AUTOPSIA ALIENA

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Al dottor Piero Benocci, docente di biologia evolutiva alla Normale di Pisa, non piaceva affatto svegliarsi presto. Vent'anni prima, da neo-laureato, aveva scelto la carriera accademica anche per quello: evitare gli orari incatenanti di un normale lavoro. A volte la ricerca richiedeva tempi improbabili, ma tutto sommato, il fatto di poterli gestire da solo lo faceva sentire padrone della propria vita.

Perciò era rimasto piuttosto sorpreso e infastidito dalla chiamata del rettore Simoni, che, quella mattina, lo aveva tirato giù dal letto alle sei. E la quasi assoluta mancanza di spiegazioni non aveva migliorato il suo umore: tutto ciò che era riuscito a sapere era che doveva presentarsi il prima possibile al laboratorio di biologia. Mistero assoluto sul perché, maggiori spiegazioni solo all'arrivo. Aveva avuto la tentazione di rimettersi a dormire non appena riattaccato il telefono, ma anche in un mestiere come il suo non era saggio dire di no al proprio capo.

Si trovò quindi ad entrare nell'edificio che includeva il laboratorio principale di biologia dieci minuti prima delle sette, con gli occhi neri che si chiudevano e i capelli sale-e-pepe in disordine. Era dalla chiamata del rettore che si chiedeva quale evento potesse richiedere una tale fretta e una tale segretezza. La sua curiosità aumentò quando giunse davanti alla prima porta del laboratorio, quella che dava sulla "stanza di preparazione"; il nuovo laboratorio di biologia era stato inaugurato solo da pochi mesi, ed era all'avanguardia in Europa; una delle maggiori novità era proprio la suddivisione in due stanze separate; nella prima avveniva una vera e propria disinfezione di tutto il personale, in modo da mantenere sterile il centro ricerche. Un buon sistema per non contaminare i campioni.

Di fronte alla porta c'era il rettore, già vestito con un camice bianco ed i capelli grigi che uscivano da una cuffia da ospedale, ma non era solo: con lui c'erano altre quattro persone. Ne riconobbe due come i suoi migliori assistenti: la bionda e sinuosa Silvia Casini e l'occhialuto Simone Carfora. Non conosceva gli altri due, ma le divise blu e i cappelli con il distintivo rendevano chiaro il loro mestiere.

Se venne sorpreso dalla presenza dei suoi assistenti, i due poliziotti lo spaventarono: sembravano fare la guardia all'ingresso. Che stava succedendo?
Il rettore gli strinse la mano:- Dottor Benocci, benvenuto. Mi dispiace di averla fatta venire qui a quest'ora con i suoi assistenti, ma il suo aiuto è estremamente necessario. E urgente. Perciò non perdiamoci in convenevoli ed entriamo. Le spiegherò tutto mentre vi cambiate.

Prima che lo scienziato potesse chiedere qualcosa, Simoni digitò un codice su una tastiera vicina alla porta, e questa si aprì con un sibilo da sottovuoto.
Entrato nella prima stanza, dopo un breve saluto ai suoi assistenti, che sembravano sorpresi e assonnati quanto lui, Benocci iniziò a infilarsi il camice sterile. Intanto il Rettore cominciò a parlare:- Cercherò di spiegarvi in breve la situazione: ieri sera mi è giunta una mail estremamente riservata dal questore di Firenze. Mi avvertiva che stava per mandarci un "esemplare" che avremmo dovuto analizzare. Ha usato proprio la parola "esemplare". Non ha spiegato di cosa si trattasse. Ha provveduto però a precisare che si trattava di qualcosa di assolutamente segreto, che il minor numero possibile di persone dovesse venire coinvolto e che la cosa era terribilmente urgente. Anche se ho accettato l'invio, ero piuttosto contrariato dalla cosa. Quando però, questa notte, è arrivata la spedizione...- riprese fiato, come se non fosse stato sicuro di come continuare – Beh, diciamo che ho capito il perché di tutta quella segretezza. Dopo averci ragionato un po', ho deciso di chiamare soltanto lei e i suoi assistenti più esperti. Nessun altro dovrà sapere niente di quello che al momento è contenuto in questo laboratorio.

Allacciandosi il camice, il sempre più curioso dottor Benocci chiese:- Perché proprio noi, signor Rettore?

- Si tratta di un esemplare biologico, e voi siete la migliore squadra di ricerca in questo campo di cui posso disporre. E il fatto che lei abbia anche un master in zoologia e uno in biologia evolutiva la rende ancora più idoneo.

Il giglio infrantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora