Partenza

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Nebbia,fuoco,urla.E sangue , sangue dappertutto .
Nebbia.Non si riusciva a vedere quasi nulla, se non il rosso vivo delle fiamme che divampavano nel villaggio. Una donna si alzò da terra piangendo e strillando , mentre le sue braccia stringevano ancora quel fagotto marrone che poco prima era stato schiacciato da una trave infiammata caduta giù dal tetto di una casa ormai completamente distrutta.
Fuoco. Sembrava non fermarsi più .Decine e decine di corpi carbonizzati giacevano a terra , e non era rimasta nemmeno un ' abitazione intatta. Un ragazzo teneva stretta sul petto la mano di una giovane donna, o di quello che ne era rimasto. Una parte del suo corpo era finita sotto le macerie, l'altra metà era quasi completamente in fiamme.
Urla.E sangue.
Un bambino, al centro del villaggio, strillava con tutto il fiato che aveva in corpo. Dov'era sua madre ? E dov'era suo padre ? Attorno a lui vedeva solo morte.Il piccolo non era abbastanza grande da poter camminare , e tutto ciò che poteva fare era guardarsi attorno,e continuare a urlare e piangere .
Forse sarebbe morto lì, se non fosse stato per lui.
Il bambino sentì dei passi veloci, e si voltò impaurito.Un uomo alto , dalla carnagione scura e i capelli dorati sporchi di fango e cenere si chinò a terra per prenderlo tra le sue braccia .
L'infante ebbe solo il tempo di vedere in lontananza una sagoma alta , troppo grande , enorme e gigantesca, e troppo vicina .
Si accorse in seguito di trovarsi al chiuso, in una carrozza forse, sicuramente non più al villaggio. Guardò per l'ultima volta il volto dell'uomo che l'aveva salvato,che in quel momento stava sorridendo.
E poi fu il buio.

Rivaille si alzò dal letto, trattenendo un urlo di paura. Guardò la dimora con gli occhi spalancati, e impiegò qualche minuto per capire che, ancora una volta, non stava rivivendo i fatti di quel giorno .
Un sogno. È solo un sogno.
Il ragazzo sospirò, chiudendo gli occhi . Prese la borraccia dal comodino accanto al letto , e bevve un sorso .Il sole stava sorgendo oltre le vette della montagna, e tra poco il gruppo avrebbe dovuto mettersi in marcia .
Rivaille si alzò, si infilò la maglietta del giorno precedente e uscì dalla stanza.
Fortunatamente i superiori potevano ancora godere di questo beneficio : dormire separatamente dal resto della squadra. Solo lui sapeva cosa accadeva la notte nei suoi sogni, e non gli sarebbe piaciuto che i suoi compagni udissero le sue urla e i suoi lamenti, e ancor di più odiava l'idea di dare spiegazioni a cosa fossero dovuti i suoi bruschi risvegli.
Non che qualcuno avrebbe osato chiederglielo, naturalmente . Il rispetto verso di lui era troppo grande nei confronti dei suoi uomini per permettergli di osare tanto. Rivaille raggiunse frettolosamente la stanza più grande della base , dove dormiva la squadra. Spalancò senza indugio la porta e urlò .
" È quasi giorno fannulloni . Muovete il culo e datevi da fare , si preannuncia una giornata impegnativa !"
Cominciarono a udirsi i primi lamenti.
Svegliarsi all'alba era duro , specialmente se si era fatto tardi la notte precedente . Erano veramente rari i momenti di relax quando si era in ricognizione , ma lo erano ancora di più quando c'era una missione ben precisa da svolgere , come in questo caso .
Rivaille si avviò verso la porta , e lanciò uno sguardo fugace ai 6 materassi ai suoi piedi . Eren, Mikasa , Armin, Jean,Connie e Sasha. Sicuramente la squadra migliore che potesse formare .
Il capitano uscì dalla stanza, e si diresse fuori . Amava la lieve brezza mattutina in quel periodo di primavera . Lo aiutava a svegliarsi meglio quando non c'era la possibilità di infilarsi dentro una doccia rinfrescante .
Rivaille sedette sull'erba, con la schiena poggiata al tronco di un albero . Chissà se Elvin  se la stava cavando bene. Non erano ancora giunte notizie dalla capitale . Un altro gigante anomalo. Un sesto gigante umano. Quanti c'è n'erano ancora ? Per quale motivo queste persone avevano la capacità di trasformarsi in giganti , e come l'avevano ottenuta ? Troppe domande , nessuna risposta . Una sola certezza : o avrebbero deciso di schierarsi dalla parte della razza umana , o sarebbero morti.

Rivaille spinse la testa indietro, fino a sfiorare il legno dell'albero. Sentiva le voci dei suoi ragazzi provenire dalla cucina. In quanti sarebbero morti, questa volta ?
Nessuna pietà , Rivaille. Nessuna pietà .
Rivaille scosse la testa. Quei maledetti ricordi, che non riusciva ancora a cancellare dalla sua mente.
" Caporal Maggiore  " Il ragazzo si voltò di scatto . Sull'uscio della porta , Eren , già in uniforme militare , lo guardava spazientito " Siamo tutti pronti". Rivaille annuì, alzandosi da terra .

" Bene Eren .Lo spero davvero. Oggi ci spingeremo più lontano di quanto non abbiamo mai fatto fin'ora, potremmo incontrare diversi pericoli e raggiungere spazi troppo ampi per poter utilizzare l'attrezzatura tridimensionale , perciò non dimenticate di usare il cervello oltre che la forza , e di non perdere e mai il controllo ."
I ragazzi annuirono all'unisono. Rivaille spazzò via dai capelli un piccolo pezzo di legno .
" Prendete i cavalli " esclamò

" Si parte !".
Le ali della libertà quel giorno spiegarono il volo , verso un futuro colmo di speranza e promesse. Ma per quel futuro queste ali avrebbero dovuto affrontare molti pericoli, prendere drammatiche decisioni e sopportare un dolore così grandi da far staccare le proprie ali.
I loro nemici avrebbero preparato una voliera per quelle ali ribelli , per togliergli quel piumaggio candido .
Le ali spiccarono il volo quel giorno .

Offrendo il loro cuore all'umanità ...

Ancora una volta.

RivailleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora