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La serata prosegue, e non so dire in quale modo essa va avanti.
Mi costringo a credere sia per l'alcoll, ma dentro me so che è per tutto quel mix di emozioni che quel bacio mi ha dato.

Decidiamo si spostarci dal locale e di sederci in una panchina più avanti.

È lei, o non è lei?
L'alcoll che ho in corpo mi annebbia la vista e non riesco a vedere bene chi sia questa ragazza che si sta avvicinando a noi....

È lei cazzo, l'ex di Peppe. Finalmente, o per sfortuna, la vedo di presenza, dopo averne tanto sentito parlare ed averla vista in foto.
È lei la troia, la traditrice,la..... non so neanche io come definirla.

Vabbè, penso, la città è piccola.
È normale incontrarsi e poi lui vuole me!
Lo guardo di sott'occhio per vedere se la guarda, ma incrocio subito il suo sguardo che divertito mi fissa, mentre parla di cose divertenti e superficiali.
Non si è accorto che sta passando, non l'ha vista neanche.

"Peppe, hai una cartina?!" Sento chiedere.
Non posso crederci.
Non posso realmente credere fino a che punto si possa diventare così ridicole, pur di elemosinare attenzione.

La osservo mentre Peppe, confuso, si alza e guarda prima lei con aria interrogativa e poi me, come per chiedermi che cazzotti vuole e se davvero è lì, il perché gli abbia chiesto una cartina dato che non fuma tabacco.

Lo osservo in silenzio e poi osservo lei.

Non posso dire sia una brutta ragazza ma è così vuota, priva di significato, che accende in me un senso di pena.
Giacca troppo corta e pantaloni troppo stretti. Non che denigri le persone in carne, ma dovremmo sapere cosa si adatti meglio al nostro fisico, invece di non accettarci e poi finire come lei:quasi soffocata nei suoi abiti e goffa nei movimenti per le evidenti taglie sbagliate che la stringono come un cotechino.

La guardo osservarmi,e sorridere come per mettere in atto una sfida o non so che.
Odio queste bambinate,e solitamente reagisco o andandomene o spaccandogli la faccia.
Così, solo per il piacere di farlo.

Ho pochi secondi prima di decidere cosa fare, e capisco che nessuna delle due opzioni è quella giusta.
C'è Peppe nel mezzo, il mio Peppe.

Lo prendo per la maglietta e lo tiro facendolo sedere accanto a me. Gli salgo nelle gambe e lo bacio.
Il silenzio la fa da padrona, solo il mio bacio ed il suo sorriso sono i protagonisti.

Mi giro per guardarla, mostrandole il mio sorriso migliore. Un sorriso che vuole semplicemente dirle con educazione che è il caso vada via.

Ed il suo sguardo mi da la certezza di aver fatto la scelta migliore.
Occhi aperti, forse fin troppo, bocca a forma di O e sguardo indecifrabile.

Alzo una mano e le faccio il segno di via, dopo di che guardo Peppe ed inizio a ridere baciandolo e baciandolo ancora.

Non le resta altro che andare via, e ripassare qualche minuto dopo senza neanche il coraggio di guardare.
Forse ha compreso che se si fosse fermata nuovamente, avrebbe rischiato di andare a passare la notte all'ospedale.

Finalmente è mattina,mi sono dimenticata di chiudere le serrande. Se non fosse stato per la luce, non avrei di certo aperto gli occhi se non all'ora di pranzo.
Decido di andare a scuola.
Mentre mi preparo sorrido al pensiero di ieri. Ma torno ad essere cupa ripensando a me e Peppe. Si, mi piace. Ma io non posso, non devo.

Durante l'ultima ora, decido sia il caso di parlare con Peppe, così gli mando un messaggio chiedendogli di venirmi a prendere. Ovviamente all'orario di uscita è lì fuori.
Dio com'è bello.
Decidiamo di non ritirarci a casa, per pranzo.

"Peppe io sono confusa. So che ti ho baciato, che ho fatto tutto quel teatrino con quella ecc, ma io non mi sento, devono ancora passare due anni. E poi mi sembra tutto troppo strano, non vorrei che tu stessi accanto a me per dimenticare lei, cioè dopo poco più di un mese che sei uscito da una storia di 4 anni, non puoi volermi così tanto come dici"
Dico, senza distogliere lo sguardo dal suo.

Voglio cogliere ogni suo movimento, voglio cercare di capire se lui pensa ogni minima cosa che mi ha detto, se ho ragione io nel mio stupido discorso.
Anche se dentro me, so che lui è sincero.

Lo vedo incupirsi,spalancare gli occhi e cercare nel mio sguardo una qualche motivazione al mio discorso.
Sto facendo ciò che lui una volta mi fece notare, la conoscente/amica di giorno, l amorevole Carmen di notte, lo confondo, lo capisco.

Sono di ghiaccio, mentre lo guardo sistemarsi nella sedia ed abbassarsi affinché il suo viso sia vicino al mio.

"Io sono sincero. A me piaci veramente! Ed è assurda la storia che hai detto, può essere eccome il mio comportamento! Perché io a lei non l'ho mai amata! Non la sopportavo, ero costretto da mia madre, nessuno dei miei amici l'ha mai potuta vedere! È come se fossi stato single! Tu, dopo 4 anni che sei single ti sentiresti pronta ad avere una vita, un amore, no?! Ecco io sono pronto! Cosa vuoi che faccio???" Mi chiede affievolendosi.

"Va da lei. Parlare per l'ultima volta,vedi se realmente le tue parole corrispondono al tuo animo, al tuo pensiero. È la cosa più giusta. Anche se non l'amavi, non è giusto chiudere una storia di 4 anni come avete fatto voi"

Mi guarda perplesso.

"Ma io me ne sono finalmente liberato, e sono riuscito anche a fare stare zitta mia madre visto che l'ho lasciata dopo averla colta in flagrante mentre mi tradiva! Non voglio tornarci, per parlare di cosa poi?! Per averla fra i piedi che mi rompe i coglioni per l'ennesima volta?!"

"Devi farlo Peppe. Lo devi a te stesso. Così da avere la coscienza pulita un giorno."

Nel frattempo mi ha già accompagnata a casa.
Scendo dall'auto.

"Chiamala ora, vacci"
"Ok, lo faccio solo perché me lo stai dicendo tu."

Gli sorrido e chiudo lo sportello.

Entro dentro il portone e dopo averlo chiuso mi siedo a terra, a causa di un giramento di testa.

Cosa diavolo ho fatto?! Come ho potuto mandarlo fra le braccia di quella?! Lui è mio. Potrei mandargli un messaggio e farlo ritornare, ma non è giusto. Lui non è un gioco, da sballatolare dove lo si voglia!

Ho la morte nel cuore, non me l'aspettavo.
O forse non volevo aspettarmelo.
So solo che probabilmente doveva andare così. Ogni cosa ha un suo perché.
Se è destino, domani saremo di nuovo in quella dannatissima macchina.

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