CAPITOLO 3

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-Sono a casa!!- dissi chiudendomi la porta di casa alle spalle.

Mamma mi fece segno di raggiungerla per depositarmi delicatamente tra le braccia Laura, la mia amata sorellina. – Devo scappare Emma, se no arrivo in ritardo al lavoro!! Laura non ha ancora mangiato quindi quando si sveglia…-.

-… prendo l’omogeneizzato di carne che hai preparato, lo riscaldalo a temperatura ambiente….si lo so mamma non c’è bisogno che me lo ripeti ogni volta…- Sofia le regalò un sorriso amorevole e una carezza sulla spalla prima di aggiungere

-Sopra il bancone ti ho lasciato la cioccolata che ti ho promesso, adesso devo proprio andare, probabilmente farò tardi in ufficio, non aspettarmi alzata, ci vediamo domani mattina!-

Stampò un bacio sulla guancia paffuta di Laura e poi sulla mia prima di girarsi e con tutta fretta salire nella Lancia Delta grigio metallizzato.

Emma salì in camera sua, dove appoggiò delicatamente la sorellina sul suo letto riscaldato da una coperta termica (grande invenzione!) e iniziò a sorseggiare la coccola che la mamma le aveva preparato, che finì in pochi minuti.

-Mentre tu dormi io vado a farmi una doccia lampo e poi torno subito da te!-

sussurrò alla piccola che dormiva beata sul suo letto.

Appoggiò la felpa che aveva legato alla vita vicino alla piccola e si diresse verso il bagno.

 Tornò in camera accompagnata da una nuvola di vapore, s’infilò direttamente il pigiama prima di iniziare la ricerca disperata di un elastico che sembra volesse farle un dispetto; quando finì di sistemarsi, si concentrò di nuovo su sua sorella che si stava svegliando, molto probabilmente spinta della fame.

Era troppo presto per l’omogeneizzato, così fece un salto in cucina, dove trovò i suoi biscottini, ne prese una manciata prima di tornare di sopra.

Laura stava giocherellando con la felpa, tirandone le maniche e mordicchiando i lacci del cappuccio, dopo di che l’afferrò il più saldamente possibile prima di scagliargliela contro.

Dalla tasca uscì il fazzoletto che le aveva dato Luca in caso di emergenza, c’era scritto qualcosa, ma non fece in tempo a leggere il messaggio perché Laura, affamata, si era messa a piangere, continuando a ripetere –Ema, bicoto!-.

Emma si mise il fazzoletto in tasca, poi allungo il primo biscotto, che lei afferrò iniziando subito a mordicchiarlo.

Saranno state circa le dieci e mezza quando Luca oltrepassò la porta di camera del suo migliore amico,Lorenzo Ceccari,per gli amici Lollo, per la consueta serata dedicata Call of Duty.

-Ave Lollo, pronto ad essere massacrato un’altra volta??!!!!-

-Da dove viene tutta questa grinta, eh?!-

-Ma non si saluta più?- replicò Luca buttando la sua giacca nera taglio Montgomery sulla sedia.

-Ciao, Luca! Contento?-

-Meglio, certo un po’ più di passione….- disse prendendolo in giro

-Scommetto che è la passione di qualcun'altrA che vorresti- disse Lollo mentre lo osservava attentamente –Ma che dici! Ti sei bevuto il cervello…...!-

Lollo si sedette nella sua stessa posizione, per terra con la schiena appoggiata sul letto, gli diede una bottarella sul gomito a mo’ d’incoraggiamento –Ma ti sei visto allo specchio? Hai una faccia…lo capirebbe anche un bambino! Come si chiama?-

- Emma - disse con un sospiro al ragazzo che conosceva da così tanto tempo che ormai considerava come un fratello.

-Ma non eri tu quello che diceva “mai più ragazze come Chiara”..?-

L'occhio della FarfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora