Capitolo XI

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"Ragazzi, oggi è l'ultimo allenamento dell'anno!" esclama Francesco, emergendo dalla porta dello spogliatoio maschile, seguito dagli altri ragazzi.

"Che gioia" commenta con voce piatta Serena.

"Buongiorno, atleti – ci saluta il mister, giunto a bordo vasca. – Sempre che possiate essere definiti tali."

"Sono io, o è una cosa normale il fatto che non abbia trovato divertente l'osservazione?" sussurro all'orecchio di Giada.

"No, è una cosa normale."

"Siete pronti per l'ultimo allenamento dell'anno?" continua retorico il mister.

"Eccone un altro" sospira Serena.

"Cos'è questo mortorio? Oggi l'allenamento sarà molto divertente, vedrete."

"Nel senso, divertente per noi – interviene Ale – o divertente per te?"

"Direi divertente per entrambi."

"Allora siamo a posto" sento commentare qualcuno alle mie spalle.

Il mister batte energicamente le mani e gli schiocchi rimbombano nella piscina vuota. "Forza, in acqua. Fate 500 metri sciolti, poi vi porto le tavole."

Un paio di minuti più tardi, siamo tutti in vasca per il riscaldamento. Iniziamo con una noiosa serie di 12 da 100 con la tavola, l'ultima vasca con scatto; poi una serie in base 75 mista. Al termine di questa, il mister ci fa uscire dalla vasca per spiegarci l'esercizio che intuiamo essere il principale di stamattina: "Ci divideremo in cinque corsie da tre o quattro. Al mio fischio, i primi di ogni corsia partiranno con 10 flessioni; potete usare i materassini che ho allineato dietro ai blocchi. Al secondo fischio, salirete sul blocco e al terzo partirete con un 25 in regressione a stile con tuffo, mentre quelli dietro partiranno con le flessioni, e così via. È tutto chiaro?"

Francesco alza la mano per farsi notare. "Quindi il fischio del tuffo dei primi coincide con l'inizio delle flessioni per i secondi, giusto?"

"Esatto – risponde il mister. – Così risparmieremo tempo. E il fischio del tuffo degli ultimi in partenza sarà il via alle flessioni dei primi dall'altra parte della vasca."

"E quante volte è da fare il giro?" chiede una delle ragazze.

"Sono 20 da 25 in tutto."

Ora è Daniel a prendere la parola: "Ed è tutto a stile?"

"Sì, ma non è obbligatorio. Se volete, potete alternare lo stile al proprio stile."

Il mister ci concede qualche secondo per confrontarci e per esprimere sottovoce il nostro negativo giudizio sulla serie, ma finiamo tutti per annuire ed iniziamo a suddividerci nelle varie corsie. Io parto seconda in corsia cinque, alle spalle di Francesco e appena davanti ad Elisa.

Quando il mister emette il primo fischio, i ragazzi in testa alle file si sdraiano sui materassini e cominciano i piegamenti. Seguo attentamente i primi movimenti di Francesco, poi faccio scorrere istintivamente lo sguardo a destra e poi a sinistra, fino a concentrare la mia attenzione su Daniel. Tiene lo sguardo fisso nello spazio fra le sue ampie mani, le punte dei piedi ben piantate a terra, tutti i muscoli in tensione. Gli osservo le scapole che si allontanano e si riavvicinano ad ogni sollevamento, e i tricipiti contratti, e le vene sugli avambracci ingrossarsi. È probabilmente quello fra noi che si impegna di più, forse anche per il fatto che è il più grande, penso. Non deve essere più giovane di Ale, comunque. Chissà perché ha deciso di unirsi a noi.

Un altro fischio e i ragazzi davanti a me si alzano e si preparano sui blocchi. Io già mi inginocchio sul materassino, per iniziare le flessioni non appena il mister dà loro il via. Partiti. Mi metto carponi sul materassino e sollevo le ginocchia. Piego i gomiti, lentamente, inspirando mentre avvicino il viso a terra ed espirando mentre distendo le braccia. Le spalle fanno male già dai primi piegamenti, anche a causa dell'affaticamento accumulato in questi pesanti giorni di allenamento. A partire dal sesto, le braccia e le gambe tremano visibilmente, ma mi impongo di resistere. Come posso essere una brava delfinista se non riesco neanche a resistere a dieci flessioni?

Il cloro: la nostra drogaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora