CAPITOLO DUE

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Il giorno seguente, a scuola Anna non si era fatta vedere, Emma pensando fosse in ritardo, lasciò correre la prima ora senza troppe preoccupazioni, pensando di vederla aprire la porta cigolante della IIIB l'ora successiva.

A ricreazione però aveva ormai capito che Anna non sarebbe arrivata, decise di scriverle un messaggio per accertarsi che stesse bene e che non la stesse abbandonando all'allenamento previsto per quel pomeriggio.

Dopo pochi minuti, il suo nuovissimo Samsung iniziò a vibrare nella tasca, Emma aspettò che la Sebastiani arrivasse infondo al corridoio e scendesse le scale prima di tirare freneticamente fuori il cellulare e leggere il messaggio dell'amica.

- Scusa, ma ho un mal di testa tremendo, sta notte me la sono fatta in bianco :'( -

-E per oggi pomeriggio? Che facciamo?- inviò il messaggio e incrociò subito le dita, l'ultima cosa al mondo che avrebbe fatto era andare a correre, o meglio ammazzarsi, da sola senza sostegno, per prendere un misero, ma per lei enorme, sei sul registro!

-Scusa ma mi sa tanto che passo..-

- Beh... non potrei mai correre senza di te...passo anch'io, sarà per un altro giorno!-le rispose Emma che aveva tirato un sospiro di sollievo.

-E no bella mia! Tu a correre ci vai, altrimenti racconto a tutti che hai baciato Marin quest'estate!-.

- Non lo faresti, perché ti ammazzerei prima! Nessuno, e dico NESSUNO deve saperlo al di fuori di noi due!!!-

Giulio Marin è un ragazzo cotto di Emma da anni orami, le scriveva lettere che le infilava nello zaino, la riempiva di messaggi (chissà come ha fatto ad avere il suo numero..), era sempre presente ogni qualvolta usciva in centro con la comitiva.

A Emma non era mai piaciuto, lui era proprio l'opposto di quello che cercava in un ragazzo.

Lei si scioglieva per un metro e setta (almeno) di capelli neri corvini e occhi azzurro ghiaccio; Giulio invece è alto un metro e sessanta circa, occhi castani così come i capelli, il viso ricoperto da lentiggini, proprio non era il suo tipo.

Il bacio con cui Anna la stava ricattando si riferiva all'estate scorsa, quando stufa di essere pedinata da Giulio, giunse a un compromesso, un bacio per la completa libertà, e così andò.

-Allora vai a correre, ci vediamo domani!! Un bacio!-

Il suono della campanella mise fine alla discussione, ed Emma sconsolata, si lego i biondi ricci in una coda alta prima di entrare in classe e affrontare il compito di Fisica, materia che lei ha sempre odiato.

Erano arrivate le quattro e dopo aver indossato il suo completo per correre: un paio di leggins neri, una T-Shirt verde mela, (il suo colore preferito), e le Reebok, fece una chiamata lampo ad Anna che l'aveva incoraggiata a uscire dalla sua cameretta e dirigersi al parco - Devi correre per dieci minuti e poi torni a casa, ti fai un bel bagno caldo, e torni come nuova!- le aveva detto con voce energica.

-Va bene, adesso vado, un bacio, ci sentiamo dopo!-

- A dopo! Portati una felpa, che c'è vento!-

Agguantò la felpa, anch'essa nera, abbandonata sulla sedia e scese in cucina.

- Per quando torni, troverai una cioccolata calda con i mashmellow che ti aspetta-, le disse la mamma, con un sorriso incoraggiante sulle labbra.

Emma diede un rapido bacio alla mamma e alla sua sorellina che dormiva tra le sue braccia, dopo di che uscì.

Anna aveva ragione, faceva un freddo cane per essere metà settembre, si infilò la felpa, tirò su la zip fino in fondo e iniziò a correre verso il parco lasciandosi alle spalle la casa rossa coi mattoni in rilievo che le piacevano tanto.

L'occhio della FarfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora