Eight. Your innermost thoughts.

155 34 8
                                    

"La memoria di ogni uomo è la sua letteratura privata."
(Aldous Huxley)

C'era un bambino che piangeva sulla strada, abbracciandosi le gambe con una mano mentre con l'altra si copriva la bocca.

Era ancora molto piccolo: aveva nove anni.

"Mamma, papà", continuava a ripetere, mentre fissava l'orrore davanti a lui: una donna bellissima, bionda, dagli occhi verdi, vestita con abiti eleganti, era sdraiata per terra senza vita, come il corpo del marito dai capelli marroni e gli occhi dello stesso colore, anche lui vestito in modo elegante.

Il colosseo, in lontananza, faceva da sfondo a quell'orrore.

...

Adesso era dentro a una bellissima villa vittoriana e davanti ai suoi occhi c'era un uomo anziano.

"Lo sai che non è colpa tua, Stephen", diceva.

Stavolta dalla finestra si poteva ammirare la Torre Eiffel.

...

Quella in cui era adesso doveva essere la camera di Stephen.

Vedeva del sangue.

Poi a un certo punto, si ritrovò in bagno.

Stephen aveva un panno macchiato di sangue sopra i polsi.

...

"Bravissimo Stephen"

La maestra lo stava lodando.

In biblioteca il ragazzo leggeva sempre vicino a una bellissima finestra che era fatta come quelle delle chiese: era suddivisa in pezzi,ognuno colorato in modo diverso.

Amava quella finestra, i suoi colori lo aiutavano a guardare il mondo in un modo tutto differente.

...

Stephen era cresciuto: aveva 15 anni e le ragazze cominciavano a notarlo.

Era cambiato.

Era incredibilmente bello ( non che ora non lo fosse più ): Le sue labbra rosee e i suoi occhi verdi erano incorniciati da capelli lisci e marroni, la sua figura traspirava molta delicatezza, e aveva già, anche se non impotenti, i muscoli.

Le braccia lasciavano vedere le sue vene.

"Se ti si vedono significa che stai bene, perché il sangue circola molto bene", gli aveva detto il nonno.

Ma non poteva stare bene dopo che aveva visto quell'orribile incidente..si ricordava benissimo ciò che aveva provato: avvertivo dolore, tristezza e..

A un certo punto, vedo tutto nero.

E'come se qualcuno mi stesse martellando la testa e così mi accorgo che il ragazzo sta sbarrando la strada che permette di arrivare ai suoi pensieri più nascosti.

Non è mai successo.

"Mi hai fatto male, stupido", sbotto tornando alla realtà e massaggiandomi le tempie.

"Ho visto cosa sei capace di fare e.."

"Eireen? Il kit medico!"

Ari apre velocemente la porta e getta dentro la scatoletta.

Guardo Stephen, le ferite sono a tratti profonde e così inizio a tamponarle con una garza e disinfettante.

"Eireen?"

"Mh?", rispondo, concentrata a metà sulle ferite, a metà fra quello che aveva fatto il ragazzo.

Into your mind.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora