V

117 10 1
                                    

-Mi devi delle spiegazioni.-

Alzai la mia testa dalla sigaretta e vidi Luke in piedi di fianco a me.

-Mh, io direi di no.-
Portai di nuovo la sigaretta alle labbra e buttai fuori il fumo mentre Luke prese posto di fianco a me sulla panchina.

-Non si può fumare a scuola.- disse improvvisamente interrompendo il silenzio che era calato tra di noi.

Alzai le sopracciglia e mi voltai verso di lui.
-Sei serio?- sbuffai incredula.

Questa volta uscì uno sbuffo anche dalle labbra di Luke.
-Non vuoi parlarmi, vero?-

-Perspicace.- lo presi in giro.

Sbuffò di nuovo e appoggiò la schiena contro la panchina come se fosse esausto.
Di me.

-Non ti capirò mai.- disse così piano che quasi il rumore del vento copriva le sue parole.

Mi girai a guardarlo.
Indossava una giacca di jeans sgualcita e un po' troppo grande per lui. Sotto aveva una maglia nera come i jeans, mentre i capelli erano scompigliati come se si fosse appena alzato.
I gomiti erano appoggiati alla panchina mentre il suo sguardo era concentrato su qualcosa in lontananza, forse neanche lui sapeva cosa.

Sentendosi osservato si girò a guardarmi: i suoi capelli erano un completo disastro mentre gli occhi erano contornati da occhiaie enormi e il viso pareva stanco.

Mi osservava come se si aspettasse delle parole da me.

-È proprio questo il punto.-

~~

-Fragola.- dissi porgendo lo yogurt e un cucchiaio al ragazzo davanti a me.

Quel giorno sembrava pulito, ma mi ricredetti quando alzò la testa e vidi i suoi occhi rossi.

Accennò un sorriso e prese nelle sue mani il cibo.
Lo osservai per un po' mangiare per poi sedermi di fianco a lui sul marciapiede della strada.

-Hai freddo?- gli chiesi notando che indossava solo una felpa leggera ma il vento era veramente freddo.
Mi fece cenno di no e tornò a mangiare.

-Dovrei darti un nome.- diedi voce ai miei pensieri -'Senza nome' ti toglie l'identità, ma tu ne meriti una.-

Mi girai a guardarlo per riuscire a capire quale nome potesse stare bene con il suo viso.
-Richard.- mormorai -O forse è meglio Sam.-
Spostai il mio sguardo verso l'orizzonte ragionando su quale nome dargli mentre mi mordicchiavo un dito.
Aveva un viso molto particolare che non accettava molti nomi e mi trovai in difficoltà.

-Calum.-
Una voce roca interruppe i miei pensieri e quando capii da chi proveniva mi girai incredula.
Era roca come se non parlasse da giorni. E in effetti era quello che faceva.

-Come scusa?- chiesi ancora tra le nuvole.
Il fatto che mi avesse parlato mi aveva colto inaspettatamente e non riuscivo a collegare.

-Calum.- disse ovvio -È il mio nome.- si portò alla bocca un'altra cucchiaiata di yogurt.

-Calum.- bisbigliai e solo in quel momento capii quanto quel nome stesse bene con i suoi lineamenti.

Rimasi a guardarlo finire il cibo per poi buttare il barattolo per terra.
Il cucchiaino, invece, lo leccò in modo da pulirlo e poi se lo mise in tasca.
Sapevo benissimo a cosa gli sarebbe servito.

-Perché mi tratti così?- la sua voce mi fece provare dei brividi sulla mia pelle.
Non mi sarei abituata tanto facilmente.

-Così come?- i suoi occhi mi guardavano sinceri.

Apeiron || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora