Ci siamo, oggi è il grande giorno; oggi si parte per Milano per disputare il grande torneo che ho raggiunto grazie ai miei risultati. Oggi, però, mi sento esattamente come una medaglia: felice da un lato (vado a giocarmi un grande torneo ed a vedermi il derby MILAN-Inter con Dyonix) e triste dall'altro (lascio la mia città, ma più che la città, lascio i miei familiari e gli amici per qualche giorno, ma mi rattrista la situazione).
Mi sveglio stamattina facendo la mia solita colazione, ma inizio a gustarmi ogni dettaglio, perché per un po' mi mancheranno le cose di casa, mi mancheranno le contagiose risate di mia madre, mi mancheranno anche mio padre, mio fratello e la cucciola Chanel, insomma, mi mancherà un po' tutto.
Vado in cameretta, mi stendo sul letto a faccia in giù, baciando il cuscino e non trattengo più: scoppio in un pianto che dura più di un quarto d'ora che mi libera dalle mie ansie, dalle mie angosce, da queste brutte situazioni che si sono create grazie a questo mix di emozioni, ma ho dato tanto per fare questo torneo, forse l'ho fatto anche per scherzo, ma adesso è arrivata l'ora: si va a MILANO.
Inizio a prepararmi la valigia inserendo in essa non solo gli oggetti da portare, ma anche la buona speranza di ottenere un buon risultato e di togliermi qualche soddisfazione; chiamo Dyonix che, più entusiasta di me, mi indica un punto di riferimento dove dovremo incontrarci per poi andare all'aeroporto di Napoli e partire per questo lungo viaggio. Con ancora qualche lacrima che scende mi appunto tutte le cose che mi dice via cellulare e dico: "Ci vediamo più tardi. Io stacco, perché ho da finire di sistemarmi le mie cose. Ciao Dyonix". Si accorge anche lui che sono triste e me lo fa capire dicendomi "..., Dave, stai tranquillo, avanti che ce la puoi fare".
Questa preparazione della valigia dura veramente tanto, non vorrei partire, ma ormai è tutto pronto e si deve andare. Saluto mia madre, mio padre, mio fratello con un abbraccio e la mia Chanel, con un occhio lucido anche lei, mi lecca tutta la faccia come per dire: "Dai, non partire, non farlo". Io, con due occhi più lucidi dei suoi, le dico: "Ci vediamo più tardi", ma credo che non se l'è bevuta; i cani sono più intelligenti di noi umani e capiscono meglio certe cose.
Prima di lasciare la mia città, vado da Ferd e Lud, per salutare anche loro; ci facciamo prendere dall'emozione tutti e tre e quando dico: "Io oggi parto", un po' ci rimangono male. Con un bel sorriso rispondo a quelle facce tristi dicendo anche: "Ragazzi, vedete che vengo tra qualche giorno. Su col morale!!!". Li abbraccio e vado via.
Lasciato casa loro, mi chiama Dyonix e mi dice: "Vedi che sono in piazza, ti aspetto lì". Rispondo dicendo: "Arrivo subito". Il viaggio che faccio per andare in piazza me lo godo al massimo e mi gusto anche i piccoli dettagli che non avevo mai fatto caso; è proprio vero, una cosa inizia a piacerti di più quando la stai lasciando, anche se solo per un breve periodo.
Dopo un po' di fatica, arrivo da Dyonix che mi sta aspettando già da qualche quarto d'ora e, senza indugiare troppo, partiamo per Napoli.
Ci facciamo l'intero viaggio a romperci le scatole tra noi, a parlare della "sua" Inter e del "mio" MILAN, a farci la competizione a chi tifa per la miglior squadra, a ricordarci delle sfide epiche svolte, quelle che non ti scordi mai, ma anche a parlare del torneo che devo svolgere lì, vicino allo Stadio San Siro il giorno dopo il derby; su quello inizia a fare il tifo per me e, ad essere sincero, è più emozionato lui. Questo mi fa un enorme piacere e devo cercare di ottenere un buon risultato anche per lui.
Questo viaggio che abbiamo fatto nella sua auto è durato qualche ora, ma non abbiamo accusato nemmeno che la lancetta piccola dell'orologio si è spostata più avanti; il tempo vola quando ci si diverte e si sta con le persone giuste.
Arriviamo all'aeroporto di Napoli, prendiamo i nostri bagagli, i nostri documenti e, piano piano, ci avviamo al Check-In; lo superiamo solo con qualche piccolo problema per via di un mio bracciale, ma nulla di preoccupante. Consegniamo le valigie, controlliamo che gli ultimi dettagli sono apposto, e saliamo finalmente in aereo.
Dopo aver aspettato le altre persone che salissero a bordo, la hostess ci introduce il programma del viaggio e ce lo illustra con una voce soave, ci ricorda tutte le procedure di sicurezza e ci invita a spegnere i cellulari per via delle interferenze elettromagnetiche con il sistema di bordo interno. Dopo tutto questo, tempo dieci minuti e, come per magia, l'aereo, dopo aver fatto un breve percorso in rettilineo, si alza dal suolo; si decolla: MILANO STIAMO ARRIVANDO!!!

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ALL-IN: This is my Life!!!
Historia CortaSalve a tutti. Questa storia (che è un misto tra fantasia e realtà) parla di un ragazzo universitario come tutti gli altri. Lui è appassionato di un gioco di carte famosissimo al mondo: il poker (variante Texas Hold'Em). Nel corso delle sue avventur...