CAPITOLO 8

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“10 a 1 che si mettono insieme!” gli era appena arrivato un messaggio da Anna, la dolce e meravigliosa Anna.

Se ne era innamorato quasi subito,  ogni volta che pensava a lei, la sua mente lo riportava a quella sera al bar quando era arrivata con Luca ed Emma, la sua migliore amica; l’aveva trovata subito bellissima, voleva parlare, conoscerla meglio, ma non ne ebbe occasione per quasi tutta la serata…quando l’aveva raggiunta sulla pista da pattinaggio, avevano iniziato a chiacchierare del più e del meno, più le parlavo più avevo l’impressione di conoscerla da una vita. 

“Tu dici? Non so...” le risposi tornando al presente, ero appena tornato a casa dopo il consueto allenamento di basket, distrutto mi buttai sul divano e accesi la tv più per compagnia che per interesse.

“Luca non può essere tanto stupido…avresti dovuto vederli questa mattina…si guardavano con gli occhi a cuoricino!” non mi andava molto di parlare di questo, dell’idillio di quei due, mentre nella mia non succedeva niente di niente: era innamorato di una ragazza che lo considerava un ottimo amico, il suo migliore amico non lo vedeva/sentiva da un sacco perché era sempre con Emma, a scuola era iniziato il declino dei suoi voti (inevitabile) in conclusione uno schifo totale.

“È una vita che non ci vediamo, sei libra sta sera? Potremmo fare due passi se ti va...” strinse forte gli occhi e incrociò le dita aspettando che arrivasse la risposta, che non tardò ad arrivare “Mi piacerebbe! Dove ci troviamo? Ma soprattutto, quanto tempo ho per prepararmi?” improvvisamente di tutto quello schifo non vedeva neanche l’ombra “Se vuoi ti passo a prendere così hai più tempo per prepararti..” andai a camera mia a prendere un cambio pulito “Te ne sarei eternamente grata! Abito in Via Cortez, di fronte al Cinema Rossini, hai presente?” “Va benissimo! Arrivo tra una mezz’ora abbondante” abbozzai sperando non fosse troppo presto “Fa con calma!”.

-10 a 1 che si mettono insieme- dissi mentre rimettevo il telefono nella tasca del giubbotto e tornavo a guardare Luca  -Chi?- mi chiese prendendomi per mano  mentre incerta mi muovevo sul ghiaccio –Lorenzo e Anna!- lui mi guardo perplesso, come se gli avessi parlato in un’altra lingua –Ma sei cieco? Come fai a non essertene accorto? Lollo non ti ha detto niente?- mi guardò perso ancora per qualche secondo prima di cingermi la vita con un braccio e con l’altro controllare il telefono –Si mi ha scritto che il rito salta perché esce con Anna  -Rito? Cos’è?- chiesi automaticamente –Cose nostre…pensa a non cadere o tagliarti con le lame dei pattini piuttosto- disse afferrandomi al volo prima che mi rovinassi a terra –Cosa faresti senza di me?- io gli sorrisi allontanandomi, stranamente senza troppe difficoltà, avvicinandomi sempre di più al tizio che ci osservava da quando eravamo arrivati secondo Luca –Non ne hai il coraggio- mi disse capendo subito le mie intenzioni –Sta a vedere- dissi facendogli l’occhiolino prima girarmi e pensare a cosa avrei detto al biondino per convincerlo a fare un giro di pista con me –Scusami, ho perso una scommessa con il mio amico-dissi indicando Luca che ci guardava con un vago sorriso divertito, mi girai di nuovo verso il ragazzo appoggiato al parapetto rivolgendogli un sorriso che speravo mi fosse d’aiuto –faresti un giro di pista con me? Ti prometto che farò il possibile per non cadere- continuai speranzosa, -Con vero piacere- ma non guardava me, ma il ragazzo a pochi metri dietro di me con aria di sfida; mi appoggiò una mano appena sotto le costole e mi diede una piccola spinta di incoraggiamento.

Per il primo quarto di giro ci limitammo ad avanzare tranquillamente, poi lo sentì avvicinarsi e sussurrarmi –Fidati di me- poi spostò la sua mano sulla mia e mi fece fare una piroetta su me stessa, mi sorrise incoraggiante prima di prendermi per la vita e sollevarmi senza sforzo, iniziò a girare su se stesso tenendomi  sospesa a mezz’aria, non smetteva di sorridermi e io superata la paura iniziale contraccambiai, mi fece scendere attentamente e solo quando fu sicuro e non sarei finita a terra fece scivolare la mano sulla mia schiena; il giro finì io lo ringraziai e con un’espressione da innocentina  raggiunsi Luca che aveva uno sguardo indecifrabile –Ti sei divertita?- -Si, ma preferisco gli occhi azzurri- dissi facendogli l’occhiolino –Sono contento che ti sia divertita, ma non farlo più, ho avuto paura per tutto il tempo che potessi cadere- io mi limitai ad annuire –Tu non hai fame?Che ore sono?- mi chiese -Ora di fare le pappe! -.

Arrivai al cinema Rossini di fronte al quale c’era un grande portone in legno, stavo per mandarle un messaggio per avvisarla che ero arrivato, quando la vidi uscire e venirmi in contro.

Indossava una maglietta beige, un cappottino leggero rosa champagne, jeans aderenti e scarpe col tacco

–Ciao splendore!- la salutai cercando di tornare con i piedi per terra –Ciao straniero- disse guardandomi negli occhi, io completamente perso nei suoi –Hai già mangiato?- le chiesi, dovevo avere proprio una faccia da scemo –Si ma avrei voglia di un gelato, ti va?- -Stavo proprio per proportelo io!- sentivo la faccia in fiamme, speravo fosse solo una sensazione e che avessi davvero la faccia bordeaux –Bene allora seguimi -.

Impiegammo pochi minuti ad arrivare in un bar gelateria dallo stile romantico, molto accogliente, dopo aver ordinato, riprendemmo a chiacchierare del più e del meno, restammo quasi tutta la serata seduti al tavolino in angolo vicino alla vetrina descrivendo esperienze e viaggi passati e quelli che ancora devono venire, di musica, gli ultimi film che avevamo visto che ci erano piaciuti… il tempo volò e prima che me ne rendessi conto erano arrivate le dieci, me ne accorsi perché alzando gli occhi vidi il cielo non più azzurro bensì livido, quando ritornai a guardare Anna mi accorsi che alle sue spalle stavano passando Luca ed Emma sotto braccio e pregò perché non si accorgessero di loro, fortunatamente incontrò lo sguardo di Emma che capì al volo e mi fece l’occhiolino prima di cambiare strada e trascinarsi dietro Luca.

Wow! Lorenzo è….wow! Ci voleva proprio una serata così!

Sdraiata sul letto, continuavo a ripensare alla serata appena trascorsa, ai suoi sorrisi allegri, alle sue battute sempre pronte…un primo appuntamento niente male!

Ho smesso quasi subito di negare la mia cotta per lui, almeno con me stessa, era inutile cercare di nascondere quello che provassi ogni volta che ci sfioravamo anche se involontariamente sentivo le farfalle nello stomaco, vampate di colore e l’impulso quasi irrefrenabile di avvicinarmi a lui ancora di più.

Cercavo di addormentarmi, ma più respiravo profondamente nell’intento di rilassarmi più nella mia mente prendeva forma la domanda “E se lui non provasse la stessa cosa?”

L'occhio della FarfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora