POV DI CARMEN
Lunedì. Non sono mentalmente pronta ad andare a scuola, non ne ho voglia.
Ma devo, mi bocceranno anche quest'anno altrimenti. Siamo ancora quasi a fine settembre e già ho una settimana di assenze a carico. Grazie a Dio sono maggiorenne, e posso firmarmi da sola la giustificazione per esse.I ricordi della serata di ieri fanno capolino nella mia testa. Quello sguardo, quei sorrisi, quelle mani che mi afferrato per il polso e mi fanno sedere nelle sue gambe.
No Carmen, non devi pensarci. Ricordi? Chiedo a me stessa. Ricordi la tua regola? Nessuna relazione se non passano minimo 4 anni.
Ne sono passati solo 2. Ancora non è il momento. E poi lui non è il tuo tipo, penso ricordando la frase che mi ha detto la prima sera che l'ho conosciuto.Guardo il telefono, nulla. Vedo solo che per l'ennesima volta dovrò entrare a seconda ora.
Cerco di mettermi d'accordo con delle mie compagne per entrare alla lezione successiva è grazie a Dio le convinco.
Appuntamento "al lippo". (Una strada stretta, dove la muffa la fa da padrona e dove nessuno dei professori potrà vederci)Mi sbrigo a prepararmi, non posso permettermi di perdere il treno e non entrare, anche oggi.
E poi mi farebbe bene parlare con le mie amiche, di ieri. Credo.Arrivo alla stazione, e prendo il mio solito caffè ed il mio solito shot di tequila limone e sale. Penso che sia una merda essermi ridotta a fare colazione così, tanto meno quando sono ancora brilla dalla sera precedente.
Finalmente le vedo e smetto di pensare. Penso solo a loro, ai loro problemi, e va bene così. Le amo davvero,so che per me ci saranno sempre e non posso fare a meno che provare a proteggerle da tutto, anche se in silenzio.
"Buongiorno, entri oggi?!" Peppe.
Non credevo mi mandasse un messaggio.
"Sisi oggi devo entrare per forza! Si ci vede" non credo sia realmente ciò che voglio. Ma anche le mie amiche dicono che non posso mancare ancora, di già.Mi dirigo verso la scuola, il pensiero rivolto a lui.
"Vieni?" La mia mano scrive ed invia il messaggio prima ancora che potessi capire cosa stessi facendo.
"Dimmi dove sei, arrivo" la risposta immediata. Sicuramente aveva già il telefono in mano."Ragazze, devo andare. Non entro" so che sto sbagliando, so che non dovrei, ma io devo. Non so il perché ne ho bisogno, ma è diverso dalle altre volte nelle quali non sono entrata.
"Sono alla stazione, al borgo." rispondo semplicemente.
Non mi risponde più. Forse mi ha lasciata in tredici, non so che pensare. C'è da dire che sono passati solo pochi minuti, le strade sono affollate. Ma allora perché non risponde?!
Eccolo. Vedo l'opel tigra nera opaca,arrivare ad una velocità forse esagerata.
"Ehi, non ti ho risposto perché stavo guidando" sorride. E lo vedo scendere.
Cosa diavolo sta facendo? Mi chiedo.Apre la portiera, salgo.
Non mi era capitato mai che qualcuno mi aprisse la portiera. Forse l'unica cosa che mi è stata mai aperta è stata la porta di casa quando dimentico le chiavi, rifletto.
Devo fumare, tutta questa tensione, questo suo modo di guardarmi, mi agitano.
Gli guardo la mano mentre cambia le marce. Non avevo mai creduto che una mano potesse essere così dannatamente sexy."Dove vuoi andare?!" "Ci sei?! Carmen?!" Mi scuote dai miei pensieri, mentre lo guardo sentendomi così strana.
"Da Magrì" rispondo senza pensare.
Prendo il solito caffè, amaro. Vorrei prendere un altra tequila, ma non credo sia il caso farmi conoscere neanche il tempo.
"Perciò,si è fatto sentire Ronnie?!" Mi chiede. E posso anche scommettere di vederlo sorridere per un attimo.
