IV

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Mi sistemai meglio l'anello con sopra una rosa, quando mi accorsi che attorno al mio dito c'era già un alone scuro.

-Stupido anello.- mi lamentai togliendomi l'accessorio e lanciandolo dentro al mio armadietto.
Mi voltai verso l'anta dove avevo appeso un piccolo specchio e osservai il mio viso: il trucco era ancora in ordine nonostante fosse appena finita la quarta ora, mentre i miei capelli erano un disastro. Ci passai una mano in mezzo cercando di domare la mia chioma, quando vidi una mano pallida afferrare i miei capelli e spostarli sull'altra spalla mostrando il mio collo. Subito dopo delle labbra si posarono sulla mia pelle scoperta provocandomi un brivido lungo tutta la schiena.

Istintivamente chiusi gli occhi beandomi di quella sensazione, ma appena la mia mente si ricollegò con la realtà spalancai gli occhi e mi allontanai girandomi verso il ragazzo.

-Che stai facendo?- chiesi acida.

-Hey, tesoro. Che succede?- ammiccò Luke mettendomi una ciocca dietro all'orecchio e avvicinandosi a me.
Da quando l'avevo portato con me nel bosco e mi aveva accompagnato al cimitero non mi lasciava un attimo.
Questa cosa in realtà non mi disturbò molto: mi piaceva l'idea di avere una sorta di schiavetto sempre con me.

-Niente e non chiamarmi così.- dissi mentre gli toglievo la sua mano dai miei capelli.

Sul volto di Luke comparve un sorriso beffardo: amava provocarmi.

-Oggi pensavo di fare un salto all'industria.- dissi mentre chiudevo il mio armadietto.

-Come mai?- mi chiese Luke appoggiandosi contro gli armadietti.

-C'è un ragazzo che mi interessa.- alzai le spalle vaga e mi girai verso di lui accorgendomi dell'incomprensione delle mie parole -Che ovviamente non sei tu.- mi affrettai ad aggiungere notando il suo sguardo.

-E allora chi è?- Luke incrociò le braccia davanti al suo petto come per sfidarmi.

-Il ragazzo senzaLa  nome.-

A quelle parole Luke si accigliò.
-Il ragazzo senza nome?-

-Si.- riposi seccamente -Vorrei conoscerlo.-

-Lo sai che non parla, vero?- mi prese in giro Luke e la sua espressione mi fece venire voglia di prenderlo a schiaffi.

-Sei così superficiale.- mi lamentai -Per conoscere una persona non bastano le parole.-
E mentre dissi così lo lasciai da solo nel corridoio.

~~

La mia macchina era ancora rotta a causa della mia ignoranza verso le macchine e i motori.
Avrei chiamato qualcuno ad aggiustarla.. Prima o poi.
Così mi diressi a piedi verso l'industria abbandonata.
Era una giornata abbastanza fredda, ma la mia giacca di pelle mi copriva abbastanza da permettermi di stare bene, anche se il mio naso era leggermente arrossato.

I miei passi erano svelti e si confondevano tra la folla newyorkese ma più mi avvicinavo alla mia meta più ero sola.
Le strade erano più rovinate e i palazzi sempre più bassi fino a quando notai uno spiazzo vuoto e poi il palazzo bianco davanti a me.
Rallentai il passo mentre mi avvicinavo e quando fui abbastanza vicina i miei occhi furono catturati da un ragazzo seduto su una panchina mentre la sua testa era buttata all'indietro.
Non riuscii a vedere il viso ma sapevo chi era.

Mi avvicinai a lui e, nonostante il vento pungente di New York, notai che le maniche della sua felpa grigia erano tirate su oltre il gomito.

Mi avvicinai ancora di più e, quando ormai c'erano solo due metri di distanza tra noi, notai la solita siringa, ma invece di essere per terra quella volta si trovava ancora nella sua vena dove era colato del sangue che si era già seccato.

Apeiron || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora