Questa sarebbe stata l'ultima estate che avrei passato con mio fratello, dopo lui sarebbe andato all'università, in un paese chissà dove e a quanti chilometri di distanza da casa nostra. Ero felice, lo sognava da tantissimo, ma sapevo anche che questo avrebbe segnato la fine del nostro rapporto tanto speciale. Nonostante la differenza d'età eravamo piú uniti che mai, questa sarebbe stata una separazione dura per entrambi. Le promesse fatte non venivano mai mantenute, cosí come le nostre. Non ci saremmo sentiti due volte al giorno e lui non sarebbe tornato a casa per tutte le festività; lí avrebbe costruito la sua nuova vita ed io sarei rimasta qui, a fare i miei anni di liceo in totale solitudine. Gli amici di certo non mi mancavano, ma niente poteva sostituire l'affetto di mio fratello. Spesso avevo pensato di studiare nella sua università, ma non avrei seguito i miei sogni, sarebbe stato inutile per entrambi. Lui avrebbe avuto la sorellina piccola sempre fra i piedi ed io non avrei imparato nulla. Anzi, giá so che mi avrebbe cacciata fuori appena avessi messo piede nel campus; sapeva che non avrei mai raggiunto i miei obbiettivi in questo modo.
Questa era la nostra ultima estate insieme, poi tutto sarebbe cambiato.Papá guidava con prudenza lungo la costa mentre mamma guardava fuori dal finestrino con i capelli rossi al vento. Non dimostrava affatto la sua etá, sembrava piú giovane di una decina di anni. Sorrideva sempre quando uscivamo tutti insieme, come oggi. Mio fratello ed io eravamo seduti dietro, o meglio, cercavamo di restare seduti, perchè a turno ci facevamo il solletico e non smettevamo di ridere e gridare. Il cielo era coperto, ma il caldo non ci dava tregua, era umido. Il mare era di un blu profondo, un blu che non si dimentica facilmente, quel blu che ti porta a riflettere e perderti nei pensieri, perderti in quell'intenso colore. Non era giornata da bagno, ma non ci importava molto, quella sarebbe stata una delle ultime volte insieme.
Ed ecco la nostra spiaggia preferita: la riva sabbiosa ed il fondale ricoperto da enormi massi che davano vita a stupendi giochi di luce sul manto scuro del mare. Uno spettacolo, persino piú bello nelle giornate nuvolose.
Le gambe fremevano all'idea di tagliare l'acqua ed i muscoli erano pronti al cambiamento di temperatura, mancava soltanto mio fratello. Mi diressi verso la riva ed aspettai che un'onda mi travolgesse. Non rimasi lí per molto, dopo poco gli schizzi salati arrivarono sul collo, fra i capelli, sugli occhi, sulle labbra che stavano giá assaporando il gusto salmastro dell'acqua ed il bruciore che ne seguiva. Mi girai per guardare la mia famiglia: papá era intento a piantare l'ombrellone, anche se di sole ce n'era ben poco, Claude sistemava gli asciugamani e le cose da mangiare su di un telo, mamma era seduta sulla sabbia bianca ed osservava immobile l'orizzonte. La sua pelle si confondeva quasi con le pietrine chiare. Erano giorni che fissava il vuoto, senza un perchè; probabilmente la sua era semplice preoccupazione per il college, come tutti d'altronde; peró lei era diversa, restava cosí per ore, impaurita dai presagi.
- Claude! Ti muovi a venire? Prima che inizi a piovere! -
Forse, se avessimo potuto, saremmo rimasti in acqua anche dopo il temporale, peró quel giorno fu impossibile.
- Eccomi! Inizia a correre tu, che se ti prendo sei morta! Ahahahah.-
Il suono della sua risata. Mi manca più dell'ossigeno.
Fra i due era sempre stato il piú bravo, il migliore in tutto. Adesso che stavo crescendo me ne rendevo conto. Tutti i sacrifici che aveva dovuto fare per portare avanti le sue ambizioni, tutte le delusioni che aveva subito, tutte le soddisfazioni che era riuscito ad ottenere dalla vita impegnandosi come un matto. Questo era mio fratello, un ragazzo incapace di arrendersi. Io non ero riuscita a fare neanche la metá delle cose che aveva fatto lui, ora mi sembravano dei traguardi irrangiungibili.
Questa volta un'onda mi prese in pieno bagnandomi del tutto ed a quel punto Claude, vedendomi un po' stordita, passó all'attacco.
Quanto amavamo correre? L'intera spiaggia divenne il nostro campo di battaglia. Gli piaceva troppo vedermi in difficoltá, anche se questo accadeva il piú delle volte, le restanti barava per farmi vincere.
Correvamo. Correvamo. Correvamo a perdifiato, con l'aria fresca che lambiva i polmoni ed il vento che si impadroniva di noi, facendoci cambiare direzione, come le barche a vela, ci sentivamo liberi, pronti a spiccare il volo.
Le onde non cessavano e spesso erano troppo alte, ma non m'importava, io ero con lui, solo questo era importante, per ora.
Il tempo, scandito dai versi dei gabbiani, stava esaurendo ed il fiato, passo dopo passo, si affievoliva; non avrei resistito ancora per molto.
Le sue braccia forti mi sollevarono ancor prima del previsto e mi sembró di volare, chiusi gli occhi ed impressi quel dolce momento nella memoria; ora, quando avrei ripensato a questa gita in spiaggia, mi sarei ricordata del suo abbraccio e del suo odore cosí familiare e rassicurante che avevo sentito mille volte, e che altre mille avrei voluto ritrovare in casa, ma non ci sarebbe stato più. Le cose cambiano, anche quelle che non vorresti lasciar andare mai.
Claude continuava a lasciarmi volare e nel frattempo mi portava verso le onde sconvolgenti. Il rumore si faceva sempre piú vicino e gli schizzi aumentavano centimetro dopo centimetro. Mi reggeva ancora fra le braccia, finché l'acqua non mi avvolse nella sua morsa gelida.....
Se solo avessi continuato a correre....
Se solo non mi fossi arresa cosí facilmente....
Se solo avessi lottato per raggiungerlo....
Se fossi rimasta lì con lui, persa per sempre....
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Tutto cambia
General FictionNella vita niente resta uguale, tutto è in continuo movimento, in trasformazione. Alaska ha imparato dai suoi errori ed ora vorrebbe crearsi un'altra vita : troppe volte le persone che dicevano di essere sue amiche l'hanno delusa. vuole ricominciare...