CAPITOLO V

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Ci siamo, sono ancora troppo entusiasta di quello che è successo ieri sera; sono molto emozionato. Devo andare all'università oggi e succede una cosa più unica che rara: per la prima volta batto la sveglia, mi riesco a svegliare prima che lei suoni, sarà ancora l'euforia della vittoria.

La routine, oggi, la eseguo con un bel sorriso sulle labbra, ma devo cercare di calmarmi quanto prima; devo seguire Matematica e devo cercare di stare abbastanza concentrato.

Ritrovo, dopo qualche giorno, Andrew e Paul accompagnati da Dyonix e subito parlo della vittoria del torneo; loro sono felici per me e decido di offrire un caffè a loro, tanto per simboleggiare il mio entusiasmo e per festeggiare. Andando verso i distributori del caffè, passo davanti a quel famoso cartellone pubblicitario del torneo di Milano; lo guardo con aria serena e tranquilla e faccio un sorriso di sfida. I miei amici si accorgono e mi danno una bella pacca sulla spalla, cercando di farmi forza e coraggio (li adoro quando fanno così, perché vogliono la mia felicità).

Dopo il caffè, si deve fare il dovere: seguire la lezione. Il professore ci accoglie sempre con l'ormai solito "Buongiorno" (ormai ho imparato a memoria anche il tono con cui lo dice; non cambia mai, e che ca...volo, ma mangiatela un'emozione). Tra i vari argomenti che introduce, rimette in gioco degli esempi sul poker (non è solo cosa di PRO & STA, ma anche di Matematica); mi faccio scappare un "EVVAI!!!", il professore mi becca e decide di espellermi dall'aula. Io, a testa bassa, me ne vado fuori sapendo dell'errore commesso.

Uscendo, incontro un mio vecchio amico che non vedevo da tempo: si chiama Vince (è pure lui juventino: Milan-Juventus 1-3; non è possibile) e mi chiede perché stavo fuori e non a seguire la lezione; spiego subito la figura di mer...aviglia che ho fatto e spiego in sintesi che vado a Milano a dicembre per il torneo di poker, avendo vinto un tavolo preliminare. Lui si congratula e, poco dopo, parliamo di calcio: la nostra passione infinita (a lui non piacciono tanto le carte).

Mi trovo ed offro il caffè pure a lui e cerco di non pensare all'espulsione subita (ho ancora l'imbarazzo generale). Dopo il caffè, guardo l'orologio e mi accorgo che sta quasi finendo la lezione. Vince mi fa compagnia ad andare verso l'aula e siamo in perfetto orario con l'uscita dei ragazzi; incrocio lo sguardo del professore e subito esordisco.

IO: "Professore, scusatemi tanto dell'accaduto; non succederà più!!!"

PROFESSORE: "Va bene, scuse accettate, ma cerchiamo di controllarci la prossima volta"

IO: "Grazie professore, ma mi è scappato perché vado a Milano a dicembre dopo aver vinto un tavolo preliminare"

PROFESSORE: "Bravissimo, sono molto soddisfatto; un mio studente che va a giocare ad un importante torneo di poker. Quando vuole (si usa del lei in ambito accademico) può chiedermi qualsiasi cosa che collega poker e matematica. Arrivederci!!!"

IO: "Arrivederci professore; a presto".

Andrew e Paul, dopo avermi preso un po' in giro, scherzando, mi dicono di preoccuparmi; sono cose che succedono.

La mia giornata universitaria finisce qui; saluto tutti, perché è ora di andare.

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