Chapter 35

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REBECCA'S POINT OF VIEW

"Topolina, vieni qui!" esclamo, sollevando in aria la mia bambina e stampandole un bacio sui capelli. In un attimo é arrivata domenica, quasi non me ne sono resa conto. Nonostante la chiacchierata con Alice, sono stata piuttosto male in questi giorni. Non sono andata al lavoro, non ero dell'umore giusto per uscire di casa. Sono così contenta che siano tornati i miei figli, perché sono certa che loro porteranno un'aria positiva in questo brutto periodo.

Matilde mi sorride mostrandomi i suoi dentini da latte e mi abbraccia, buttandomi le braccia al collo. La rimetto con i piedi per terra soltanto per riservare lo stesso trattamento anche a Manuele, sceso dall'auto del nonno solo in quel momento.

"Ma ciao, ometto" gli spettino i capelli.

"No, mamma! La nonna mi aveva fatto la cresta" mette il broncio. Gli pizzico dolcemente le guanciotte: quanto mi é mancato!

"La rifacciamo dopo, okay? Scusami, sono contenta di vederti mostriciattolo".

"Anche io" mi sorride e mi sembra di non poter desiderare niente di meglio dell'amore incondizionato dei miei bambini.

Abbraccio anche mia mamma, che ha appena finito di scaricare le valigie dei gemelli con l'aiuto di papà.

"Siete tutti abbronzatissimi!" noto.

"Il tempo é stato davvero bello, poi loro erano sempre lì a fare castelli di sabbia sotto il sole" mi spiega.

"Ciao, piccina" mio papà mi abbraccia e mi bacia la guancia "pensavo di trovarti con quel Leonardo".

Mi si forma un groppo alla gola. Automaticamente mi volto verso Manuele e il suo viso si sovrappone a quello di Leo che ho visto nel suo album di fotografie. Accidenti, sono molto simili. Ed io che pensavo che i miei figli mi assomigliassero, solo per occhi azzurri e capelli biondi, che invece sono molto più simili a quelli del padre.

"Ecco, vi devo parlare di lui. Entriamo?" indico la porta.

"Sì, non stiamo qui molto, però. Con tutti i bagagli da disfare!" dice mamma.

"D'accordo. Bimbi, in casa, su!" li richiamo e lascio che la mia famiglia mi segua al di là della porta.

"Mamma, possiamo vedere i cartoni?" mi domanda Mati sfoderando il suo miglior sorriso e i suoi occhioni dolci.

"Al mare non c'erano" continua il fratello.

"E va bene! Ma solo finché non vanno via i nonni, poi la spegnete".

Li lascio sprofondare nei cuscini del divano. Si rannicchiano, in modo che sembrano ancora più piccoli ed indifesi.

"Andiamo di là?" chiedo ai miei, indicando la cucina. Annuiscono, così prendiamo posto attorno al tavolo.

"Che succede, tesoro?" si preoccupa subito papà Antonio. Solo in questo momento mi rendo conto che ha lo stesso nome del papa di Leonardo e che, quindi, entrambi i nonni dei miei figli si chiamano così.

"Non sto più con quel ragazzo, Leonardo" confesso, facendo di tutto per non guardare negli occhi i miei genitori. So che dovrò dire loro tutta la verità, ma farlo senza osservare le espressioni sui loro visi risulta senza dubbio più semplice.

"Come mai?" mamma parte con il suo interrogatorio.

Mi lascio sfuggire un sospiro, come se in quell'aria che butto fuori possa svanire anche la tristezza che mi porto dentro.

"Non poteva funzionare perché.. io.." indugio, tentando di trovare le parole giuste.

"Non mi dire che ce l'hai ancora con questa paura di togliere tempo ai gemelli" si domanda, giustamente, la loro nonna Milù.

"No, ma'.. é che, vedete" chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo "Leonardo é lo zio dei bambini, é il fratello gemello del mio aggressore".

Ecco, l'ho detto. Alzo lo sguardo. Mia madre ha spalancato gli occhi e mi fissa come se fossi una strana creatura. Mio padre si guarda le mani, incapace di tenerle ferme.

"Non posso guardare in faccia un uomo che é uguale a quello che mi ha rovinata" spiego.

"Ragazza mia" mio padre mi prende le mani, trovando un'altra occupazione per le sue che non riusciva a tenere ferme "se in cinque anni non ti sei legata a nessuno, tranne che a lui, forse é perché è davvero importante per te. Sei sicura che non vuoi continuare a vederlo?".

"Papà, non ce la faccio. É una cosa troppo grande per me, non posso conviverci per sempre. Finirei per rovinarmi la vita ed io.." esito un attimo "io non voglio. Sto bene, davvero".

"Non mi sembra che tu stia bene, Rebi. Ti trovo dimagrita, hai gli occhi spenti" mi fa notare.

"Mi si è chiuso lo stomaco dopo che, domenica scorsa, mi ha detto chi era davvero. Me l'ha anche tenuto nascosto per una settimana!".

"Non deve essere facile neanche per lui" continua mio padre "Sai piccina, io mi ricordo bene i suoi genitori. Antonio, che poi si chiama proprio come me, e Grazia sono due brave persone. Leonardo può essere come loro, non deve essere necessariamente come il fratello".

"Non metto in dubbio che sia una splendida persona, papà. Ma sono io il problema: non posso pensare di doverci vivere assieme, di alzarmi affianco a lui, di veder parlare ai gemelli come se niente fosse".

"Ti ha fatto la proposta di matrimonio?" mia mamma spalanca gli occhi.

"Oh, no" mi scappa una risatina nervosa "anche se l'ha buttato sullo scherzo diverse volte, per non spaventarmi. Mi ama". Sussurro le ultime parole più a me stessa che a loro.

"E tu?" chiedono in coro.

"Io non lo so. Ma comunque, é finita. Ora torno dai miei bambini, se non vi dispiace" mi alzo e me ne torno in salotto.

Mi lascio cadere sul divano, in mezzo ai miei figli. Li abbraccio e loro si appoggiano a me. Matilde si sdraia con la testa sulle mie gambe mentre io gioco nervosamente con i capelli scompigliati di Manuele.

"Tesoro, noi andiamo. Ricordati che tra due settimane partiamo di nuovo con quei colleghi di mamma" dice mio padre, baciandomi sulla fronte.

"Pensaci, Rebi, a quel ragazzo. Anche se lo neghi ti conosciamo e ci stai male. Datti una possibilità e dalla a lui" mia madre mi fa l'occhiolino ed esce dalla porta dietro il marito.

Spengo la TV.

"Basta, bimbi. Ne avete guardata abbastanza. Chi mi racconta la cosa più bella di questa vacanza?".

"Il mare" é la risposta della femminuccia.

"Tutto" dice il maschietto, senza porsi il problema di scegliere.

Mi arriva una notifica. Tiro fuori dalla tasca il cellulare ed apro il messaggio. È di Leonardo. Mi viene voglia di lanciare il telefono contro qualcosa e distruggere tutto, ma mi trattengo. Non voglio neppure leggere, ma mi ritrovo a far scorrere gli occhi su quelle parole scritte nero su bianco.

Ciao, amore mio. Mi manchi. Sono tornati i gemelli? Mi sarebbe tanto piaciuto conoscerli. Anche solo vedere se sono belli come te.

Non posso fare a meno di sorridere, anche se mi maledico mentalmente. Non dovrei, non dovrei proprio. Leo è fuori dalla mia vita e ce l'ho portato io. Non ci potrà rientrare.

L'ho scelto io, dopotutto.

E non si torna indietro.

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