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Mi risvegliai la mattina dopo, abbagliata da un forte fascio di luce comunemente chiamato sole.
Mi stiracchiai e con un pizzico di pigrizia entrai nella galleria fatta in pietra, dove trovai un Calum Hood nel mondo dei sogni, accucciato sulla fredda pietra della caverna con le labbra leggermente dischiuse, i lineamenti rilassati e i capelli leggermente scompigliati. Era a dir poco adorabile. Come potevo non perdonare un ragazzo così? Forse avevo capito com'era Calum, quel ragazzo che all'inizio ti prende in giro e ride di te, ma quando inizia a conoscerti si scusa, e diventa premuroso e dolce. Era impossibile capire come da un giorno all'altro la voglia di prendermi in giro o litigare era finita. Forse era l'isola che aveva fatto cambiare il suo comportamento oppure doveva arrendersi al fatto di dover trascorrere chissà quanto tempo con me, una rompipalle di prima categoria su un'isola deserta chissà in quale parte del mondo, lontano da tutto e da tutti.

Rimasi a pensare vicino al ragazzo finchè non si svegliò sbadigliando mentre blaterava un quasi comprensibile 'buongiorno'.

"Giorno Thomas!" gli sorrisi furba.

"Smettila uffa!" mi spinse giocosamente mentre sbadigliava una seconda volta.

E così passammo un'intera giornata a ridere e a scherzare.

Dovevo perdonarlo, questo diceva il mio cuore. E giuro sulla mia vita che l'avrei fatto, e anche il più presto possibile.

Lost Island::c.t.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora