Caccia al tesoro {Luc}

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I minuti passavano e di lei nemmeno l'ombra. Dicevo che non avrei dovuto perder tempo a preoccuparmi, perchè alla fine non era nemmeno un mio problema, ma non riuscivo a non pensare a quel viso devastato dal dolore e a quella voce rotta e rauca. Avrebbe dovuto buttare una busta... Mica le avevo chiesto di scalare una montagna?!
Dov'era finita?
Cercai di tenermi occupato ma si riveló piú difficile del previsto; cosí presi la prima maglia che vidi nell'armadio e corsi fuori a cercarla. Era impossibile che fosse scappata molto lontano, in fin dei conti non riusciva manco a reggersi in piedi! Non avrei dovuto lasciarla scendere da sola. Che stupido!
Mi avvicinai al cestino e vidi la busta che le avevo dato. Ma dov'era andata?! Aveva detto che sarebbe rimasta per qualche giorno. Ed io che l'avevo pure creduta. Mi aveva mentito, come sempre.
Anche a scuola faceva lo stesso con tutti, ma prima d'ora con me non era mai successo. Perchè avrebbe dovuto iniziare proprio ora a dirmi cazzate?
Dovevo trovarla.
Corsi fino alla piazza della chiesa e rischiai più volte di scontrarmi con un'anziana signora o un bambino. Il fiatone ed il caldo soffocante iniziarono a farsi sentire, ma non volevo arrendermi proprio ora. E se non l'avessi trovata? La paura cominciò a prendersi gioco di me e dopo un secondo mi vidi riflesso nelle svariate vetrine dei negozi a chiedere informazioni ai passanti.
- Ha visto una ragazza dai capelli neri? Alta piú o meno cosí?-
- No, mi dispiace-
- Mi scusi, ha incontrato per caso una ragazza vestita interamente di nero? Molto magra, piccola di statura...-
- Con tutta questa folla è impossibile, mi dispiace.-
-Ah, si. Grazie-
Ma perchè la stavo cercando se era stata proprio lei a scappare ? Per quale motivo, a me oscuro, avrei dovuto continuare questa pazzia?!
Controllai in ogni angolo, vicolo, negozio. Nessuna traccia del suo passaggio. Ormai la città si ergeva enorme alle mie spalle ed il brusio era solo un ricordo lontano. Il sole stava per scomparire all'orizzonte, era tardi e non avevo ancora nessuna notizia di lei. Sen'era semplicemente andata.... Cosa m'aspettavo di diverso?
Però c'era qualcosa che ancora non mi convinceva. Continuando a camminare per questa strada sarei arrivato alla spiaggia, ma era davvero improbabile che si fosse nascosta lí; da quello che ricordavo non sapeva manco nuotare. Altro motivo per cui i ragazzi della scuola la prendevano in giro. In un posto di mare era inverosimile non saper nuotare, in un primo momento gli altri non ci credettero manco! Come dimenticare quel giorno....Da allora Alaska stette al centro dei pettegolezzi per quasi un mese.
Era una delle prime feste a cui partecipava, le ragazze del suo corso l'avevano praticamente obbligata ad andare...Che stupide. Lei accettó e si ritrovó a bordo piscina con la musica a palla. Si era trasferita da poco.  Quando arrivó in giardino non dimenticheró mai la sua espressione persa in chissà quale pensiero, quale epoca. Tutti i ragazzi ormai si erano buttati in acqua ed erano ubriachi fradici; lei era l'unica sduta ancora sulla sdraio ed impassibile. Conrad inizió ad urlarle contro ed incitó gli altri - BUTTATI! BUTTATI! BUTTATI! -
Stava strafatto, come me d'altronde. Il boato delle voci aumentò ed un gruppo di ragazze la prese di peso e la buttò in acqua. Un secondo prima si erano sentite le sue grida - Vi prego no, non voglio. Ho paura. Io non so...-
Non finii la frase che giá si ritrovava al centro della piscina. Per poco non affogò e quando la tirarono fuori sembrava una matta, piangeva e non riusciva a respirare, era stravolta.
Ma paura di che cosa?
Quella fu la seconda volta che vidi Alaska.
Ecco la spiaggia, forse il mio posto preferito in tutto il mondo. Qui prendevo le decisioni piú importanti e difficili. Qui avevo deciso di trasferirmi e lasciare che mio fratello andasse a vivere da papá. Qui mi ero rifugiato tante volte dopo la morte di mia mamma, e sempre qui avevo portato Peter per dirgli che doveva andare a vivere in un' altra casa, che non poteva restare con me. Il suono delle onde era capace di calmarmi in qualsiasi situazione, sempre.
La spiaggia è deserta, ma ancora non mi convince. Decido di fare un giro. Dopo un'intera fila di stabilimenti tutti uguali, infatti, la vedo, o almeno credo sia lei. È seduta sulle pietre con le gambe incrociate e si tiene la testa con una mano, l'altra nel mentre prende dei sassi a caso e li lancia in acqua, quasi scocciata. I movimenti sono meccanici e mi pare che il suo corpo sia lì, ma la mente?
Dev'essere per forza lei, i capelli neri  a caschetto sono di sicuro i suoi, non c'è dubbio.
Non so che fare. Vorrei quasi urlarle contro che la sto cercando da ore, vorrei guardarla dritto negli occhi ed osservare la sua espressione piena di stupore. Mah, non credo. Resterebbe ferma ed impassibile, magari non mi ascolterebbe neppure. Molto da lei. Alla fine decido di avvicinarmi con calma e di fare il freddo, come sempre.
Silenziosamente vado verso di lei e le sto appena alle spalle quando fa un balzo e si alza improvvisamente in piedi, tremando e mi guarda con gli occhi iniettati di rosso e le guance scarne irrigate dalle lacrime. Standole così vicino mi rendo conto che è davvero piccola in confronto a me. La supero di una decina di centimetri e si potrebbe nascondere tranquillamente nel mio petto: nessuno la vedrebbe. Ma da quanto non mangia?
-Ah, sei tu.-
Dopo avermi fissato per buoni dieci minuti capisce chi ha davanti e si risiede di spalle.
Respiro l'odore del mare e sento il sapore del sale sulla lingua. Chiudo gli occhi per poco e poi mi accovaccio accanto ad Alaska. Fa come se non ci fossi. Ho quasi l'impulso di alzarmi ed andarmene, ma poi ci ripenso. Altrimenti a che sarebbe servito tutto questo tempo sprecato a cercarla? Vorrei capire che le passa per la testa, ma sembra una cassaforte, non è come le altre ragazze della scuola, facili da leggere nel pensiero. Resto impassibile e guardo il mare con lei. Ha smesso di tirare le pietre, è immobile, mi sembra che non respiri quasi più.... Poi sento la sua voce:
-Allora...Ce ne hai messo di tempo a trovarmi.-
Scorgo un'altro livido sul suo braccio.
-Pensavi fosse una caccia al tesoro?!-
- Il tesoro di certo non sono io.-
Preferisco non risponderle.

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