Capitolo 15

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La porta d'ingresso si spalancò all'improvviso, facendo entrare la tempesta nel salotto di zia Mimi.
George e Stuart balzarono in piedi dallo spavento, bloccandosi per un istante.
Un minuscolo, insignificante e soprattutto silenzioso istante che precedette la tempesta vera e propria, quella che come un uragano stava per abbattersi sulla casa dell'ignara zietta.

"LEVATEVI TUTTI DALLE PALLE, SUBITO!"

John entrò di corsa nella stanza, il mio corpo privo di sensi stretto tra le braccia e un'espressione di totale smarrimento sul volto. Entrambi eravamo bagnati fradici e parecchio infreddoliti, ma ciò a John sembrava non dare il benché minimo fastidio, poiché al momento l'unica cosa che gli si poteva leggere negli occhi era la rabbia, pura e cieca.

"John! che cazzo è successo?!"

George rimase immobile con un' espressione di puro shock dipinta sul viso.
Tutto sembrava improvvisamente muoversi con estrema lentezza e perfino le gocce d'acqua che mi colavano sul viso parevano fare rumore. John non rispose, non guardò George nemmeno in faccia, semplicemente si precipitò verso il divano dove mi adagiò con estrema delicatezza, quasi per paura di potermi rompere.

"John, cazzo, rispondimi! dimmi che cazzo è successo!"

Il più grande si girò con un'espressione furente sul viso e con i pugni stretti, cominciò ad urlare.

"Non sono stato abbastanza chiaro?! ho detto di levarvi dalle palle!"

George a quel punto perse le staffe, strinse i pugni e si buttò a capofitto sul più grande, iniziando a colpirlo sul petto.

"Stronzo! sei uno stronzo! non mi frega un cazzo se questa è casa tua! io non mi muovo finché non mi dici cos'è successo! è il mio migliore amico, cazzo! DIMMELO O TI GONFIO DI BOTTE!"

I pugni del più piccolo scuotevano a malapena John, che essendo molto più forte, ebbe bisogno solo di una piccola spinta per farlo cadere a terra.

"Mi vuoi gonfiare di botte? tu?! e come speri di farlo mister muscolo, eh? facendomi il solletico, per caso?"

"VAFFANCULO!"

George si alzò di scatto buttandosi contro John, facendo così cadere entrambi a terra, dove iniziò una vera e propria rissa.

"BASTA! TUTTI E DUE!"

Stuart, che fino ad allora era rimasto in disparte ad osservare la scena, si mise ad urlare. Fu una cosa talmente tanto sconvolgente per gli altri due, poiché non lo avevano mai sentito alzare la voce prima di allora, che si fermarono immediatamente. Sutcliffe spostò poi il più piccolo, allontanandolo da John e decise per la prima volta di prendere in mano la situazione.

"Adesso vi calmate entrambi perché di certo questo casino non ci aiuta a risolvere la situazione..e tu John vedi di non fare lo stronzo e raccontaci cos'è successo.."

John, che se ne stava seduto con un'espressione imbronciata, si massaggiava la guancia dove il piccolo Harrison era riuscito a tirare un discreto gancio, mentre George sedeva dall'altra parte della sala con le braccia conserte e un sorrisetto compiaciuto sul viso.

"In realtà non so molto nemmeno io..quando sono andato a casa sua, Mike mi ha detto che era uscito qualche ora fa per venire alle prove, allora ho iniziato a cercare in giro e l'ho trovato svenuto in un vicolo..questo è quanto, se l'interrogatorio è finito magari ora possiamo passare a preoccuparci delle cose serie.."

George e Stuart sospirarono all'unisono, perché John doveva essere sempre così testardo? perché doveva sempre rendere le cose più difficili per tutti? Discutere con lui era praticamente inutile, era come parlare al vento e siccome nessuno dei due aveva voglia di iniziare una partita già persa in partenza, decisero entrambi di lasciar perdere.

"Stu, andresti a prendere un fazzoletto bagnato? mi sa che ha la febbre..George tu invece andresti in camera mia a prendere dei vestiti puliti? io intanto penso a togliergli questa roba fradicia di dosso..trema come una foglia"

John iniziò a togliermi gli stivaletti buttandoli senza cura su quello che, in teoria, doveva essere il tappeto nuovo della zia. Continuò, poi, delicatamente a sfilarmi la giacca di pelle e la maglietta bianca che era quasi completamente impregnata di sangue.

"cazzo.."

Lennon cominciò ad imprecare tra i denti. Non aveva mai visto un corpo così segnato, così visibilmente pieno di sofferenze. La vecchia incisione che mi percorreva la schiena era stata riaperta e nuovi tagli si sommavano a quelli lasciati in precedenza, il mio viso era ricoperto di graffi e le schegge di legno erano sparse per tutto il corpo. John cercò di andare avanti senza pensarci troppo, ma quando mi tolse i pantaloni, non poté far a meno di notare una grossa macchia rossa di sangue nel retro delle mie mutande.

"oh merda..merda..merda..che cazzo faccio.."

John sapeva anche fin troppo bene che cosa significava, ma non poteva essere, giusto? non poteva..sembrava tutto così surreale per poterci anche solo credere, eppure i fatti parlavano chiaro e in quel preciso istante l'unica cosa che a John parve necessaria da fare era mantenere il segreto.
Ne Stuart ne George potevano venirne a conoscenza, per qualche strano motivo la faccenda doveva riguardare solo noi due.












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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 26, 2016 ⏰

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