III

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La vidi.
I suoi capelli neri erano soffici e mossi.
I suoi occhi vivi.
La sua bocca rossa si estese in un sorriso come quelli che mi faceva sempre quando ero piccola.

-Alice.- la sua voce era ancora calma e melodica.

Amavo quando mi chiamava così. Solo lei poteva.

Mi avvicinai piano a lei.
Le sue guance erano rosee e donavano a lei vitalità.

Inconsciamente sorrisi anche io.

-Ciao. Come stai?- le chiesi piano come se il volume della mia voce potesse romperla.

Non mi rispose. Continuò a sorridermi.

Mi avvicinai ancora di più prendendole la mano. Era calda.

-Perché non mi rispondi?-

Lei continuò a guardarmi senza rispondermi.

-Mi senti?- continuai a chiederle.

In quel momento il suo sorriso si spense e le sue labbra diventarono bianche.

Il suo respiro si bloccò in gola e la pelle diventò fredda, quasi ghiacciata.

Io rossore sulle sue guance scomparve e gli occhi si ribaltarono all'indietro.

-No, ti prego. Non di nuovo.- la implorai tenendole ancora la mano nella mia.

Dopo poco la giovane donna cadde a terra e il nostro contatto cessò.

-Non mi lasciare ancora.-

Si formò un piccolo taglio sulla sua gola dove iniziò a uscire il sangue.

Premetti con le mie dita sul taglio cercando di fermare il liquido rosso che mi sporcò le mani.

-Ti prego, non voglio stare da sola.- piansi.

Passai le mie mani sul suo viso cercando di svegliarla ma le sporcai solamente la pelle chiara.

-Promettimelo.- sentii bisbigliare piano.

-Cosa? Cosa ti devo promettere?- piansi.

Aspettavo di vedere di nuovo le sue labbra muoversi, ma rimasero immobili.

-Rispondimi.- le implorai piano mentre le lacrime correvano sulle mie guance.

La afferrai per le spalle ma il suo corpo cominciò a scomparire tra le mie mani.

-NO.- mi svegliai urlando.

Ancora quell'incubo.
Non mi abbandonava da anni ormai.

Mi passai una mano sulla fronte e la trovai bagnata di sudore.

Guardai fuori dalla finestra. Le gocce di pioggia si infrangevano sul vetro e scivolavano verso il basso.

Poi posai il mio sguardo sul mio telefono.

"7.39
Mercoledì 17 Settembre."

Mi accorsi che era il suo compleanno, così mi alzai e tirai fuori dal mio cassetto una rosa blu, la sua preferita.

L'avevo comporta a posta per il suo compleanno qualche giorno prima, ma il fioraio l'aveva solo rossa, così decisi di dipingerla.

Il fatto di averla sognata quella notte mi aveva fatto venire ancora più voglia di rivederla e non vedevo l'ora di arrivare alla meta.

Mi preparai velocemente e mi avviai verso la mia macchina.
Appoggiai la rosa sul sedile e infilai le chiavi girandole ma il motore non voleva partire.
Ci riprovai più volte arrendendomi al fatto che la mia macchina era rotta.

Apeiron || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora