Prologo

1.9K 71 13
                                    

Respira.

Pensa. Rifletti.

Concentrati al massimo.

Non farti distrarre. Isolati dal mondo esterno. Ora ci sei solo tu, nessun altro.

Brividi. Brividi freddi lungo tutta la schiena. Battono i denti, come la prima volta.

E' incredibile come dopo tanto tempo le sensazioni rimangano sempre invariate.

Concentrazione. Ci siamo.

Tre fischi. Un ultimo respiro profondo.

Un fischio lungo. Sul blocco.

A posto...

Partita!

L'acqua è gelata, i muscoli tremano per un attimo al contatto. Ma non farci caso. Non devi farci caso.

Hai 200 metri da affrontare; al momento ti sembrano un'infinità. Ma se ci pensi, sono solo quattro volte 50 metri. Non è nulla. Se non fossero al massimo delle tue capacità. Al tuo 120%. A delfino.

Esci dalla subacquea che sei avanti a tutte. E' una fortuna avere il tempo migliore della batteria: le avversarie sono più facili da controllare.

Infrangi l'acqua con le tue braccia; una volta, due, tre.

Il delfino forse è lo stile più bello da vedere: è sinuoso, è armonico. Ma allo stesso tempo infonde un senso di potenza, di forza, di grande abilità e coordinazione.

Affronti la prima virata. Poi la seconda, e sei sempre in testa. Ma quella in corsia sette laggiù non ti molla, la bastarda. E' sempre lì, a pochi decimi di secondo da te.

Ultima virata. Okay, basta ora. Non importa quanta energia sei riuscita a conservare durante queste prime tre vasche, devi esaurirla. Tutta. Arrivare in fondo, contro la piastra, e sentire che non riesci più a muovere un muscolo. Avere la conferma che più di così non potevi fare.

Ultima virata. Subacquea.

NO!

Nonono, ti prego no! Non un'altra volta! Non adesso!

Un forte dolore al petto, fortissimo.

Le braccia iniziano a cedere, la vista ad appannarsi. Il respiro, già faticoso dopo le tre vasche precedenti, è quasi impossibile.

Per favore, non di nuovo!

Manca solo metà vasca all'arrivo, non puoi mollare proprio ora.

Venticinque metri, venti metri, quindici metri.

La bracciata è forzata, le spalle rompono a malapena la superficie dell'acqua. Respiri ogni volta ora, sempre più avidamente.

La vista è così confusa. Sembra che giri tutto, intorno. Nausea...

E poi gli occhi si chiudono, il corpo sembra diventato di pietra.

Attorno, solo acqua.

Poi buio.

Il cloro: la nostra drogaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora