Nine. Strong. Too Strong.

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"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci."
(Isaac Asimov)



"Va tutto bene?", mi chiede.
"Cioè, tu sei pieno di lividi e chiedi a me", mi indico, "se va tutto bene?", concludo.
"Non in quel senso.
Io ho come blocc..."
Tampono la sua pelle più forte e lui geme.
"Scusa" Scrollo le spalle.
Non è ancora pronto.
"Eireen, Menhit!" Ari sussurra aprendo la porta.
Io gli passo il kit medico e lui lo fa scivolare sotto un tavolo che gli stava davanti,appena in tempo.
Menhit, appena arrivata, scruta l'uomo con decisione e Ari indurisce i lineamenti: il fatto di essere di colore è per lui un vantaggio, in quanto la sua pelle, anche se arrossisce per le emozioni, non può essere distinta da altri colori tranne il marrone scuro.
Solo i suoi occhi parlano..e Ari è bravo a fargli dire ciò che desidera.
Mi ricordo quando avevo 5 anni e lui faceva finta di aiutarmi a combattere i mostri e a salvare persone.
Poi arrivava Menhit e diceva che il mondo aveva veramente bisogno di essere salvato e che io potevo fare grandi cose se solo avessi saputo usare il mio potere e lui faceva finta di non aver fatto niente.
Ero sempre stata molto mascolina nei comportamenti:da piccola non avevo mai desiderato una bambola, ma ci avevo giocato quando Menhit me ne aveva data una, "per sdrammatizzare", aveva detto.
Non ero mai stata una bambina che pretendeva molto,mi bastava un pezzo di stoffa, per essere felice.
Menhit passa lo sguardo da Ari a me.
"Allora? Ricordi cancellati?",chiede.
"No", rispondo.
"Eireen..da brava,esegui"
Incrocio le braccia.
"Benissimo",inizia.
"Hai ancora 24 ore..se non avrai eseguito entro il tempo stabilito, passeremo alle maniere forti.
Molto forti.",conclude.

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