanzando di un passo, — che se io ora ti baciassi, tu non ti tireresti indietro.

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