Madison

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Non dimostro la mia età.
Chi mi vede per la prima volta pensa sempre di trovarsi davanti ad una 15enne.

Ho 17 anni, lunghi capelli color cioccolato e due grandi occhi azzurri.

Abito a New York con mia madre da un paio d'anni e frequento la Public School 102, quarto anno.

Prima abitavo a Manhattan, con i miei genitori.
Avevo 13 anni quando mio padre morì.
Era al lavoro.
Faceva il pompiere.

4 anni prima...

Drin.. drin...
Squadra 137

La campanella suona e Joseph sale sull'autocisterna. Prende la radio e preme il pulsante giallo.

"Joseph in attesa di istituzioni."

"Una piccola abitazione in fiamme. Duke Ellington numero 24." risponde l'addetta al centralino.

Joseph e la sua squadra partono.
Lui seduto sul lato passeggero è il primo a scendere e a prestare soccorso.
Mentre i suoi compagni eseguono le normali procedure, nota una signora sulla quarantina tenuta stretta da un uomo, probabilmente suo marito, che piange ed urla.

"I miei bambini! Fatemi entrare!"

Joseph si precipita a prendere una maschera ed entra nella piccola abitazione.

Sente le urla strazianti di una bambina, la raggiunge e la trae in salvo.
La madre però non smette di urlare perché il secondo figlio si trova ancora dentro.

Ritorna nell'abitazione, dalla quale esce sempre più fumo e sale all'ultimo piano. Appena vede il bambino, lo avvolge nella giacca della sua divisa e lo tiene stretto a sé, ma non dando alcun segno gli posa sul viso la sua maschera accorgendosi che l'aria era sempre più rarefatta e corre verso l'uscita.

Con il respiro affannato, mette il bimbo sull'ambulanza prima di accasciarsi a terra.

Viene subito chiamata un'ambulanza ma il suo cuore smette di battere ancora prima del suo arrivo.

18 maggio 2015
7.30

"Madison, svegliati!"

"Sì mamma ancora qualche minuto..." dico assonnata.

Quando mia mamma chiude la porta mi alzo di malavoglia, apro l'armadio, prendo un maglione leggero e un paio di leggings e vado a farmi una doccia veloce.
Dopo essermi vestita mi trucco con un filo di eyeliner e rossetto fuxia.

Scendo, bevo velocemente un bicchiere di succo d'arancia con una brioche alla crema, prendo la borsa e vado a scuola.

Appena scesa dell'autobus Hanna e Jessica mi vengono incontro.

"Ehy ciao ragazze -dico ancora prima che loro possano aprire bocca- che succede?"

Jessica mi mostra il suo cellulare sul quale compare il profilo Facebook di un certo Aaron Stevenson.

Lei adora adora farsi gli affari degli altri perciò è sempre incollata ai social network.

Ammetto però che è un ragazzo davvero molto carino.

"Mi ha chiesto l'amicizia." dice Jessica emozionata.

"Anche a me. Non è che magari l'ha inviata anche a te?" mi chiede Hanna.

"Non lo so, ora controllo." dico prendendo il mio telefono dalla borsa. Lo sblocco, accendo la connessione dati e apro Facebook.

"Sì anch'io ho ricevuto una sua richiesta d'amicizia."

La cosa però non ci risulta affatto strana dato che noi siamo migliori amiche.

"Accettiamo?" chiedo indecisa.

"Ovvio!" esclama Jessica.

La campanella suona e noi entriano nell'edificio.

Mi dirigo verso il mio armadietto e prendo il libro di biologia.

14.00

Usciamo dalla scuola e ci diamo appuntamento a oggi pomeriggio a casa di Hanna.

Prendo l'autobus e torno a casa.

"Mamma, sono a casa!"

Vado in cucina, mi siedo di fronte a lei e iniziamo a mangiare.

"Com'è andata oggi tesoro?"

"Bene, ha consegnato le verifiche di geografia, ho preso 7."

"Mmmh, brava."

"Mamma... oggi pomeriggio posso andare a casa di Hanna?"

"Certo, basta che tu invece non vada in giro con un gruppo di ragazzi. "

Ah già dimenticavo, mia madre vuole conoscere ogni ragazzo prima, per farsi un'idea di che tipo sia. E su ciò è molto intransigente.

"No mamma, saremo solo io, Hanna e Jessica."

"Ah, allora va bene."

Finisco di mangiare, sparecchio il tavolo e me ne vado in camera mia.

15.45

"Mamma io esco!"

"Va bene tesoro, non fare tardi."

"Sì mamma."

Esco e mi dirigo verso casa di Hanna.

Suono il campanello e sua madre, che mi viene ad aprire mi indica direttamente le scale.

Salgo rivolgendole un sorriso e busso alla porta di Hanna.

"Hanna sono Madison."

"Entra pure."

Apro la potra e loro sono già lì, sedute sul letto davanti al computer.

Mi tolgo le scarpe e mi unisco a loro.

"Ho capito che è bello ma ora basta guardarlo." dico accennando una risata.

"Già, troppo bello." mi rispondono in coro come se fossero ipotizzate da quel ragazzo.

Aaron identityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora