sogni...impossibili

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Quando la festa terminò,tornarono tutti alle loro abitazioni o ai loro veicoli.
I due sposi abbandonarono il ristorante al galoppo di una carrozza con quattro cavalli bianchi,i due novelli sposi avrebbero dormito in un albergo lì nelle vicinanze per poi partire il giorno seguente alla scoperta dell'Africa:esatto avrebbero fatto il viaggio di nozze nel centro dell'Africa nera.
Austin ed Ally si accordarono sul fatto che loro avrebbero preferito un luogo esotico come le Hawaii,iniziarono a ridere al pensiero che si fossero accordati su un futuro matrimonio nello stesso giorno in cui si erano fidanzati.
''Ok,allora noi partiremo per le Hawaii..me lo hai promesso'' mormorò Austin divertito nel vedere la sua reazione.
''Si,ma io voglio andare anche a Parigi..prepara i biglietti'' disse ridendo.
Continuarono a camminare mano nella mano,senza rendere conto a nessuno. Loro camminavano verso la macchina del padre di Austin,anche al ritorno sarebbe dovuta sedersi sulle gambe del biondo,ma non ne era più così spaventata;anzi ne era contenta..avrebbe voluto passare il resto della sua adolescenza così,fantasticando sul suo futuro,fantasticando su tutto ciò che può affascinare una ragazzina di diciotto anni,fantasticando sulla sua adolescenza sapendo che non l'aveva mai vissuta a pieno,anzi forse non l'aveva vissuta per niente.
Aveva sempre pensato a come poter sopravvivere con un padre che aveva davanti agli occhi tutto il giorno,ma che non era mai realmente presente e con una madre che non c'era,che sembrava non sapere della sua esistenza. Forse fin dall'inizio avrebbe dovuto ricordarsi che esistono persone che possono aiutarti,persone che fanno del bene non per ricevere qualcosa in cambio solo perché tengono a te.
Lei ormai era nelle mani di Austin e aspettava che fosse lui a crescerla,e a farle vivere l'adolescenza che non aveva mai potuto godersi
''Parigi? Ma è così fredda!'' esclamò il biondo ridendo mentre apriva la portiera.
Il biondo teneva ancora per mano la ragazza,non avrebbe voluta lasciarla mai.
Lui era certo che non potesse andare tutto bene sempre,allora voleva solo approfittare del tempo che gli sarebbe rimasto per occupare lo spazio tra le sue piccole dita. Sapeva che prima o poi sarebbe venuta fuori quella dannata scommessa e che tutto ciò che era riuscito a costruire con la fatica,si sarebbe ben presto distrutto,con le sue stesse mani.
Non sapeva per quanto tempo sarebbe riuscito ad occupare quello spazio,quindi voleva trascorrere il tempo come meglio poteva. Voleva osservarla,voleva accarezzarle i capelli,voleva consolarla,voleva farla ridere,voleva stare bene con lei,voleva pensare al suo futuro con lei,voleva essere suo.
''Sarà anche fredda,ma è bellissima!'' sussurrò una volta posizionata sulle ginocchia del biondo. Lui le strinse la vita con entrambe le braccia ed appoggiò il volto sulla sua schiena,osservò come il suo respiro si facesse pesante. Era emozionata. Era felice.
Voi penserete che loro siano stupidi a programmare un futuro che forse nemmeno esiste,ma no. Loro erano solo dei ragazzini che avevano voglia di sognare,si perché i sogni degli adolescenti sono solo un qualcosa per fuggire dalla realtà e nascondersi in un mondo tutto loro,un mondo fatto di colori e allegria,senza l'ombra della malvagità e della freddezza. In quel mondo dimenticavano i problemi che assillavano le loro menti e si concentravano sulle loro personalità. Potevano essere loro stessi,nel vero senso della parola.
Il ragazzo annuii,sapeva che la promessa di portarla a Parigi entro qualche giorno sarebbe stata nulla,ma voleva solo godersi quel attimo di felicità. Cogli l'attimo. Lui cercava di farlo nel migliore dei modi.

Austin teneva stretta la mano della castana. Lei non mollava quella di Austin.
Continuavano a guardarsi negli occhi e a ridere imbarazzati,con un solo sguardo riuscivano a trasmettersi tutte le emozioni possibili.
Loro si completavano.
Tutti avrebbero detto che erano due persone incompatibili,ma a chi importava l'opinione della gente?
Infondo le persone parlano solo per far soffrire la gente,solo perché sono invidiosi di quella felicità che possiedi,sono gelosi che tu sia riuscito a divertirti mentre loro non ci riescono.
Arrivarono dopo un po' al cortile della casa di Ally,lei sembrava abbastanza intristita,salutò tutto con un cenno ed un ''ciao'' appena sussurrato,tutti i componenti della famiglia si resero conto che nel suo tono c'era qualcosa che non tornava.
Improvvisamente aveva smesso di ridere,era diventata triste e leggermente pensierosa.
Era l'una ed era certa che il padre le avrebbe fatto pagare le conseguenze di quel suo ritardo.
Austin si offrì di accompagnarla fino alla porta. I due avevano ancora le mani intrecciate ed il biondo non l'avrebbe mollata finchè non sarebbe arrivati alla soglia del portone.
Il biondo non voleva lasciarla per nessuna ragione al mondo.
''Allora,mi porterai a Parigi?'' domandò sussurrando e camminando verso l'entrata.
Si accorse del volto del padre che li spiava dalla cucina,il padre era ancora sveglio come sospettava ed era pronto a fargliela pagare.
''Ti porterò ovunque tu vorrai'' mormorò il ragazzo.
Austin non si era accorto del padre che li fissava dalla cucina,però ad un certo punto Ally sembrava intimorita da ciò che avrebbe potuto aspettare all'interno di quella casa. E anche lui aveva paura per lei.
Lei sorrise imbarazzata. Erano arrivati alla porta ed Austin si avvicinò alla ragazza per lasciargli un casto bacio sulle labbra. Si sfiorarono quando improvvisamente qualcuno spalancò la porta. La castana era certa di chi fosse la persona che aprì la porta così repentinamente e quando vide la sagoma capì subito che era suo padre.
''Ally,adesso saluta questo ragazzo ed entra in casa'' bofonchiò nel modo più freddo possibile folgorando Austin con lo sguardo.
''Ciao Austin'' sussurrò la ragazza a testa bassa.
Il ragazzo comprese il timore della ragazza,alla mente ritornò l'immagine del suo occhio violaceo ed aveva paura che stavolta potesse fargli qualcosa di peggiore. Non se lo sarebbe mai perdonato.
''Ally sei sicura che tu non voglia che faccia qualcosa?'' domandò guardandola preoccupato.
''No,no vai a casa'' mormorò la castana.
Forse la sua paura nei confronti del padre non era svanita del tutto,provava ancora un certo terrore,non sapeva l'uomo fino a che punto sarebbe stato in grado di arrivare..e se avesse fatto del male anche ad Austin? Lei non poteva permetterselo.
''Qualsiasi cosa,ti prego chiamami'' la supplicò prendendogli la mano.
''Non preoccuparti'' mormorò la ragazza donandogli un leggero sorriso.
Il padre sbuffò.
''Non ha bisogno della carità,puoi andare a casa adesso'' brontolò.
Austin non diede importanza alle parole dell'uomo e guardò Ally per averne conferma. Lei semplicemente annuii tenendo gli occhi rivolti al pavimento.
''Qualsiasi cosa tu abbia bisogno,ti supplico chiamami!'' mormorò continuando a stringergli la mano tra le sue dita.
Si avvicinò alla ragazza e delicatamente appoggiò le labbra sulla su gota terribilmente impallidita.
''Vai via'' sbottò il padre ''l'hai accompagna,adesso puoi andare'' continuò ad urlargli contro.
Austin decise di allontanarsi,continuando a voltarsi verso la ragazza,la quale manteneva lo sguardo basso.
Avrebbe voluto davvero fare qualcosa,ma come avrebbe potuto difenderla? Lui non aveva nessun potere,non poteva denunciarlo..perchè quell'uomo per la sua grande fama,avrebbe pagato un buon avvocato che ,in un battito di ciglia, lo avrebbe fatto uscire.
Continuò a voltarsi finchè non si accorse che il padre la tirò per un braccio con una certa violenza all'interno dell'abitazione.

Il volto dell'uomo era incredibilmente terrificante,Ally sapeva che aveva intenzione di fare qualcosa,quindi si sbrigò a dirigersi verso le scale per raggiungere ben presto la sua camera da letto.
''è per quel cretino che stai uscendo ogni giorno? È per quel cretino che stai lasciando volare via il tuo sogno di diventare segretaria?'' urlò sbattendo un pugno sul muro,facendo fermare Ally e facendola sobbalzare per il terrore.
L'uomo cominciò a massaggiarsi le nocche per l'urto appena subito e subito tese la mascella all'udire della voce della castana.
''Lui non è un cretino'' disse con fermezza. ''E quello non è il mio sogno,io non diventerò segretaria..lo hai capito?'' domandò urlando.
''Quello è il tuo sogno,io ringrazio il cielo per la presenza di Austin,perché almeno mi fa allontanare da questa merda di casa..e dal merda di padre che sei '' continuò con coraggio.
Si aveva fatto bene,aveva fatto bene a liberarsi.
Aveva difeso Austin e i suoi pensieri,per la prima volta non si era fatta mettere i piedi in testa.
Ne era fiera,davvero.
Ringraziò mentalmente Austin per averle dato la forza di farlo.
''Tu non sei mia figlia'' mormorò.
''Vorrei che fosse così,fidati'' disse la ragazza dirigendosi al piano superiore.
Queste parole non sembrarono procurargli un dolore eccessivo,in effetti l'uomo era più arrabbiato perché la ragazza non voleva fare da segretaria. Lui odiava essere disubbidito ed Ally non doveva permettergli di mancargli di rispetto perché era suo padre.
La rabbia lo fece sbottare e gli afferrò i capelli,iniziò a strattonarglieli fino a sfilarglieli uno ad uno.
Ally aveva iniziato a piangere e a supplicarlo di lasciarla.
Ma lui non voleva fermarsi.
Le fece sbattere la testa contro il muro che immediatamente si macchiò di sangue,il sangue di Ally.
Lei rimase stesa per terra,con il naso rotto,le mani tremanti e le gambe che non riuscivano a reggere il peso. Non era sorpresa,sapeva che il padre lo avrebbe fatto.
''Domani a mente fresca,ne riparleremo..adesso vatti a lavare e vai a letto'' affermò l'uomo.
Aveva salito un paio di gradini e si era voltato verso la ragazza che era ancora stesa sul pavimento.
''Buona notte'' esclamò evidentemente seccato.
Ally lentamente salì le scale e si ritirò in camera sua.
Aprì l'acqua della vasca da bagno,la riempì fino a metà e si fermò ad osservare l'acqua della vasca mentre la mente ripercorreva tutto l'avvenuto.
Aveva ancora il trucco sciolto sulle guance,il sangue che gli gocciolava sulle labbra ed un possibile naso rotto,ma non le importava. Si affacciò sul corridoio e si rese conto che il padre stava ormai dormendo,in quanto il televisore non emanava alcun rumore.
Decise così che per la prima volta,non gli avrebbe dato ascolto,ma avrebbe fatto di testa sua.
Afferrò un pigiama e lo infilò in uno zaino,rimase il cellulare sul comodino in modo che se l'avesse cercata non avrebbe mai potuto trovarla e lentamente si diresse al piano di sotto.
Scese gli scalini uno ad uno,tentando di non far rumore.
Aprì la porta e con leggerezza se la richiuse alle spalle.
Con velocità attraversò il cortile ed iniziò a correre per le strade di Miami.
Si fermò alla cabina telefonica accanto al cinema,infilò un dollaro e aspettò che il telefono gli desse la possibilità di comporre il numero,chiamò l'unica persona di cui ricordava la cifra a memoria:Austin.

''P-pronto? Chi è?'' domandò con un tono leggermente assonnato.
''A-austin..ho bisogno di te'' mormorò la ragazza.
''Ally,dove sei? Dimmi dove sei..vengo a prenderti subito con il motorino'' propose lui.
''Sono accanto al cinema'' disse Ally quasi piangendo.
Il tono della ragazza lo preoccupò,sapeva di dover rimanere lì e si pentì amaramente di averla abbandonata con quell'uomo.
In ogni caso lui se ne sarebbe preso cura..avrebbe fatto di tutto per farla stare bene e per renderla felice.
''Sto arrivando'' affermò prendendo una giacca e le chiavi del motorino.

Lui non l'avrebbe mai lasciata sola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 08, 2015 ⏰

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