Capitolo 2

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Sentivo il fumo entrarmi nei polmoni, trapassarli completamente per poi ripercorrere la stessa strada al contrario e trovare scampo fuo ri dalla mia bocca. Era un dolce supplizio, la mia piccola tortura quotidiana. Insomma una di quelle cose che sai che ti fanno male, ma che fai lo stesso, perchè alla fine ti fanno sentire sollevato.
Il dottor Robert mi fissava, forse impaziente di ascoltare quello che avevo da dirgli e così decisi semplicemente di accontentarlo. Chiusi gli occhi e le lancette del mio orologio tornarono indietro.
"sa dottore, la maggior parte delle persone non ricorda con esattezza la sua prima sigaretta, semplicemente inizia a fumare per caso senza nemmeno un vero motivo, lei ha memoria della sua prima?"
"bhe, ecco non esattamente, ricordo solo che ero molto giovane ma non saprei dire con esattezza qual'è stata la prima che ho fumato"
"ecco, lei mi ha chiesto di raccontare da dove le cose hanno iniziato a cambiare per me, bhe tutto ha preso una piega inaspettata dal giorno della mia prima sigaretta, niente è più stato come prima, ricordo molto chiaramente il 31 Ottobre 1956"

Era la mattina di Halloween, io e Mike ci stavamo provando i costumi che la mamma ci aveva cucito per quella sera. Il mio era perfetto, ricordo di essermi guardato allo specchio e di aver pensato di essere il gemello di Elvis Presley, la mamma aveva fatto davvero un ottimo lavoro e sia io che mio fratello non aspettavamo altro che di poter fare dolcetto o scherzetto per le strade di Liverpool, volevamo far morire di invidia i nostri amici.
Così quando sentimmo aprirsi la porta d'ingresso non avremmo mai osato immaginare cosa ci avrebbe atteso veramente quella sera.
Nostro padre, Jim, non aveva il solito sorriso stampato sulle labbra. Al contrario un'aria di tristezza aleggiava sul suo viso e con totale distacco ci disse solo "la mamma è morta, mettete via quegli stupidi costumi e vestitevi che dobbiamo andare al funerale"
Il cielo urlava, la pioggia batteva incessantemente, sembrava che in mezzo a tutte quelle gocce ci fossero state anche le lacrime che io e Mike non avevamo potuto piangere, non ci era stato permesso farci vedere piagnucolare come due femminucce. Con la massima compostezza restammo li, per tutta la durata della cerimonia a fissare la cassa di legno finire sottoterra e a chiederci se eravamo stati bravi come figli, se le avevamo detto abbastanza volte che le volevamo bene e se lei lo sapeva.
Fu quella la prima volta in cui ricordo di essermi sentito vuoto dentro, era una mancanza strana come se qualcosa se ne fosse andato dal profondo sel mio cuore e così più tardi durante il rinfresco a casa nostra, insieme a tutti i parenti notai un pacchetto di sigarette sul tavolo della cucina, ebbi la senzazione che una di quelle avrebbe potuto aiutarmi a riempire quel buco che sentivo dentro e così semplicemente ne sfilai una senza farmi vedere da nessuno. Quella sera, quando tutti se ne furono andati io corsi nella mia stanza e mi ci chiusi a chiave, aprii la finestra e accesi la sigaretta. Dopo qualche colpo di tosse i miei polmoni si abituarono e anche se per qualche istante, quel vuoto sembrò scomparire, perciò da quel giorno non smisi mai di fumare.

it won't be longDove le storie prendono vita. Scoprilo ora