Five. Games Room.

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"La confessione, estorta tra i tormenti, è l'espressione del dolore, non già l'indizio della verità."

Francesco Mario Pagano, Considerazioni sul processo criminale, 1787.


La stanza 101,  ripeto nella mia mente.
La stanza dei giochetti: così la aveva definita Menhit appena ero arrivata al laboratorio.
"Vogliamo solo aiutarti", dice la donna: d'altronde, era la stessa frase che diceva da 17 anni, ci ho fatto l'abitudine, ormai.
Menhit apre la porta della stanza per farmi entrare e così faccio.
Mi siedo: la sedia di ferro è sempre molto fredda e il contatto con la mia schiena mi fa rabbrividire.
Guardo dall'altra parte del vetro che ho davanti,aspettando la persona a cui sarei dovuta entrare nella mente: di solito sono criminali, stupratori, psicopatici.
Stephen.
Sgrano gli occhi.
"Cosa gli avete fatto", chiedo, senza scandire il punto interrogativo.
"Suvvia cara, gli abbiamo solo fatto imparare la lezione", risponde Menhit.
"Non si insegnano lezioni torturando la gente!", le urlo.
Guardo di nuovo il ragazzo, è uno spettacolo..raccapricciante.



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