IL SOLDATO

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IL SOLDATO


Già da quella mattina il maggiore Hank Patterson, comandante del terzo battaglione, quarto reggimento, della 170ª brigata fanteria dell'Esercito americano, basata a Baumholder, in Germania, si era accorto che quella sarebbe stata una giornata di merda.

Prima uno dei suoi HUMVEE era uscito dalla carreggiata, andando a schiantarsi contro una Volkswagen e mandando al pronto soccorso un'intera famiglia tedesca.

Poi avevano scoperto che tutta l'ultima partita di munizioni arrivata dagli Stati Uniti era difettosa; lo avevano ovviamente appurato nel modo peggiore: un M-16, durante un'esercitazione di tiro, era esploso in mano ad un soldato, staccandogli tre dita.

Infine, una partita di carne di maiale avariata aveva mandato in infermeria quasi metà del battaglione, colpita da una delle peggiori crisi di diarrea che avesse mai visto. Una degna conclusione. O almeno sperava che fosse stata la conclusione.

Erano più delle dieci e mezzo; seduto nel suo ufficio, scorreva alcune carte riguardanti il programma di addestramento; si passò una mano tra i capelli brizzolati, sentendosi molto più vecchio dei suoi quarant'anni; distrattamente, aprì un cassetto della scrivania ed estrasse un sigaro Austin ed una scatoletta di fiammiferi. All'interno della caserma Neubruecke sarebbe stato vietato fumare, ma dopo una giornata come quella, se qualcuno fosse venuto a rompere, avrebbe saputo dirgli chiaramente dove poteva mettersi i divieti. Tagliò una delle estremità del sigaro, mise in bocca l'altra e lo accese. Si meritava un po' di relax. Ancora una mezz'ora e sarebbe rientrato nel suo alloggio.

Capì che era successo qualche altro guaio nell'istante stesso in cui sentì bussare alla porta. Fu con una certa fatica che borbottò:- Avanti.

Il volto del caporale che, titubante, entrò nel suo ufficio tenendo in mano un fascicolo, gli confermò che non gli stava portando la notizia di una decorazione; il militare si mise sull'attenti; trattenendo a stento il nervosismo, gli disse:- Riposo, caporale Garbin.

- Buo..buonasera, maggiore. Temo di non avere buone notizie.

- Oggi è la giornata- rispose l'ufficiale, stropicciandosi gli occhi; tirò una boccata dal sigaro, poi aggiunse: - Che altro è successo?

- Ci è appena arrivata la notizia che alcuni dei nostri soldati hanno...beh...hanno avuto un alterco con dei civili tedeschi in un locale di Birkenfeld.

Al maggiore venne voglia di mettersi le mani nei capelli:- Un alterco?

Il caporale tirò un sospiro:- C'è stata una rissa. Tra un gruppo di nostri uomini, probabilmente ubriachi, e alcuni studenti dell'università. Pare che abbiano devastato un birreria in città. La comunicazione ci è arrivata dalla polizia tedesca. E sembra che abbiano arrestato sia gli americani che gli altri; sono tutti in prigione a Kaiserslautern.

Il maggiore si lasciò andare sullo schienale della sedia; poggiò il sigaro sul posacenere, poi borbottò:- Non è possibile. Sono meno di quattro mesi che siamo qui ed è già la quinta volta che qualcuno del mio battaglione finisce in galera! Per ora il record è cinque tutti assieme.

Il caporale deglutì:- Temo che questa volta abbiano polverizzato il record, signore.

L'ufficiale lo fissò, con gli occhi stralunati:- Di quanti arresti stiamo parlando, caporale?

L'urlo del maggiore fu udito anche fuori dall'ufficio:- Come sarebbe a dire "ventisette"?!?!

In una delle celle della prigione statale di Kaiserslautern un uomo alto e bruno, sui trent'anni, con le spalle larghe, giaceva su una branda, le mani intrecciate dietro la testa; indossava una lacera e sporca uniforme da ufficiale, con le mostrine da tenente dell'esercito americano, e teneva un berretto calato sugli occhi pesti. Sembrava profondamente addormentato, ma alzò immediatamente la tesa del copricapo quando un'ombra si stagliò fuori dalle sbarre; un uomo dai capelli brizzolati, almeno dieci anni più vecchio di lui, lo fissava con le mani nelle tasche dell'uniforme e uno sguardo a metà tra il divertimento e il compatimento.

Il giglio infrantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora