"È colpa mia"

661 53 24
                                    

"MEGGIE! La colazione è pronta!"
La voce pimpante di Celine destò la ragazza. Appena aprì gli occhi il suo primo pensiero fu la festa del giorno prima: ricordava perfettamente l'incontro con Tatiana e il fatto che lei ci avesse provato con Michael. Da lì in poi i suoi ricordi erano sfuocati. Ricordava vagamente che Michael le si era seduto accanto sul divano e poi nient'altro.
"Spero di non aver fatto nessuna figuraccia...". Aveva ancora addosso l'abito della festa. Si rinfrescò in bagno e poi scese in cucina.
Le colazioni di Celine erano le migliori che avesse mai visto: la tavola era elegantissima e dei bei fiori arancioni stavano al centro. Michael stava seduto su una sedia con una bambina sulle ginocchia e appena vide Meg scendere le scale abbassò subito lo sguardo.
"Buongiorno Michael! "
"'Giorno... Dormito bene?"
"Si... mi hai portato a letto tu? Ricordo di aver bevuto un po' troppo..."
Il viso di Michael si rasserenò un poco: "Oh si, ti ho trovata addormentata sul divano e non volevo svegliarti. Meg, ti presento Bessy, la mia piccola principessina". La bimba rispose con una risata scintillante.
"Buongiorno principessina Bessy!"
"Ciao..."
Quella bambina era di una bellezza sconvolgente. Meg scoprì quel giorno che non tutte le principesse hanno i capelli, ma la luce che emanavano gli occhi della piccola Bessy lasciavano intravedere un animo puro e inviolato.
"Miki"
"Dimmi Bes"
"Che bella la tua camicia gialla"
"Grazie piccolina"
La bimba ci pensò in attimo e poi disse con un tono indecifrabile:
"Quando morirò voglio essere seppellita con la tua camicia, così non avrò tanta paura"
Michael guardò Meg e poi di nuovo Bessy.
"Bes, non devi pensare alla morte. A sette anni non si muore"
La bambina sembrò molto contrariata: "Si invece, è per colpa del cancro. Dai Miki, prometti che quando morirò mi metterai la tua camicia"
Michael abbracciò la bimba per non farle vedere due grosse lacrime che gli colavano dagli occhi: "D'accordo principessa"
La scena fu interrotta dal forte rumore di una porta che sbatte, che fece sussultare la piccola Bessy.
"Michael, vieni un po' qua"
Frank DiLeo era entrato in cucina precipotosamente.
"Frank, che ci fai qui a quest'ora?"
"Il divano non è il posto giusto per certe cose, ragazzi. Qualcuno deve avervi fotografato ieri sera e ora le vostre foto sono sui giornali". Detto questo scaraventò una rivista scandalistica sul tavolo: in prima pagina si vedeva chiaramente il volto di Michael mentre baciava il collo e le cosce di Meg. Quest'ultima prese in mano la rivista. Le tremavano le mani. Guardò Michael con occhi sgranati: "Ma che...". Lui era tutto rosso in viso e non riusciva a guardarla negli occhi per la vergogna. Corse al piano di su, sbattendo la porta e chiudendola a chiave. Frank guardó Meg con aria interrogativa. "Non preoccuparti Frank, è tutto sotto controllo" e finse un sorriso. "Mah, non so, ma stateci più attenti, almeno andate in posti più riservati!... a proposito, da quanto state insieme?". Meg non aveva smesso di tremare. "F-Frank, torno subito ok?". Voleva evitare di rispondere a quella domanda. Corse al piano di sopra e si avvicinò alla porta della stanza in cui si era rinchiuso Michael. "Michael, apri la porta". Silenzio. Bussò. "Apri la porta Michael!". Niente. "MICHAEL APRI QUESTA CAZZO DI PORTA". Si aprì di scatto. Michael aveva il viso completamente bagnato di lacrime, la matita sbavata gli colava sotto gli occhi. Tutto il corpo fremeva per i singhiozzi.
Appena Meg entrò nella stanza chiuse immediatamente la porta sbattendola.
Meg cercava di mostrarsi forte e quasi sorridente ai suoi occhi:
"Dai Mike, perchè fai così? Non è successo niente, quando si è amici può capitare che si finisca in certe situazioni e magari eravamo entrambi un po' brilli". Meg era terrorizzata nel profondo del suo cuore, ma in quel momento e solo in quel momento realizzò che la notte prima era seduta sulle gambe di Michael mentre lui la baciava sul collo. Un sorriso sincero le si formò sul viso, ma Michael non aveva smesso un secondo di lacrimare.
"Non ti devi vergognare di nulla"
"Non è questo il punto Meg e lo sai anche tu!" Michael si era alzato improvvisamente dal letto, non aveva alzato la voce ma il suo tono era un misto di rabbia e paura.
"Ero lucidissimo l'altra sera. Quando ti ho visto sul divano ho perso la testa e non è successo niente di più di quello che puoi vedere in quelle foto, questo te lo giuro. Sai qual è invece la cosa che mi fa venire voglia di spaccare tutto? Il fatto che adesso tutti sanno di te e così anche tuo marito". Fece un piccola pausa e si girò dall'altra parte, dando le spalle a Meg: "E tutto quello che succederá ora sará solo colpa mia. Per uno stupido errore adesso sei in pericolo e se ti succedesse qualcosa io non me lo potrei perdonare mai". Adesso non piangeva più ma le lacrime avevano lasciato spazio a una tristezza infinita.
"Non è colpa tua. Non potevi saperlo". Meg lo abbracciò da dietro e quel gesto lo fece sussultare. "Non è colpa tua....". Glielo aveva sussurrato all'orecchio mentre gli accarezzava il viso e i capelli: sentiva molto più sicura di sè dopo quella notte, sapeva di piacergli.
"Non te ne andare adesso, ti prego" disse Michael, con la voce rotta da una lacrima che Meg raccolse subito con un dito.
"Affronteremo insieme questa cosa, qui sei comunque più al sicuro che in qualsiasi altro posto. E poi... quello che è successo l'altra notte non accadrà di nuovo, è stato solo un errore". Queste parole ferirono Meg: lei non pensava proprio che fosse un errore. E se così fosse stato avrebbe voluto sbagliare per tutta la vita. "È stato solo un errore per te? Avevi solo voglia di divertirti ancora dopo essere stato con Tatiana?"
Michael non rispose ma non riuscì a nascondere lo stupore.
"Allora?"
Le prese il viso tra le mani e coi pollici le accarezzò gli zigomi. Meg sentiva le gambe cedere, il suo sguardo era troppo profondo, si sentiva nuda. "Non c'è stato niente con Tatiana, te l'ho spiegato l'altra sera ma forse non ricordi più. Quando sono entrato in salotto mi hai mandato via dicendo di tornare da lei. Tatiana ci ha provato con me, ma è successo solo quello che hai visto perchè mi sono allontanato subito per cercarti. Io... non voglio nessun altra se non te" Meg respirava velocemente: gli aveva fatto una scenata di gelosia mentre era ubriaca. Quindi lui conosceva i suoi veri sentimenti...
"Meg, non è stato un errore. Tu sei la cosa più bella della mia vita e poi..." ma Meg non lo ascoltava più. Osservava le sue labbra carnose mentre si muovevano... chiuse gli occhi e le baciò. Fu il bacio migliore che un uomo le avesse mai dato, era un bacio così voluto e atteso. Si sentivano entrambi in paradiso. Dopo pochi secondi sentì la sua lingua scivolare intorno alla sua, stuzzicandola. Si strinsero ancora più forte e si lasciarono andare sempre più a quel bacio morbido e sensuale fino a quando le loro labbra non si allontanarono con uno schiocco.
Si guardarono negli occhi sorridendo e rimasero abbracciati ancora un po', senza sapere cosa dire. Le parole non erano certo necessarie in quel momento, i battiti sfrenati del loro cuore avevano giá detto tutto. Un timido "toc toc" alla porta ruppe quell'atmosfera.
"Avanti!"
Celine fece il suo ingresso. Sembrava avesse voglia di sparire nel parquet.
"Celine... che c'è?"
"Signor Jackson io... devo dirle una cosa". Il suo viso sembrava il ritratto dell'ansia.
"Dimmi"
"Ieri sera la signorina Tatiana è venuta da me per sapere chi fosse la signorina Meg" a questo punto abbassò un po' la voce. "Devo confessarvelo, non posso vivere con questo pensiero... le ho raccontato tutto".
Meg dischiuse la bocca e guardò Michael: non lo aveva mai visto con uno sguardo così severo. Si stava mordendo il labbro irosamente. Meg prese in mano la situazione: "Celine, non preoccuparti, sono sicura che la signorinaa Tatiana non dirá nulla a nessuno"
"Mi sembrava di essere stato chiaro, di avervi detto che la situazione era delicata. Mi sono fidato di voi e soprattutto mi fidavo di te". Michael aveva parlato così seccamente da far comparire una lacrima negli occhi neri di Celine.
"Sono desolata signor Jackson. Chiedo io stessa il licenziamento, non voglio che lo faccia lei"
"Cosa dici Celine, non devi licenziarti! Vero Michael?"
Guardò Meg con un'aria decisamente contrariata, ma non riuscì a contraddirla: la amava troppo per darle un dispiacere.
"... Torna in cucina, non accetto le tue dimissioni. Lasciaci soli ora"
Celine sembrò rimanere indifferente, ma Meg sapeva quanto in realtá fosse felice.
"Grazie signore, non accadrá più"
"Lo spero bene, non ci sarà una terza possibilitá"
Celine annuì, si girò e trotterellò via.
"È stata Tatiana a farmi le foto, vuole che tu vada via da Neverland. L'ho rifiutata per venire da te, è una donna vendicativa, dovevo immaginare che se mi avesse visto me l'avrebbe fatta pagare. Non si rassegna al fatto di avermi perso"
Meg gliaccarezzò le spalle: "La capisco: io non mi rassegnerei mai al fatto di perderti".

*ANGOLO AUTRICE*
Scusate se ci ho messo un po' per aggiornare, ma essendo in vacanza a Budapest ho pochissimo tempo! Commentate e fatemi sapere se la storia vi piace :*
Un bacione!

Afraid|| A Michael Jackson story.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora