Dolore dolore e ancora dolore. Tutto ciò è estenuante.
Mi sveglio di soprassalto; c'è meno luce del solito e la mia vista è stranamente appannata, c'è qualcosa che non va.
— Alya! — urlo, massaggiandomi la testa; lei accorre preoccupata, mi guarda spaventata. — Sai che ore sono?
— Ma vaffanculo! — ringhia, liberando un sospiro di sollievo. —Esistono gli orologi, lo sai? — Alzo gli occhi al cielo. — Come siamo messi con la ragazza? — chiede ritornando calma.
— Ma, vedi tu... — sbuffo, alzandomi dal letto. — Tu le hai dato un calcio in faccia, io ormai sono fuori, trai le tue conclusioni.
— Cosa vuol dire che sei fuori? — domanda, nervosa. Io le racconto brevemente ciò che è successo. — Deficiente! L'abbiamo persa, cavolo! — Si sbatte un cuscino sul viso, mentre io sospiro sconsolata: è vero, non ho mai pensato alle possibili conseguenze del mio gesto e sono stata decisamente avventata. — Ora muoviti, andiamo a scuola, chiaro?!
— Agli ordini. — sbuffo, non riuscendo a trattenere il mio sopracciglio, che si inarca verso l'alto.
L'aria oggi è particolarmente frizzante, ma ciò non fa che aumentare il mio senso di inquietudine: è tutto troppo splendente, troppo raggiante e luminoso, e questo mi dà ai nervi. Dannazione! Perché oggi mi sento così diversa?
Osservando il cielo terso, mi accorgo come sia vuoto il mondo che mi circonda: l'aria fresca, pulita e nitida fa supporre che questa possa essere una normale giornata di primavera, ma in realtà è pieno inverno. Solo un'illusione.
Una fitta alla testa mi pervade.
— Mi stai ascoltando? — Un'Alya infastidita irrompe nei miei pensieri: tiene le mani sui fianchi e batte nervosamente un piede per terra.
— Ehm... no. Dicevi? — Non provo nemmeno a cercare una scusa, certa che mi avrebbe scoperto.
La stizza si dissolve improvvisamente sul suo volto, mi guarda spaventata. — Hai le labbra cerulee... e le tue mani stanno tremando...
— Cos... — Mi porto una mano di fronte al viso, ondeggia visibilmente. — va tutto bene! Sono solo un po' stanca, non ho dormito molto questa notte. Aumentiamo il passo? O arriveremo in ritardo, e non ho voglia di sorbirmi un'altra ramanzina dalla Mashall. — La prendo per mano e la trascino di peso di fronte all'entrata dell'edificio. Sembra visibilmente scossa, così cerco di intraprendere un nuovo argomento, ma non riesco a pensare a niente.
Solo sibili sconnessi nella mia mente.
C'è una connessione... ora la connessione è più forte...
— Basta, per favore basta... — sussurro, chiudendo gli occhi e prendendo un profondo respiro.
Non farlo, ti prego non farlo...
Quelle parole, espresse con così tanta malinconia, provocano in me un immediato malessere all'altezza del cuore.
— Non farlo! — urlo immediatamente, tremante. — Non puoi!
Gli studenti si voltano tutti verso di me, sconvolti.
— Ma che ha?
— L'ho sempre detto che è un po' strana...
Mi manca il fiato, appoggio le mani sulle mie orecchie e le premo disperatamente su di esse, mentre il dolore si sta espandendo inesorabilmente in me.
Credimi, per una volta è meglio che tu non ci sia.
— Vattene! Esci dalla mia testa! — singhiozzo, disperata. Alya mi guarda atterrita.
Due persone mi prendono per le braccia e iniziano a trascinarmi dentro la scuola, con studenti e professori che mi guardano tra il divertito e lo scocciato.
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Withered
FantasyUn importante incarico segna la vita di Abigail, nobile strega dal sangue reale: ricondurre a sé il potere liberato da un immenso incantesimo, incastonato nell'anima di una giovane umana. Esso determinerà la caduta o l'ascesa del suo regno, a discap...