Capitolo 7

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La campanella dell'ora di pranzo mi fece tirare un sospiro di sollievo, finalmente potevo lasciarmi alle spalle gli sguardi inquisitori dei miei compagni e raggiungere George.
Così aspettai che la classe si fosse svuotata e mi incamminai lentamente fino alla mensa.
Nella sala il caos regnava sovrano, come ogni giorno c'erano ragazzi ovunque che ridevano, mangiavano e chiacchieravano rumorosamente.
Mi alzai in punta di piedi per cercare George e lo trovai seduto a un tavolo da solo, mentre divorava uno dei suoi sandwich.
Così mi feci largo tra il mare di studenti e andai a sedermi con lui.
"Ah Geo non cambi proprio mai tu..sempre a mangiare!"
George bofonchiò qualcosa a bocca piena prima di farmi posto accanto a lui.
"Bhe cosa ci posso fare Paul..sono cinque e dico cinque lunghissime ore che non metto qualcosa sotto i denti...stavo morendo di fame!"
Scossai la testa e mi misi a ridere.
"sempre il solito..cinque ore senza mangiare e diventi una belva"
George diede un ultimo morso al sandwich e iniziò a scartarne uno nuovo.
"Bha, sarà...invece tu non mangi niente Paul? non hai nemmeno un po di fame?"
Iniziai a mangiarmi le unghie nervosamente, il solo pensiero di dover ingurgitare qualcosa mi faceva venire il voltastomaco.
"No Geo...è che ho mangiato tanto a colazione stamattina..sono ancora pieno"
George annuì e tornò al suo sandwich.
Io non potevo fare a meno di guardarmi intorno nervosamente, avevo paura di incontrare qualche mio compagno e di sentire altri commenti sul mio occhio...ma soprattutto avevo paura che George li sentisse e scoprisse il vero motivo per cui portavo gli occhiali.
"Paul? Paul ma che hai?"
Geo mi schioccò due dita davanti agli occhi, risvegliandomi dal mio stato di trance.
"Uhm..cosa? che succede?"
Guardai George con aria interrogativa.
"no me lo devi dire tu che succede Paul! ma ti senti male per caso?"
In quel momento vidi un gruppetto di miei compagni avvicinarsi e decisi di darmela a gambe.
"No Geo va tutto bene..solo che devo..devo scappare in classe, ci vediamo all'uscita!"
George mi guardò perplesso mentre mi allontanavo, ma una volta rimasto solo tornò felicemente al suo sandwich.

Il pomeriggio trascorse lento e noioso come non mai.
Quando il suono dell'ultima campanella raggiunse le mie orecchie, provai un senso di libertà come mai mi era successo prima.
Recuperai velocemente tutte le mie cose e corsi verso l'uscita.
George mi stava già aspettando, impaziente continuava a sistemarsi i capelli in maniera frenetica, così mi avvicinai e con la mano glieli scompigliai tutti.
"uhgg Paul! e adesso come faccio?! il mio povero ciuffo!"
La sua espressione imbronciata mi fece quasi venire da ridere.
"Ohh povero Georgie! E adesso senza ciuffo come farà?! Paul è stato davvero un cattivone!"
George roteò gli occhi e si fece scappare una spece di grugnito dalla bocca.
"Paul ti prego sono già abbastanza teso di mio...non ti ci mettere anche tu..piuttosto muoviamoci che non possiamo fare tardi!"
Solo in quel momento mi ricordai che dovevamo incontrare John. Merda.
Improvvisamente mi trasformai in un fascio di nervi e il mio stomaco per l'ennesima volta cominciò a darmi del filo da torcere. Mi accesi una sigaretta, forse la prima di tante quel pomeriggio.
Il tragitto fino alla fermata fu piuttosto silenzioso, sia io che George eravamo molto nervosi anche se per motivi diversi.
Lui aveva paura di fallire, di non riuscire ad entrare nel gruppo e io avevo paura della reazione che avrebbe avuto John nel vedermi.
Avrebbe riso di me come aveva detto quella vocina nella mia testa? Gli avrei fatto schifo? Dopotutto prima o poi gli occhiali me li sarei dovuti togliere...non potevo mica vivere dietro due pezzi di vetro scuro.
Mi accesi un'altra sigaretta.
"Paul? da quando fumi?"
La faccia interrogativa di George mi fece rabbrividire. I suoi occhi profondi sembravano volermi scrutare nel profondo..sembravano voler spiare i miei pensieri più personali.
"Da quando ci conosciamo.."
La sua espressione delusa mi fece sobbalzare il cuore.
"Ah..quindi...quindi sono io il motivo per cui hai iniziato?"
I suoi grandi occhi tristi erano diventati lucidi, pieni di rimorso.
"No, no George! ma come ti salta in mente?! volevo dire che fumavo già da prima di conoscerti..e poi lo faccio solo quando sono nervoso"
George allora cambiò nuovamente espressione, questa volta sembrava quasi stupito.
"nervoso? e come mai sei nervoso ora?"
Non sapevo davvero cosa rispondere, e per fortuna non fu necessario pensare a una scusa.
Proprio in quel momento qualcuno alle nostre spalle ci sorprese.
"Allora Paul, è questo il famoso Harrison di cui mi parlavi?"
La sua voce, l'avrei riconosciuta tra mille. Era quella di John.
Io e George ci girammo di scatto e proprio in quel momento una risata cominciò a martellarmi le orecchie.
"ma come ti sei conciato Paul?"
Si. Quella risata, quelle parole..erano, purtroppo, familiari.
E anche se, molto probabilmente, John stava ridendo per il fatto che portavo gli occhiali da sole in pieno inverno, io non riuscivo a crederci.
Quella voce nascosta in chissà quale angolo della mia testa, continuava a tormentarmi.
Mi diceva che aveva ragione lei.
John mi trovava ridicolo, mi aveva riso in faccia, per dio!
Facevo schifo e questo non lo avrei potuto cambiare.
"Paul? Paul è tutto ok?!"
Goerge e John mi guardavano preoccupati, come se fossi uno strano essere con chissà quale patologia rara.
"Si, si è tutto perfettamente ok..piuttosto passiamo alle cose importanti..John, lui è George e George, ecco John"
La mia risposta secca li sorprese entrambi, dopotutto non era da me. Comunque decisero di non darci troppo peso e si scambiarono una salda stretta di mano.
Dopo qualche secondo di silenzio fu John a parlare di nuovo.
"bene, allora oggi andiamo a casa mia? così tu George puoi usare la mia chitarra e mi fai vedere quello che sai fare"
Il più piccolo annuì sorridente, io invece non dissi nulla, semplicemente li seguii in silenzio verso casa.

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