Capitolo 1

741 26 10
                                        

Era una gelida mattina d'inverno e il vento mi sferzava il viso, provocandomi un freddo che penetrava fino alle ossa.

Dovevo sbrigarmi se volevo arrivare in orario al negozio di musica dove lavoravo come aiutante : mettevo a posto gli strumenti e a volte conversavo con i clienti piu' esperti di me in fatto di partiti, spartiture e via dicendo... Lavoravo al negozio da circa un mese, da quando mia madre, con fare scorbutico, mi disse che avrei dovuto trovarmi un lavoro al piu' presto per potermi pagare le rette dell'università alla quale, sicuramente, sarei dovuta alloggiare il prossimo anno, dopo aver terminato l'ultimo fatidico anno di liceo. Il pensiero di dover abbandonare i miei compagni e amici per la nuova scuola,a Milano, così lontana da dove abitavo ora, mi scosse e cominciai a correre per poter arrivare al negozio cercando, possibilmente, di evitare l'ennesima ramanzina dal proprietario. Correndo arrivai per tempo e aprii la porta travolgendo il ragazzo che si trovava dietro quest'ultima. Il giovane cadde per terra ma si rialzo' poco dopo imprecando sottovoce.

Rialzandosi, mi accorsi chi ero quasi stata sul punto di "uccidere": Marco Mengoni!

Cominciai a sproloquiare una serie di scuse per farmi perdonare.

<< Ehm...>> balbettai, chiaramente colpita dall'imbarazzo della situazione.

<< Tranquilla, è tutto okay>>disse, assumendo anche lui un'espressione alquanto imbarazzata.

<< Scusami, ero di fretta e non ti avevo visto dietro la porta...>>

<< Non importa. Ma...tu lavori qui per caso?>> chiese , facendosi all'improvviso molto interessato.

<< Sì, beh, in realtà lavorero' al negozio come aiutante per un paio di mesi in modo da poter guadagnare qualche soldo per la retta dell'università...>> dissi, orgogliosa.

<< Ah, bene.>> disse, trattenendo a stento un sorriso.

Mi osservava, cercando di decifrare la mia espressione alquanto sorpresa. Infatti non capitava di certo tutti i giorni di trovarsi davanti un cantante così famoso e oltretutto anche molto gentile. Rimanemmo così a guardarci, quasi incuranti di quello che stava accadendo all'infuori di noi: eravamo nella nostra bolla di sapone.

E poi, Dio, i suoi occhi. Erano di un incredibile color cioccolato e mi scrutavano immobili, silenziosi, ma scuotendomi dentro come mai nessuno aveva fatto. Di scatto abbassai gli occhi, intimidita dal loro potere magnetico. Il cellulare, sfortunatamente, gli squillo', svegliandolo all'improvviso.

<< Scusami tanto, ma adesso devo proprio andare, la mia manager ha bisogno di me. Beh,allora ci si vede in giro. Alla prossima!>>

Mi volto' le spalle per aprire la porta,ma non prima di avermi scoccato un'occhiolino scherzoso. All'improvviso mi feci tutta rossa e non riuscii neppure a spiccicare parola dall'emozione. Mi scappo' un debole "alla prossima", prima che scomparisse dalla porta lasciandosi dietro una scia di un profumo che non conoscevo ,ma che alle mie narici risulto' molto gradevole.

All'improvviso la sua uscita dal negozio mi aveva delusa, quasi rattristata, ma scacciai subito quello stupido pensiero per poi tornare alle mie mansioni quotidiane.

IO TI ASPETTO|| MARCO MENGONI FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora