CAPITOLO II

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Ci siamo, ennesima sfida, ennesima partita. Di poker? Macché, è l'ennesima sfida che faccio ogni mattina contro la sveglia, cercando di anticiparla, ma è sempre lei che mi batte. Ultimamente lo score è abbastanza negativo nei miei confronti. Mi addormento tardi, anche perché nella tarda sera ho la passione di ascoltare musica e non accorgermi del tempo che viene scandito dall'orologio che passa troppo in fretta; sembra una clessidra impazzita che si rovescia più volte in continuazione.

Mi sveglio per andare all'università, dove mi aspettano i miei amici Andrew e Paul. Solito rito, solita routine: mio padre che mi accompagna ed io che aspetto (anche troppo) il solito bus e mi addormento prima di iniziare la mia giornata accademica.

Stavolta la lezione che mi tocca seguire è matematica, la mia materia preferita, poiché sono un tipo abbastanza razionale e mi piace ragionare; la matematica, per me, è un buon allenamento. Nell'intervallo Andrew decide di offrirmi un caffè, accetto volentieri e andiamo tutti e tre (non possiamo lasciare Paul così da solo!!!). Ci mettiamo a discutere e parliamo anche della scorsa lezione di PRO & STA (Amici lettori, lasciatemi passare qualche abbreviativo: PRO sta per probabilità e STA, invece, per statistica!!!) e si discute dei vari esempi che fece il professore riguardo al poker; ne voglio sapere di più, perché non ci ho capito tanto la scorsa volta. Passiamo e ripassiamo ogni giorno davanti al cartello del torneo di poker, ma non ci faccio troppa attenzione; ora riprende la lezione. Dopo qualche ora, il professore ci congeda dagli oneri e ci lascia liberi di andare, ha una riunione importante personale. Ce ne andiamo tutti a casa belli e tranquilli.

Prendo il bus del ritorno, arrivo a destinazione e mi aspetta mia madre per riportarmi a casa. Dopo aver mangiato qualcosa (dico "qualcosa" per non dire "tanto"; che ci posso fare, mi piace la buona tavola) vado a riposare un po'. Passa mezz'ora; mi basta il riposino fatto e mi alzo per sistemarmi gli appunti. Facendo ricerche su internet dal mio PC, noto una pubblicità che mi attrae: aprendo oggi un conto gratis, si può partecipare a dei tornei freeroll (quei tornei in cui non paghi per iscriverti, ma vinci soldi reali) che mettono in palio al vincitore la bella cifra di 100,00 €. Mi faccio attrarre come le Sirene attrassero Ulisse nell'Odissea. Faccio la procedura online e mi iscrivo subito al torneo (ho fatto già i compiti, tranquilli!!!). Si inizia, inizio a giocare la prima mano: Ho K J off suited (carte di non stesso seme) e decido di puntare (non sono né piccolo, né grande buio, ma la sensazione è positiva). Gli altri passano, tranne quello del grande buio che decide di fare un semplice check. Flop: A di cuori, J di quadri e J di picche. Cavolo ho già tris ed è un bel tris di Jack. Decido di puntare forte, il mio avversario mi rilancia, io faccio ALL IN e dall'altra parte c'è un instant call (chiamata immediata). Si scoprono le carte: io mostro fiero K di quadri e J di cuori, mentre il mio avversario mostra K di cuori e Q di quadri. Al turn esce un inutile 2 di picche, mentre al river esce l'inaspettato 10 di cuori. Tris di Jack contro Scala ed esco immediatamente dal tavolo, senza nemmeno arrivare nei primi dieci, quelli che andavano a premi secondo la regola del tavolo. Stacco tutto, ci rimango male, ma purtroppo è così: si vince e si perde. Non mi resta altro che completare la giornata e sperare in giornate più fortunate al gioco.

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