Finalmente apro gli occhi e mi ritrovo sulla spiaggia. Non mi sembra vero; perché fra tutti i posti in cui potevo capitare sono arrivata su di una fottuta spiaggia? Il passato non ha ancora smesso di giocare con me, è evidente. Per fortuna è deserta, ma data l'ora credo sia normale. Ogni tanto passano delle coppie che corrono sulla riva. È tutto così calmo, così tranquillo, non come quel giorno quando venni con Lui. I sussurri delle onde li odio, vorrei urlare e vedere chi avrebbe la meglio, ma già so la risposta. Appena provo ad aprire la bocca la voce non esce. Hanno vinto anche questa volta. Gli occhi mi si riempiono di lacrime, ma non voglio piangere, non voglio fargli vedere che ha vinto di nuovo, che si è preso un'altra parte di me, forse l'ultima. Nella vecchia scuola, prima che mi trasferissi, mi dicevano che in questi momenti avrei dovuto fare dei respiri profondi e andare avanti.
Uno....Due....Tre....Quattro... I respiri non avevano mai aiutato nessuno, anzi, forse peggioravano solo la situazione dato che erano la dimostrazione che non riuscivi a far finta di nulla, la dimostrazione che saresti rimasto bloccato lì per sempre.Eccolo. Sta correndo verso di me. Vorrebbe prendermi in braccio ma scappo. Mi rincorre. Sarebbe capace di arrivare anche in capo al mondo. Lo so. Le nostre risate si intrecciano con quelle dei miei genitori che ci guardano divertiti. Finalmente mi prende e mi butta in acqua. Le onde sono grandi. Sento le loro mani gelide su di me. M' inghiottono, ma non mi preoccupo perché Lui è con me.....Poi non respiro, mi sembra di aver sbattuto la testa contro qualcosa di solido. Lui si tuffa. Dopo poco mi prende. Non riesce a portarmi a riva. Vedo soltanto acqua, un blu accecante che mi soffoca. Ho la gola secca. L'acqua continua a togliermi il fiato. Poi qualcosa di granuloso mi graffia la schiena, s'insinua fra i miei capelli. Sbarro gli occhi e non riesco a muovermi. Delle mani mi prendono e mi portano questa volta su una superficie morbida. Le sue mani non ci sono. Richiudo gli occhi di scatto.
È la versione che mi sono raccontata per mesi, ma non ha rimosso i miei sensi di colpa ed il dolore. Il mare ha continuato a non fregarsene, nonostante l'avesse ucciso, nonostante l'avesse portato via da me, via da casa.
Cado a terra ed incrocio le gambe. Non mi è permesso piangere, in fondo è anche colpa mia.
Continuo ad ammirare con astio l'artefice della Sua morte. Una lacrima mi accarezza la guancia, le altre sono intrappolate.
Passano due o forse tre ore, il buio minaccia il cielo estivo. Sento dei passi. Si avvicinano con cautela. Hanno paura. Mi alzo di scatto e guardo per dieci minuti il tizio che mi si è avvicinato. Non lo riconosco quasi, poi ricordo. È Luc.
-Allora...Ce ne hai messo di tempo a trovarmi.-
È sconcertato.
-Pensavi fosse una caccia al tesoro?!-
- Il tesoro di certo non sono io.-
Resta zitto. Vedo che socchiude gli occhi ed assapora quel momento, assapora la spiaggia con i suoi suoni e i sapori. Un lieve sorriso gli si dipinge sul volto quasi calmo, i segni della preoccupazione sono ormai svaniti. Sembra perso.
- Io odio il mare.-
- Si, lo so.-
Mi prende il panico. E se lui sapesse davvero quello che è successo? È impossibile, ci conosciamo da troppo poco, come potrebbe essere al corrente del segreto della mia famiglia?
- Ma cosa dici? Tu non sai nulla! Non c'è un motivo perché lo odio. È così e basta. Chiaro?-
- Potresti stare anche zitta. Non me ne importa dei tuoi motivi. Pensavo fosse perché non sapessi nuotare.-
Io che non so nuotare?! Da quando? Avevo vinto anche una medaglia qualche anno fa... Quando partecipavo ancora ai corsi estivi.
- Comunque si. Io amo il mare. Se potessi mi piacerebbe vivere sulla spiaggia. Mi dà sicurezza. Stando qui mi sento libero.-
Ed ecco di nuovo la sua espressione che si addolcisce sotto l'influenza di quel suono ipnotico: la voce del mare.
Forse anche per me un tempo era così, prima che accadesse il tutto, ma non ricordo.
- Nessuno ti ha mai insegnato a nuotare?-
-Non sono fatti tuoi. E comunque io so nuotare.-
- Che tipa strana che sei. Prima dici che non sono affari miei e poi rispondi.-
Lo fulmino.
- Comunque pensavo fosse così. Tutti lo pensano.-
Quella frase mi spaventa a morte. Significa che lui è come tutti gli altri? Che davvero non ha capito nulla di me? È diventato la massa?
- Credi a quello che dicono gli altri?-
- Non sempre. Ma l'ho visto con i miei occhi. Tu non sai nuotare, oppure non vuoi.-
Può essere che non si è lasciato convincere dagli altri giudizi. Forse è qui per decidere se ne vale la pena stare con me. Non capisco se voglio parlargli o nascondere tutto... Ma con lui è così semplice. Nei suoi occhi non vedo ombra di giudizio. È qui. Resta. È pronto ad ascoltarmi. Ha detto quel "non vuoi" che lascia intendere tante cose...
Non facciamoci illusioni. Per me non c'è nessuno. Io non sono pronta. Non posso parlarne. Sarebbe come strapparsi la carne a morsi. Luc vuole soltanto perdere tempo, non conoscermi davvero.
- Alla festa, quando ti hanno buttata in piscina, sei rimasta immobile nell'acqua, non hai mosso un muscolo. Si, prima hai urlato. Ma una volta entrata non hai fatto più nulla. Perché? -
Eccola, la domanda da un milione. Quella che in pochi mi hanno fatto e alla quale in tanti hanno preferito rispondere al posto mio. Perché?
Quella maledetta festa in piscina. L'inizio del mio secondo incubo. La mia "nuova vita" rovinata. Sempre colpa dell'acqua. In piscina mi sarebbe piaciuto annegare. Morire com'era successo a Lui, nello stesso modo.
No. La mia sarebbe stata una morte da codarda. Lui invece era morto per salvare me. Ecco il problema. Lui era morto per colpa mia.
Inizio a girarmi intorno. Non voglio più guardarlo in faccia, non ce la faccio. Ha capito fin troppo.
- Mi hanno presa semplicemente alla sprovvista. Non me l'aspettavo.-
Persino io non avrei creduto a quella risposta. Restare immobile nell'acqua mentre si impadronisce di te non è normale. Lo sapevo fin troppo bene.
La sua risposta sarà di sicuro un "si certo, come no" o un "non ci credo".
- Ah, capita. Quindi tu sai nuotare?-
Non ha chiesto spiegazioni?! Non può essere. Avrò sentito male. Tutti vogliono saperne di più.
- Alaska..-
È il mio nome.... Credo.
- Si.... Io so nuotare. Ma è da tanto che non tocco l'acqua.-
- Per tua informazione hai il mare a due passi da te. È tutto tuo. Non c'è nessuno. Potresti addirittura farti il bagno nuda. Ormai è scuro.-
Per lui è così semplice.
Avrei potuto, vero. Il buio ci aveva inghiottito già da un paio di minuti ed ora scorgevo solo i suoi occhi magnetici che mi fissavano senza sosta. Fare il bagno nuda era fuori discussione, avrebbe rivisto il mio corpo nudo martoriato dal dolore. La prima volta forse non se lo ricordava, era troppo ubriaco e aveva fumato, ma la seconda non se lo sarebbe dimenticato. Neanche alla festa in piscina mi spogliai, rimasi con il pareo che le altre ragazze mi avevano prestato. Dopo la Sua morte avevo buttato tutto quello che ricordava il mare.
- Tu sei pazzo. Il bagno non mi va. Ma neanche vestita.-
- Non guarderei, sai...-
La sua ironia è tangibile.
- Non mi interessa comunque.-
Si toglie prima la maglia. Mi guarda di sott'ecchi e non posso fare a meno di squadrare il suo petto. Mi ricorda il Suo. Poi si toglie con tutta la calma di questo mondo i pantaloni e continua a scrutarmi con i suoi occhioni. Tutto in quel fisico mi ricorda Lui. Vorrei quasi correre ad abbracciarlo, ma so che abbraccerei Luc, non Claude.
- Ma di cosa hai paura Alaska? L'acqua non morde mica!-
Dei fantasmi del passato forse. L'acqua morde ed uccide, è diverso.
- Io non ho paura.-
La bugia del secolo.
- Non voglio e basta.-
Mi afferra il polso e mi tira verso di sé. Non è stupido.
- Non devi aver paura. Non puoi restar seduta qui a guardare il mare che continua ad avanzare sulla spiaggia mentre tu resti immobile. Prima o poi arriverá anche a te.-
Quelle parole. Non avrebbe dovuto. Voglio prenderlo a schiaffi. Sa di aver colpito nel segno. Ha un sorriso trionfante. Mi libera le braccia.
- Che vorresti fare?! Colpirmi?! Fallo pure. Ma dopo ti trascinerò in acqua. Anzi. Ti porto con me in acqua comunque. Devi superarlo.-
- Mi spieghi che cazzo vuoi da me? Che ti ho fatto? Perché vuoi uccidermi?-
- Prendila come una sfida personale. Ahahahah. E poi ad ucciderti non servo io... Ascoltami. Poi potrai andartene.-
Non ho il tempo di rispondere. Sa che per nulla al mondo ritratterei la mia posizione. Potrei dire che sa più cose lui di me che i miei genitori... Probabilmente non ricordano neanche il mio nome. Quando sono scappata di casa, il giorno dopo la fine della scuola, avranno messo a fuoco tutta la mia camera. Forse hanno anche buttato tutte le mie fotografie, così come quelle di.....Non concludo il pensiero che sento l'impatto del mio corpo nell'acqua gelata. Quello stronzo mi ha presa in braccio e mi ha buttata in mare. Se solo sapesse la verità. Non l'avrebbe fatto.
Apro e chiudo la bocca ma non respiro, sento solo l'acqua fredda che mi avvolge. Non so se voglio risalire, forse sarebbe meglio restare qui in eterno. Sembra esser passata una vita quando raggiungo il fondo. È sabbia. La sento sotto la testa. La tocco con i polpastrelli. È la stessa di quel giorno.
Apro gli occhi e riesco a vedere il cielo, anche le stelle. Non è profondo qui. Mi brucia tutto. Ho paura. I capelli sembrano aver preso vita e s'intrecciano intorno alla gola. Sto soffocando. Tocco finalmente con tutta la schiena sulla sabbia. L'acqua ora è così bassa.
Risalgo.
In realtà sono a riva, stesa. Non capisco. Le onde mi hanno riportata qui.
Sto piangendo. Adesso mi alzeró di nuovo e Lui non sarà nell'acqua a guardarmi, pronto a buttarmi di nuovo sotto.
- Come hai potuto farmi una cosa del genere??? Ti avevo detto che non volevo! Perché l'hai fatto??? Io non volevo!-
Gli sto urlando contro con tutta la forza che mi rimane. Luc è attonito ma non risponde. L'acqua avvolge metà del suo corpo, fino alle anche. Non si muove.
Aspetta forse che io mi calmi?
Non accadrá. Tossisco e cerco di riprendere fiato.
- Mi hai tradito! Sapevi che avevo paura, ma l'hai fatto lo stesso! Sei uno stronzo!-
Continua a non parlare.
- Perchè non dici nulla? Perché? -
- Alaska...Che ti è successo a mare?-
Un'onda mi accarezza le gambe e poi ritorna all'origine. Devo ricordarmi come si respira. Ho un vuoto nel petto. È come se mi avessero pugnalato. Non posso dirglielo. Non capirebbe. Mi chiamerebbe stupida. In fondo a tutti può capitare, sono io che non riesco a reagire, è colpa mia, così come avevano detto i miei.
Mi ripete quella fottuta domanda.
- Che ti è successo a mare?-
Vorrei aver perso la memoria, ma entrambi sappiamo che non è così.
Aspetta la mia risposta, lo vedo. Non è curioso né ha paura , la sua espressione è strana. Sembra...... Comprensivo.
Si avvicina e si siede accanto a me. Si gira nella mia direzione e continua ad aspettare. Non sembra aver fretta. Rispetta i miei tempi.
Non ero mai riuscita a parlarne con nessuna delle persone che conoscevo, tutte sapevano la verità, ma volevano sapere anche la mia versione dei fatti. Forse è per questo che i miei decisero di trasferirsi, si erano rotti delle occhiate compassionevoli lanciate dai vicini e delle parole di conforto che facevano venire soltanto il voltastomaco. Per di più lì mi ero fatta anche una brutta reputazione, quella dell'ingrata e della puttana. Mia madre non poteva accettare queste accuse rivolte al buon nome della sua famiglia. A me sinceramente non fregava.
Forse parlarne con Luc, che in realtà era uno sconosciuto, sarebbe stato più facile.
- Beh...Semplicemente il mare si è portato via Claude.-
Cercavo di essere il più scostante possibile, volevo fare l'apatica, ma i tagli che avevo su tutto il corpo non me lo pemettevano, mi ricordavano il dolore e la rabbia che avevo provato per due anni. Luc nel mentre cercava di capire, aveva bisogno di un chiarimento.
- Il mare ha ucciso mio fratello. Me l'ha portato via come sabbia. Se l'è trascinato come un sassolino giù, sempre più giù, a fondo. Il mare l'ha sopraffatto, ci ha sopraffatto. Ha distrutto la mia famiglia. Il mare ha ucciso anche me, mi ha portata via insieme a Claude.-
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Tutto cambia
General FictionNella vita niente resta uguale, tutto è in continuo movimento, in trasformazione. Alaska ha imparato dai suoi errori ed ora vorrebbe crearsi un'altra vita : troppe volte le persone che dicevano di essere sue amiche l'hanno delusa. vuole ricominciare...