Capitolo 28

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Pov Charlotte

-Come?! Tu sei quella bambina?!- domanda stupito.

-Si, sono io. E tu non devi farne parola con nessuno di questa storia, soprattutto con tuo padre- lo minaccio puntandogli contro l'indice.

-Quando pensi di dirlo a Gabriele?- domanda serio e curioso allo stesso tempo.

-Ho aspettato un sacco di anni perchè voglio che sia lui a dirmelo, perchè è chiaro che lui ne sia al corrente esattamente come tuo padre. Se entro il prossimo mese non mi diranno nulla, allora lo farò io. Ma tu non devi aprire quella bocca o giuro che te la cucio con ago e filo, chiaro?!- lo minaccio alterata.

Sto facendo la cosa giusta? Lui è figlio di Lucifero, Principe della menzogna, sto facendo bene a fidarmi di lui? Beh mi aveva già scoperta quindi...

-Prometto che non dirò nulla-

-Posso fidarmi di te?- domando scettica.

-Si- dice guardandomi negli occhi.
Non so se sia la cosa migliore da fare, però voglio provare a stare al suo gioco per ora.

Dopo un po decidiamo di alzarci.

-Torni alla festa?- mi domanda lui.

-No, torno nella mia stanza. Ho un gran mal di testa- lui non dice niente e si limita ad annuire.

-Vuoi che ti accompagni, se stai male?- domanda tranquillo con una nota di premura nel tono di voce.

-No, ma ti ringrazio- una volta che mi sono assicurata che lui sia tornato alla festa...

-Puoi anche smettere di nasconderti...Amelia- dico rivolta verso un gruppo di alberi che creano oscurità. Da essa ne esce una donna bellissima.

-Ciao...Charlotte, è passato un po di tempo- dice la donna continuando ad avanzare verso la luce della luna.

-L'Angelo Demoniaco, conosciuta anche come Neutra...quale onore- dico le ultime due parole con astio, mentre la luce della luna rivela la donna che sembra divisa a metà.
I suoi lunghissimi capelli che le arrivano quasi alle cosce sono neri a sinistra e biondi a destra, il lungo vestito è bianco a destra, mentre a sinistra è nero, senza spallina e con un profondo spacco; ha una cintura argentata in vita e un diadema dorato in testa. La sua unica ala bianca piumata è a destra, mentre a sinistra ha un'ala nera come i pipistrelli.

-Tesoro, sai che non mi piace essere chiamata così...chiamami per nome- dice avvicinandosi ancora e sedendosi su una panchina invitandomi a fare altrettanto.

-Come sei bella, sei incantevole...loro sono fieri di te, ne sono convinta- dice sistemandomi i capelli.

-Oh smettila con questo astio nei miei confronti, è storia vecchia, no? E mi sembra di essermi sempre comportata bene con te, no?- dice con tono offeso.

-Cosa sei venuta a fare quì?- domando duramente.

-Beh...porto avanti il mio piccolo progetto di vendetta- dice sorridendo isterica.

-Non torcere un capello a Gabriella...è pur sempre una delle poche persone che mi è stata accanto quel giorno in cui credevo di aver perso tutto- dico abbassando i viso e incrociando le braccia al petto.

-In realtà mi serve come pedina, così come Erik- dice tranquilla.

-Non vorrai mica...non vorrai mica far si che infrangano le regole baciandosi e facendo scatenare una nuova guerra- dico fingendomi sconvolta, anche se in questi mesi l'ho sempre sospettato.

-Argomento delicato cara...ma a dirla tutta volevo dare il via ad una nuova razza...sai mi sento sola ad essere l'unica in questa situazione...- sorride maligna.
Oh no, non vorrà spingerli ad andare a letto?!

-Beh cambia il tuo piano, o il nostro accordo salta- dico freddamente facendola sussultare.

-Ricorda che ti ho aiutato a controllare i tuoi poteri-

-Vuoi che ti ricordi cos'hai fatto sedici anni fa? Hai un grosso debito con me, quindi vedi di togliere gli occhi di dosso dalle tue pedine- dico in collera.

-Tu non vuoi che io scateni una guerra?- domanda tranquilla.

-A dire il vero non lo so...ma se mi aiuterai, io rispetterò la parte del mio accordo tranne la tua vendetta- dico sincera.

-Mi stai chiedendo di far parte dei tuoi? Dici che Loro mi perdoneranno?- domanda con una nota di preoccupazione nell'ultima frase.

-Questo non lo so-

-Per oggi non farò nulla, e valuterò la tua offerta...non è semplice rinunciare alla vendetta-

-Lo so bene, difatti sto ancora decidendo se ucciderti o lasciarti in vita- dico fredda e tagliente.

-Se mai dovessi aver bisogno di me, chiama e io arriverò- dice. Prima di andarsene mi accarezza dolcemente una guancia.

Devo tornare in camera mia, consultarmi con le altre e riordinare le idee.

Monster Of The Dead: The SchoolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora