Chapter 8

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LEONARDO'S POINT OF VIEW

Usciamo dal locale verso le 22. La cena è stata ottima, la conversazione con Rebecca ancora di più. Mi affascina sapere che diventerà una dottoressa, che magari lavoreremo insieme e me la ritroverò ogni giorno tra i corridoi dell'ospedale.

"Reb" la chiamo, amando come quel soprannome viene pronunciato dalla mia bocca. Lo trovo molto sensuale.

"Mh-mh" fa cenno di aver sentito "dimmi".

"Ma il lavoro al bar? Studi e lavori insieme?" domando, salendo in macchina. Inizio a chiedermi dove portarla. Vorrei fare l'amore con lei, ma non voglio affrettare le cose. Ho voglia di frequentarla, di vederla spesso, magari di starci insieme, per cui ho tempo per finirci a letto. Decido, così, che qualcosa da bere sarebbe perfetto.

"Principalmente studio, poi per guadagnare qualcosa.." fa una pausa "il bar é di Teresa, un'amica di mia madre, quando posso do una mano".

"Voglia di indipendenza o i tuoi genitori ti hanno sfrattata?" chiedo scherzando. Noto, con piacere, che coglie l'ironia e inizia a ridere.

"Scemo, voglia di indipendenza! Ti ho detto che sono la cocca di papà" mi spiega facendomi rendere conto che la domanda era piuttosto inappropriata. Ma non importa, l'ha fatta ridere.

"E tu studi per la specializzazione o fai altro?".

"Tirocinio in ospedale, in pediatria. Mi diverto molto con i bambini, i miei parenti a volte me li affidano" confesso, pensando che alle donne piace sapere che gli uomini amano i bambini. O almeno credo.

Lei annuisce e si volta. Osservo i suoi lineamenti, di profilo, senza però togliere un occhio dalla strada. É incantevole. Quel nasino leggermente all'insù le dà un'aria sbarazzina, le poche lentiggini aggiungono un tocco magico a quel visino già perfetto. E poi, le sue labbra, così sottili e morbide, che mi fanno venire ancora più voglia di baciarla di quanto già non ne abbia.

Torno a concentrarmi sulla strada per evitare di ritrovarmi con un rigonfiamento non voluto. È incredibile come riesca ad eccitarmi soltanto osservarla. Non mi é mai capitato prima. Provo tantissime nuove emozioni a cui non so nemmeno dare il nome.

Parcheggio e scendo ad aprirle la portiera. Il locale é molto semplice, c'è la musica piuttosto alta e una pista da ballo al centro, ma ci sono anche diversi tavolini. Prendiamo posto su uno di quelli e ordiniamo due drink che ci vengono portati in poco tempo.

"Non ti ubriacare come quando ci siamo incontrati" le ricordo.

"Ma avevamo lasciato qualcosa in sospeso.." ammicca, ricordandomi quei momenti di passione. Adoro la sua sfacciataggine, non si fa problemi a dire quello che pensa. E in questo momento ha ammesso che avrebbe voluto andare oltre, quella sera.

"Vogliamo riprendere da dove ci siamo interrotti?" le sussurro all'orecchio. Sento che le é venuta la pelle d'oca e sono felice di farle quell'effetto.

Un istante dopo siamo in mezzo alla pista, hanno appena messo un lento. Le afferro i fianchi e la attiro a me, così vicini posso addirittura sentire il suo fiato sul collo. Muovo le mani lentamente sulla sua schiena mentre ci lasciamo trascinare dalla musica. Quando mi stacco leggermente, i miei occhi incrociano i suoi e mi rendo conto che non vorrei essere da nessun altra parte in quel momento. Ci avviciniamo, senza interrompere il contatto visivo.

"Ti ho già detto che sei bellissima?" bisbiglio a pochi millimetri dalle sue labbra.

"Ti ho già detto che anche tu lo sei?" dice, prima di mordermi il labbro inferiore. Mi scappa un gemito, poi mi fiondo sulle sue labbra.

Le nostre bocche si socchiudono all'unisono, permettendo alle lingue di cercarsi e di rincorrersi. Lei mi butta le braccia al collo e mi trovo le sue mani nei miei capelli, mentre li tirano leggermente. Non penso di poter resistere a quella piacevole tortura, Rebecca è semplicemente da mozzare il fiato.

Quando ci stacchiamo respiriamo entrambi a fatica. Riprendiamo a ballare come se niente fosse successo, ma questa volta siamo più vicini, più affiatati. Le lascio dei morbidi baci sul collo, sulle spalle nude. Riesco a sentire i suoi gemiti, quasi impercettibili, anche con la musica alta.

Andiamo avanti così, a muoverci a ritmo e a scambiarci qualche bacio, per l'ora successiva.

"Sono stanca" mi sussurra all'orecchio. La prendo per mano ed usciamo da quell'ammasso di gente, tornando a respirare aria pulita. Fuori il tempo é magnifico, si possono vedere le stelle risaltare nel nero della notte.

"Ti accompagno a casa" le annuncio, prima di mettermi alla guida. Forse noto un pizzico di delusione nel suo sguardo quando mi sorride per acconsentire. Non l'ho invitata a dormire da me, non le ho proposto una notte di passione. Questo non é nel mio carattere, ma semplicemente non mi sembrava il caso di correre così tanto. Desidero Rebecca più di ogni altra cosa, proprio per questo motivo voglio che venga a letto con me quando sarà pronta A frequentarmi.

Ho davvero parlato di 'frequentare' una donna? L'ultima volta che sono uscito seriamente con una ragazza, desiderando una storia, avrò avuto vent'anni.

E se fosse lei, la donna che aspettavo?

La lascio sotto casa, scendo per salutarla. Le lascio un bacio leggero all'angolo della bocca, poi uno sulla mandibola. La sento fremere per il desiderio e mi contraddico da solo quando spero che mi inviti ad entrare in casa. Quando, finalmente, arrivo alle labbra, mi rendo conto che quel bacio é il più bello della mia vita.

"Domani ci vediamo?" oso chiederle, sperando con tutto me stesso in una risposta positiva. Per poco non mi metto a saltare di gioia quando la vedo annuire, prima che si allontani sul vialetto di casa sua.

La osservo mentre cammina, il suo sedere così sodo sotto quell'abito é semplicemente fantastico.

Torno in macchina e, prima di partire, mi sembra opportuno aggiornare i miei amici.
Ci siamo baciati. E domani la rivedo. É la ragazza più bella del mondo

Invio senza pensarci e, solo quando rileggo ciò che ho scritto, per poco non mi viene un infarto. Ste, Tia e Gio mi prenderanno in giro a vita per quelle parole. Ho anche confessato che non siamo andati a letto insieme. Leonardo, cosa sta succedendo?

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