"No, non si è fatto sentire più. Credo che sarà rimasto male per essere tornata con te..."
"È questo ciò che volevi, no?!"
"Ovviamente! Altrimenti sarei potuta tornare con chiunque altro"
"Capito" sorride "che ne dici di parlarmi di te? Di cosa ne pensi su come si ci debba comportare nella vita di coppia?? So che hai avuto brutte esperienze, e anche io"Ma da dove cazzo gli salta in mente di dover parlare nuovamente dei nostri ex?
"Penso che la libertà, il rispetto e la sincerità stia alla base di tutto. Tutto qui"
Sorride, mi da ragione. Inizia a ri parlare della sua ex. Davvero, non capisco. Perché mi parla di qualcuno della quale dice che non gli interessa nulla?! Che problema ha? Mi confonde, e questo non mi piace.
Decido di ascoltarlo, devo riuscire a capirci qualcosa.
Siamo amici, credo, o conoscenti comunque. Non posso certo dargli a vedere il fastidio che mi da tutto ciò.Forse la vuole, forse tiene ancora a lei e non ha il coraggio di dirlo.
"Sei sicuro che ancora non la vuoi?" Chiedo semplicemente.
"No, non ne sono sicuro".
Il mio cuore affonda, ma lo vedo ridere, anche se non capisco per quale ragione."Carmen, avevo pensato l'altra sera di dirtelo. Io parlo di lei perché non so che dire, come approcciarmi a te. E dopo tutto quello che mi ha fatto passare quella troia, volevo mettermi in evidenza, farti vedere che non sono il solito ragazzo, che sono apposto diciamo. Non sono bravo con le parole, credevo fosse il modo migliore per fartelo capire. Scusami se hai frainteso"
"Ah. Ma guarda che a me non interessa, non più di tanto almeno. Io chiedevo solo. Siamo solo amici, io l'ho detto sin da subito che non mi interessa stare con nessuno per almeno altri 2 anni" mento.
Sono indiscutibilmente felice, per ciò che mi ha detto. Anche se non ne capisco il motivo, non dovrei esserlo.Continuiamo a parlare del più e del meno, vorrei dargli la mano mentre guida. Ma preferisco evitare. Non voglio si faccia strane idee.
O forse, non voglio farmene io di idee strane. Anche se, probabilmente, le ho già fatte.
Torno a casa, e mi manca.
Potrei chiedergli di uscire stasera. Ma non credo sia giusto che a fare la prima mossa sia io.
Meglio andare a dormire."Usciamo insieme stasera?!" È lui. Salto nel letto, forse sto esagerando.
"In che senso?!"
"Nel senso tutti insieme, ma ti passo a prendere io! Che ne dici?"
"10 sotto casa mia!"
"Ok"E continuiamo a messaggiare con stronzate che riescono a farmi sorridere, davvero.
Cazzo!
Sono già le 9.
Devo sbrigarmi,anche se,come sempre ritarderò.Esco dal portone correndo ,consapevole di aver avuto ragione ,questo pomeriggio, quando pensai che avrei fatto tardi.
Sono le 11 e 30, per la miseria! Un ora e mezza di ritardo.Lo trovo li sotto che mi guarda dalla macchina, e le sue labbra carnose e chiuse si aprono in un sorriso da far perdere il fiato.
E quegli occhi, con quelle ciglia lunghissime che mi fissano, mi lasciano interdetta.Non riuscendo a trattenere la mia risata, forse un po' troppo fragorosa, entro in macchina salutandolo.
Andiamo verso il centro, come sempre, dobbiamo incontrarci con gli altri.Anche se ,forse, nessuno dei due ne ha voglia, ma di certo nessuno dei due è pronto ad ammetterlo.
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Verso cose più grandi
RandomPassionale, decisiva, emozionante. La storia della mia conoscenza e di quella di mio marito. Una storia reale, che ci porterà sino al giorno d'oggi, col proseguirsi dei libri. Solo il mio nome e quello di mio marito sono reali. Tutti gli altri nomi...