Chapter 38

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LEONARDO'S POINT OF VIEW

Lo squillo del telefono mi distrae. Sto cucinando, almeno é un'attività che mi tiene occupato e mi libera la mente per un po'.

Quando afferro il telefono e leggo il nome sullo schermo, il mio cuore fa una capriola per la gioia. Rebecca mi sta chiamando.

Premo sulla cornetta verde e mi porto il cellulare all'orecchio.

Tutta la mia felicità di un secondo prima svanisce quando sento dei singhiozzi soffocati.

"Reb, amore, tutto bene?" domando preoccupato.

"No, io.. non ti volevo chiamare, cioè, non.. Leo, io.." la sento ansimare con la voce che le trema.

"Calmati, che succede?".

"Manuele è caduto, ha.." esita un attimo "un taglio enorme sulla testa e.. sanguina".

Mi infilo le scarpe mentre continuo a parlare al telefono, afferro le chiavi e mi metto al volante.

"Tesoro, ascoltami. Fai un respiro profondo e cerca di tranquillizzarti. Sto arrivando, okay? Hai chiamato l'ambulanza?".

"No.. io ho.." il pianto aumenta "chiamato te".

"Chiama l'ambulanza, amore. Ce la fai?".

Mugugna un sí, mentre cerca di calmarsi.

"Matilde dov'è?".

"Qua, ma.. forse non dovrebbe, no?".

"Dille di andare in giardino, così vedrà anche l'ambulanza. Io arrivo, va bene?".

"Sanguina, Leo! Sanguina!" strilla.

"Parlagli, Reb. È meglio se non perde conoscenza. Sei forte, piccola. Ce la puoi fare. Mettigli un panno pulito sulla ferita e tampona, piano" le consiglio.

"O-okay".

"Vuoi che resto al telefono mentre arrivo?".

"No, chiamo l'ambulanza" mi chiude il telefono in faccia.

Guido veloce come non l'ho mai fatto. I semafori mi sembrano sempre rossi, oggi. Come se il mondo intero volesse mettersi tra me e la casa di Rebecca. Avrei preferito che mi chiamasse perché sentiva la mia mancanza, ma so che é un gesto di fiducia quello che ha fatto nei miei confronti. E non é questo, in ogni caso, il momento di pensarci.

Accosto davanti a casa sua e scendo in un attimo. Qualche persona si é radunata davanti al suo cancello, probabilmente a causa delle sue grida, o del pianto di Matilde. La bimba é seduta in cortile, sul vialetto. Guarda la strada.

"Mati" attiro la sua attenzione.

"Sei l'amico della mamma?". Sorrido. L'amico della mamma. Ovviamente, dato che lei non vuole che io sia altro. Cazzo, mi maledico per questi pensieri inopportuni.

"Riesci ad aprirmi il cancelletto?".

Mentre la bambina annuisce e torna in casa per soddisfare la mia richiesta, una vicina mi affianca.

"Che succede?" mi domanda.

"Manuele è caduto. Io andrò con Rebecca in ospedale.. lei, non é che starebbe con la bambina?".

Il cancello si apre.

"Sì, certo. Ci penso io, vada da Rebecca".

Mentre corro all'interno sento la signora che parla con Matilde e cerca di calmarla. Povera piccola, anche a me era sembrata molto spaventata. Il legame tra gemelli é un rapporto che supera qualsiasi altra relazione. Quando ho saputo della morte di Luca sono entrato un una crisi così profonda che temevo di morire anche io. Mati non è a questi livelli, ma é molto più piccola di quanto lo ero io.

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