Capitolo 4

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Una volta arrivati al ristorante,  ci sedemmo ad un tavolo già prenotato dal "signore Mengoni"e ordinammo da bere.

Marco opto' per un calice di vino rosso, molto azzardato, mentre io mi decisi per un semplice bicchiere d'acqua, per evitare sbronze dell'ultimo minuto.

<< Allora, Giulia mia, vuoi cominciare a raccontarmi qualcosa di te? Oppure saro' obbligato ad andarmene>> disse, con fare furbetto.

Cavolo,  con questo inganno non potevo mica starmene zitta e lasciarmelo scappare così per sempre, no. Sarebbe stato solo un grosso errore di cui certo me ne sarei pentita il giorno dopo, o già la sera stessa.

Decisi di sfidare tutte le paure che mi tormentavano la mente, e parlai.

<< Beh, su di me non c'è molto da sapere...la mia vita non è di certo interessante come la tua. Viaggi, concerti, tour...sono l'ordine del giorno per te, giusto? Io invece mi devo confrontare ogni giorno con questa maledettissima scuola, la odio. Vedere ogni giorno persone arroganti e soprattutto cattive verso di me, guarda è una cosa vergognosa. Se potessi li pesterei a sangue, per come mi trattano certe persone .  Non sai quanto ci rimango male...cazzo, forse dovrei smetterla di parlare solo di me stessa, eh?>> dissi, con una lacrima incastrata tra le ciglia, che molto probabilmente da un momento all'altro sarebbe scesa, facendomi colare tutto il trucco a cui mi ero diligentemente occupata qualche ora prima.

<< Nono, tranquilla. In fondo sono io che ti ho incitata a parlare, quasi con la forza...devi scusarmi, davvero. Hey ma, Giuli, stai piangendo?>> disse assumendo un'espressione alquanto preoccupata.

<<No, tranquillo,  fa niente. Ormai sono abituata a confrontarmi con i mostri della mia adolescenza e della mia vita, in generale. Davvero, è tutto a posto , fidati.>> dissi, con voce rotta.

<< Hey, guarda, quando stai male o in qualsiasi momento tu abbia bisogno di una persona con cui parlare ci sono io, okay?>> disse, posandomi i pollici  sulle ciglia e strofinandoli delicatamente, cercando di asciugare le lacrime,che ormai uscivano a fiotti.

<< Si, si. Grazie davvero Marco, per l'aiuto e la disponibilità tua verso di me. Te ne sono grata.>> dissi, posando una mano sul suo palmo,  che intanto si era allontanato dal mio viso. A quel contatto Marco si fece tutto rosso ma, invece di mollarlo, aumento' ancora di piu' la presa, stringendomi forte forte la mia piccola mano, che sembrava così minuscola in confronto alla sua, grande e potente.

Ci fissammo per qualche attimo negli occhi, persi nella nostra immensità. Dio, ma cos'erano quegli occhi? La dolcezza, l'amore. Avrei potuto perdermici dentro per sempre.

<< Ehmm...signori, scusate se vi disturbo, cosa ordinate da mangiare?>>  disse la cameriera, apparsa all'improvviso, evidentemente in imbarazzo.

Al suono di quella voce estranea, ci separammo velocemente  e ritornammo composti come qualche attimo fa, prima della mia " scenata".

<< Ehm, si, ci scusi... io desidererei un piatto di spaghetti con vongole, per piacere.>> disse Marco, affamato.

<< Mentre io un fritto misto, grazie.>> dissi. Il fritto misto infatti era sempre stato il mio piatto preferito, fin da piccola.

<< Okay, perfetto!>>  La cameriera prese velocemente i menu e sparì dalla nostra vista come un lampo, lasciandoci soli soletti in quell'ampia sala da ristorante.

<< Allora, Giuli, vogliamo ora parlare di me? Ahaha, la mia non è una vita così perfetta come hai provato a descrivere. Sì, ci sono i concerti, gli incontri con i fan, molto divertenti, eccetera. Questa pero' è la parte bella del mio mestiere, in realtà ne esisite una piu' brutta. Posso farti un esempio. Ecco, il continuo odio degli haters verso di me, che a volte mi butta proprio a terra, mi fa soffrire dentro, davvero, non immagini quanto possa fare male...anche per il fatto che tutti pensino che sia gay. Cioè, ma guardami, ti sembro una femminuccia?>> disse, ridendo come un matto e gonfiando i pettorali, cercando di apparire virile.

<< Noo, certo che no. Poi, proprio tu non mi sembri il tipo. Sia chiaro, non ho nulla contro i gay, ognuno è libero di scegliere cosa essere, per carità, ma tu decisamente no.>> dissi. Divertita e anche un po' spiazzata dalla sua domanda, così intima.

<< Beh, per fortuna esiste gente come te e i miei fans, che mi supportano in tutto quello che faccio. Davvero, se non ci fossero loro, non so cosa sarei in questo momento...>> disse, facendo una faccina da cane bastonato.

<< Ohhh, noo, non fare cosiii,  Marcolinoo>> dissi, passandogli una mano tra i capelli e arruffandoli.

<< NO, questo no. Non farlo mai. Odio quando una persona mi tocca i capelli, e oltretutto me li scompiglia.>> disse,facendo il finto principino.

<< Ma daii, stavo scherzando. Comunque, quando arrivano questi piatti? E' da un'eternità che li aspettiamo >> dissi, ridendo.

<< Bohh, aspettiamo dai.Come la mia canzone, la conosci?>> disse, incuriosito

<< Ehmm, si, anche fin troppo bene...>> dissi, subito pentita di quello che avevo detto.

<< Ma, oddio, nondirmiche sei una mia fan, vero?>> disse, contento. Sembrava stesse per esplodere di gioia.

<< si... una tua GRANDISSIMA fan. Fin dalle prime audizioni di x factor ti avevo notato...per la tua capacità di emozionare le persone intorno a te nell'esatto momento in cui aprivi la tua bocca cominciando a cantare, incantando tutti.>> dissi, un pochino imbarazzata per la confessione

<< Oh,Giulia,non l'avrei mai immaginato! Beh, ora ho una ragione in piu' per amarti...>> disse, tranquillo.

<< Da-da-davvero? Tu, tu, hai appena detto di amarmi?>> dissi, con la bocca spalancata.

<< Ma no, Giuli, si fa per dire... non potrei mai approfittarmi di te, così piccola in confronto a me. Aspetta,non ricordo, quanti anni hai?>>

<< 18>> dissi, abbassando la testa, delusa da quella risposta cosi immediata e fredda.

A interrompere il momento fu l'arrivo della cameriera, con piatti ricolmi di delizie.

Mangiammo in silenzio, senza dire una parola.

Dopo quella risposta così glaciale da parte di Marco nei miei confronti, non avevo piu' voglia di parlare e fare conversazione. Mi sentivo piuttosto triste e  delusa.

Finito di mangiare pagammo, ognuno per sè,e ci avviammo alla macchina.

 Era una sera di maggio, il vento tirava tranquillo diffondendo una brezza piacevole e le stelle brillavano nel cielo blu, luminose.

Durante il tragitto verso la macchina,ognuno se ne stava perso nei suoi pensieri e non aprimmo bocca.

Una volta entrati in macchina, Marco fece partire l'auto,ingranando la marcia.

<< Allora, dove devo portarti?>> disse,con fare scorbutico.

A quella domanda così infastidita, mi rattristai ancora di piu' e risposi:<< Gradirei mi portassi a casa mia, se  possibile.>>

<< sisi, dove si trova?>>

<< Ehmm..vicino alla stazione, proprio davanti.>>

<< Ah okay, allora ti ci porto subito.>> disse, sbrigativo.

Dopo una decina di minuti passati silenziosamente nell'auto, arrivammo finalmente sotto casa mia.

<< Bene, ora posso andare. Alla prossima!>>  dissi, tristemente.

<< No!Tu rimani qua!>> disse Marco ,deciso, prendendomi per i polsi e fissandomi dritta negli occhi.


TO BE CONTINUED...




IO TI ASPETTO|| MARCO MENGONI FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora