VI

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-L'hai aggiustata?- chiesi mentre giocavo con uno straccio.

Me ne stavo comodamente appoggiata al muro del mio garage mentre Luke era sdraiato sotto la mia macchina cercando di aggiustarla.

-Non ancora.- sbuffò -Potevi chiamare un meccanico.-

Alzai gli occhi al cielo.
-Tu l'hai rotta tu l'aggiusti.-

Lo sentii sbuffare di nuovo e dopo un po' scivolò fuori da sotto la mia macchina.

-Passami dell'acqua.- si portò il braccio sulla fronte e l'asciugò dal sudore.
Presi una bottiglietta d'acqua appoggiata sul tavolo e gliela lanciai. Con un gesto veloce lui l'afferrò, l'aprì e cominciò a bere.
Le vene delle braccia si erano gonfiate a causa del duro sforzo a cui erano state sottoposte mentre il resto del corpo era pieno di macchie nere, soprattutto la sua canotta bianca.

-Allora? L'hai aggiustata?- gli richiesi per la milionesima volta e, con le labbra ancora collegate con la bottiglia, mi indicò lo sportello della macchina.
Mi sedetti nel posto del guidatore e girai le chiavi che erano già inserite.
In quel momento la macchina si accese e il rombo del motore riempì tutto il mio garage facendomi esultare. Saltai giù dalla macchina e andai a battere il cinque a Luke.

-Ottimo lavoro.- mi congratulai.

-Sei in debito.- sorrise malizioso.

-In debito?- chiesi incredula -Sei tu che hai rotto..- non riuscii a finire la frase che mi trovai le labbra di Luke sopra alle mie.
Cominciò a baciarmi con foga cercando di connettere le nostre lingue ma lo spinsi via da me.

-Che stai facendo?- chiesi più arrabbiata che sorpresa.

-L'altro giorno ci hanno interrotti.-

-L'altro giorno non stava per succedere niente, proprio come oggi.- lo corressi alzando un po' la voce.

-Oh, andiamo.- si lamentò il biondo passandosi una mano tra i capelli unti -Non ti sto chiedendo di diventare la mia ragazza o cazzate del genere. Voglio solo piacere in cambio di piacere.- il mio viso si contrasse non ancora convinto -Non ci rimette nessuno di noi due. Io faccio stare bene te e tu fai stare bene me.-

-È una cosa da malati mentali.- dissi incrociando le braccia al petto.

Luke si avvicinò a me e poggiò la sua fronte contro la mia -Perché, tu non lo sei?-
Entrambi sorridemmo alla sua domanda e sentii di nuovo le sue labbra contro le mie, ma quella volta non mi opposi.

Mi sentii sollevare dal pavimento e Luke cercò di aprire lo sportello posteriore, quando ci riuscì mi distese sui sedili e con movimenti rudi finì ciò che aveva iniziato.

~~

Ero seduta sul letto di mia sorella spettandola rientrare.
Il mio sguardo scrutava la stanza trovandola vuota: c'erano solo un letto e un armadio, tutto il resto aveva dovuto venderlo per permettersi la droga.
Ripensavo continuamente alle parole di Calum: è incredibile quanto la presenza di una persona possa cambiarti.
E fu li che mi venne un'idea.

Sentii la porta di casa aprirsi e chiudersi mentre dei passi si avvicinavano alla camera in cui mi trovavo.
Quando la porta si aprì vidi mia sorella entrare con il solito sacchetto e i soliti oggetti in mano e appena mi vide per poco non le caddero a terra.

-Che ci fai qui?- mi chiese cercando di recuperare un respiro normale.

-Ti porto in un posto.- le dissi alzandomi dal letto e camminando verso di lei.

-Non voglio venire al cimitero.- mi disse allarmata.
Da quando nostra madre era morta Loren non era mai andata a trovarla al cimitero, diceva che in quel modo lei pensava che fosse solo lontana da noi, ma non morta.
Avevo sempre rispettato questa sua scelta.

Apeiron || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora