Lo stadio Artemio Franchi era avvolto da un insolito e angoscioso silenzio, quando Julian e Vasco vi passarono davanti. Quella che un tempo era una zona esclusivamente residenziale della città, appariva ai loro occhi come un cimitero, senza un'anima per le strade, con le luci delle case spente, le finestre sbarrate e i portoni ermeticamente chiusi; tutto ciò nonostante l'atroce caldo.
La guida procedeva con lo sguardo lucido e attento, sebbene non avesse chiuso occhio in tutta la notte; la visiera del cappellino da baseball era girata all'indietro e in una mano trovava spazio una pistola, un revolver Ruger vecchio di almeno vent'anni. A Julian, che quando l'aveva estratta dopo aver udito la sparatoria in lontananza, gli aveva chiesto il perché di quell'arma, Vasco aveva risposto:- Un ricordo di un vecchio amico. Era una di quelle persone fidate che mi accompagnavano nella Firenze sotterranea. La porto sempre con me, perché è stato lui ad insegnarmi che può sempre presentarsi qualcosa o qualcuno in grado di fotterti, ed è allora che devi dimostrare di essere pronto. Peccato che lui, quando è crollata una galleria, non si sia dimostrato preparato abbastanza.
La guida ancora non credeva che quanto aveva sentito nel pomeriggio potesse essere vero; al massimo riteneva che fosse in corso una sorta di attacco terroristico. Julian non si poneva neppure il problema, ma riteneva sempre più urgente raggiungere l'abitazione di Serena.
Questa smania fu ulteriormente alimentata prima dal suono di urla disumane e isolate raffiche di mitra provenienti da pressoché tutte le direzioni, poi da ciò che videro entrando in viale Calatafimi: non sembrava che tutti avessero ubbidito al coprifuoco, dal momento che diverse macchine giacevano rovesciate in mezzo alla strada; qua e là si vedevano macchie di sangue e, orribilmente ridotti, quelli che somigliavano a cadaveri. Vasco spianò il revolver e iniziò a muoversi a scatti, mentre il giovane americano avrebbe voluto correre verso la casa della ragazza.
Mancavano pochi metri per giungere a destinazione, quando i due oltrepassarono i resti di due blindati Puma, uno rovesciato e ancora in fiamme, l'altro sventrato e schiantato contro un albero; intorno, i corpi di diversi soldati, straziati come da un machete. Di fronte a quella scena da brivido Vasco Ceccherini iniziò a prendere in considerazione alcune alternative all'attacco terroristico: nessuno di quegli uomini sembrava esser stato ucciso da pallottole. Gli sembrava di essere finito veramente in un vecchio film americano: che cosa poteva aver provocato un simile casino? Forse, in fondo, avrebbe preferito non saperlo.
Julian passò oltre e si diresse con incosciente decisione verso il portone di casa Costantini, trovandolo sfondato. La mano della guida bloccò l'urlo che stava per erompere dalla gola del giovane: - Non mi sembra il momento di far casino, coglione!- disse a bassa voce, e, con circospezione, entrò, puntando la pistola di fronte a sé.
La casa era sconvolta, con mobili rovesciati, vetri infranti e macchie rosse fiocamente illuminate dalle poche lampade rimaste intatte; con orrore, Vasco quasi inciampò sul corpo dilaniato di un uomo: il padre di Serena, probabilmente. Sembrava finito in una affettatrice gigantesca, ed i suoi occhi vacui da cadavere riflettevano ancora un terrore assoluto. A Julian sfuggì un gemito, e la guida non stette a tappargli nuovamente la bocca, poiché aveva udito uno strano rumore provenire da quella che doveva essere la cucina.
Il fiorentino, con estrema cautela, si affacciò alla porta, e a quel punto fu come essersi smarrito definitivamente nei meandri del più profondo degli incubi: una creatura infernale, nera come un corvo, dalle forme di uno smisurato insetto, stava divorando la carcassa di una donna. Due mandibole da formica si facevano strada nella cassa toracica della madre di Serena, ormai ridotta ad un mucchio indistinto di ossa, carne e vestiti. Julian perse del tutto il controllo, emettendo una sorta di guaito:- Oh Cristo, no!
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Il giglio infranto
Ficção CientíficaCOLLINE DI FIRENZE, INVERNO: uno strano meteorite cade non lontano da Fiesole, lasciando uscire qualcosa che non sarebbe mai dovuto arrivare nel nostro mondo. ALCUNI MESI DOPO: Julian è un ragazzo americano, in vacanza studio in una delle più belle...