Capitolo 10

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Quando Mike tornò a casa, circa dieci minuti dopo, ci sedemmo a tavola per mangiare quello che avevo cucinato.
"hei Paul! ma che ti è successo all'occhio?"
Come al solito il mio occhio nero sembrava essere l'unica cosa di tutti si preoccupavano.
"non è nulla Mike..oggi sono caduto dalle scale.."
Mio fratello mi guardò preoccupato, ma decise di cambiare argomento vedendo che non avevo voglia di parlarne.
"Paul..ma dov'è papà? non lo vedo da ieri sera..tu sai qualcosa?"
Esitai un attimo prima di rispondere.
Non potevo di certo dirgli che papà ci aveva lasciato, non così.
Perciò, decisi semplicemente di mentire.
"papà? è dovuto partire stamattina presto..sai un viaggio di lavoro.."
Mike mi guardò confuso, soprattutto perchè papà non aveva mai viaggiato per lavoro prima d'ora.
"ah..e ti ha detto per caso quanto starà via?"
Ripensai alla lettera, in quell'istante e mi resi conto di non avere assolutamente idea di quanto tempo saremmo rimasti soli.
"bhe..mmm..non lo sapeva esattamente, sai come funzionano certe cose..però ci ha lasciato abbastanza soldi per qualche mese"
Mike inforcò l'ultimo pezzo di carne e mi guardò dritto negli occhi.
"allora saremo solo noi due per un pò..immagino"
Sospirai lievemente prima di rispondergli.
"si, saremo solo io e te..ma vedrai che ce la caveremo alla grande..come abbiamo sempre fatto, no?"
Questa volta Mike mi sorrise, anche se non del tutto convinto.
"bhe, immagino di si"

La mattina seguente uscii di casa abbastanza presto, dopo aver detto a Mike che poteva invitare qualche amico per la notte siccome io sarei rimasto da John. In giro non c'era quasi nessuno, così camminai con molta calma per raggiungere la fermata.
Il mio occhio nero stava migliorando, giorno dopo giorno iniziavo a vederci sempre meglio.

Quel pomeriggio, con la mia solita chitarra in spalla, mi diressi verso casa di John.
Per un attimo mi sembrò di rivivere quello strano sogno avuto la notte prima, ma scacciai subito il pensiero dalla mia mente, dopotutto si trattava solo di una stupidaggine che non significava nulla.
Arrivai davanti alla porta d'ingresso e John mi accolse con il sorriso stampato sul volto.
"Paul! finalmente sei arrivato! stavo cominciando a perdere le speranze..vieni, gli altri sono già qua"
Senza nemmeno darmi il tempo di rispondere, John mise il suo braccio intorno alle mie spalle e mi portò dagli altri.
"Paul, finalmente!"
George si illuminò e mi fece uno di quei suoi famosi sorrisi a trentadue denti, che io ricambiai prima di sedermi accanto a lui.
"Paul, loro sono Pete e Stuart..gli altri della band"
George indicò due ragazzi più grandi seduti accanto alla finestra.
John e Stuart sembravano essere molto legati, ridevano e scherzavano in continuazione, inoltre sembravano avere una bella intesa e questa cosa mi faceva diventare matto. Ero geloso, soprattutto perchè quello sarebbe dovuto essere il mio posto.
D'altro canto Pete era un ragazzo serio, raramente si metteva a scherzare con gli altri e in lui c'era qualcosa che non mi convinceva fino in fondo.
Era un volto noto per me, mi sembrava di averlo già visto da qualche altra parte, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo proprio a ricordare dove.

Il pomeriggio di prove passò abbastanza velocemente, tutti insieme riuscimmo ad organizzarci e a suonare qualche cover tra quelle che conoscevamo.
Alle otto Stuart e Pete tornarono a casa, lasciando me, George e John da soli.
"Bhe non so voi, ma io sto letteralmente morendo di fame"
George guardò John con approvazione.
"stavo giusto pensando la stessa cosa"
John si alzò in piedi e ci fece cenno di seguirlo.
"andiamo a dare un'occhiata a quello che Mimi ci ha lasciato"

"Johhnnn ho faaameee"
"cinque minuti George! solo cinque! a meno che tu non preferisca berlo con la cannuccia l'uovo!"
George e io eravamo seduti a tavola, mentre aspettavamo la cena che John ci stava cucinando.
"fosse per me lo mangerei anche crudo, sai? mia madre però dice che si può prendere la salmonella.."
"tua madre ha ragione..ecco perchè aspettarai ancora cinque minuti!"
"mmm...va bene però cerca di sbrigarti...il mio stomaco non ce la fa più!"
Ossarvavo la scena divertito mentre cercavo di distrarmi un pò dai miei soliti pensieri.
"sei sempre il solito Georgie..pensi solo col tuo stomaco"
Il più piccolo arrossì violentemente, mentre John arrivò in tavola con la cena e il the.
"mmm..Paul! non chiamarmi così! lo detesto!"
Io e John scoppiammo a ridere divertiti, mentre George cercava di nascondere il colore acceso sulle sue guance.

it won't be longDove le storie prendono vita. Scoprilo ora