Finchè morte non ci separi

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Quel giorno arrivò:il 18 novembre,il giorno tanto atteso;era il giorno del matrimonio;la madre di Austin era ansiosa,ma entusiasta del fatto che suo figlio sarebbe stato presente e di poter finalmente sposare l'uomo della sua vita,suo padre,invece,era felice di poter indossare lo smoking che indossò per la prima volta quando uscì Jessica,quest'ultima era intimorita all'idea di presentarsi come un membro della famiglia,ma felice di passare del tempo con persone diverse piuttosto che con i tre uomini con cui era abituata a vivere,il piccolo Joseph era irritato dal completino che comprò il lunedì precedente con il papà e la sua fidanzata,ma appariva euforico poiché avrebbe trascorso tutto il pomeriggio con i suoi cuginetti. Ed infine vi erano Austin ed Ally.Austin era stranamente felice di andare a quel matrimonio,non che l'immagine di sua madre con Tom lo rasserenasse,ma sapeva che con Ally accanto non sarebbe stato poi così brutto,lei aveva lo strano potere di rendere magico tutto ciò che la circondasse.
Era anche abbastanza teso perché sapeva che vederla con quell'abito indosso lo avrebbe reso stupido ed imbranato. E lui non voleva mostrarsi così,soprattutto con lei.
Il biondo era posizionato di fronte allo specchio con un sguardo irritato;indossava una giacca nera su camicia bianca,pantaloni neri aderenti e le mani che si trovavano nel bel mezzo di una rissa tra lui e la sua cravatta:non era in grado di aggiustarsela nella maniera più corretta,non lo aveva mai fatto prima di allora e dal piano terra tutti i presenti udirono i suoi urli di nervosismo.
''Diavolo,io odio questa cosa!'' urlò il ragazzo gettando la cravatta sul pavimento,per poi raccoglierla qualche minuto dopo.
''Cosa succede Austin?'' sussurrò il piccolo Joseph mettendo piede nella stanza .
''Non riesco a mettermi questa stronzata'' bofonchiò il fratello con più rabbia possibile.
Joseph lo aveva sentito spesso imprecare,ma non lo aveva mai visto così tanto teso e spalancò gli occhi per lo stupore.
''Vado a chiamare papà'' mormorò il ragazzo uscendo dalla stanza.
Austin si sedette sul letto con le braccia appoggiate alle gambe e la testa fra le mani.
Si fece vivo il pensiero che quella famiglia un po' stramba o persino lui avrebbero potuto allontare Ally dalla sua vita,erano idee irrazionali che non avrebbe mai voluto pensare,ma che inconsciamente salivano a galla.
''Posso entrare?'' domandò il padre bussando alla porta ed entrando leggermente con la testa per dare un occhiata.
Austin alzò leggermente lo sguardo ed osservò il padre sulla soglia della porta. Fece un cenno che lo spinse ad entrare nella stanza.
''Allora cosa succede?'' domandò il padre appena entrato.
Il biondo indicò semplicemente la cravatta che aveva tra le mani. L'uomo incitò il figlio ad alzarsi,in modo che lui potesse fargliela nel modo più corretto.
''è solo questo il problema?'' chiese mentre aveva le mani ancora al collo del ragazzo.
''In realtà no'' ammise il figlio nel panico.
''E cos'altro?'' domandò l'uomo al biondino.
''Bhe..ho invitato una ragazza,penso che mamma tel'abbia raccontato'' disse. Il padre annuii.
''Ho paura di fare qualche errore con lei,sono così imbranato quando c'è lei,sai che con le altre corro,ma con lei non ci riesco;la rispetto troppo per farle del male'' confidò il biondo
''è una bella cosa,non capisco perché tu sia nervoso'' esclamò il padre una volta finito il nodo.
Austin si diede un occhiata allo specchio e poi si adagiò sul letto,la confusione stava prendendo il sopravvento. Il padre si accomodò con lui ed attese che rispondesse.
''Se dovessi fare qualche errore?'' domandò insicuro.
''Troverai il modo di rimediare'' disse semplicemente''Adesso sbrigati che dobbiamo passare a prendere zia Molly'' affermò dandogli una pacca sulla spal la sorridendo e prendendo la strada verso le scale.
''Papà deve venire anche lei con noi,non entrerà se viene anche zia Mol ly''urlò quando l'uomo era già fuori dalla porta.
''Che problema c'è? Si siederà sulle tue gambe'' urlò ridendo rumorosamente e fu immediatamente seguito da Joseph,il quale rideva pur non avendo ascoltato nulla della discussione. Il biondo sbuffò,anche se il pensiero di avere Ally sulle gambe non gli dispiaceva poi così tanto.

Ally quella mattina si era svegliata piuttosto presto,indossò il suo abito rosso e notò con piacere che tutte le cicatrici erano scomparse,non vi era più traccia di quella limetta:non ricordava precisamente se l'avesse buttata o conservata distrattamente in qualche cassetto,ormai era un lontano ricordo ed era tutto merito di Austin se era riuscita a superare quella depressione,da sola non ci sarebbe mai riuscita,anzi molto probabilmente non ci avrebbe nemmeno provato;lei non era un tipo forte,la sua poca forza era dovuta solo ed unicamente al biondo. O forse era proprio lui la sua forza.
Quella mattina decise per la prima volta di non legare i capelli,ma di lasciarli svolazzare liberi inoltre li adornò con una deliziosa molletta rossa a forma di rosa che Austin le regalò come ulteriore accessorio da aggiungere.
''Oh questa sarà perfetta da abbinare al vestito'' mormorò appena la vide appesa ad un girello in cui vi erano appesi numerosi gioielli.
Ally pensava che gli accessori fossero troppi,ma il biondo qualsiasi cosa vedesse doveva assolutamente comprarla. Era affascinata da quel suo aspetto un po' infantile,almeno la faceva ridere.
Indossò velocemente le zeppe che avevano comprato insieme e barcollando arrivò al piano terra,riuscendo quasi per miracolo ad arrivare al portone e a superare il soggiorno. Non era abituata ai tacchi,lei era molto più il tipo da Converse e scarpe da ginnastica.
''Ally ma dove vai vestita così?'' domandò Lester comparendo improvvisamente sull'orlo delle scale con un occhio semi chiuso ed ancora in pigiama.
Ally non aveva più paura di lui,lui non era nessuno per infliggerle quel dolore e non aveva nessun diritto di decidere al posto della figlia: o almeno lei non gliel'avrebbe più permesso.
''Mi hanno invitato ad una cerimonia'' rispose sull'uscio,senza guardarlo in faccia e con una mano già sulla maniglia.
''Sembri una prostituta'' commentò totalmente incurante dell'offesa appena procurata alla figlia. Lei non era da meno: ne aveva abbastanza di lui e di ciò che pensava sul suo conto.
''Adesso posso andare?'' chiese sollevata al pensiero che ,entro poco tempo, avrebbe lasciato quell'abitazione.
''Torna alle dieci'' pretese irritato dal tono della ragazza.
''No ,i matrimoni durano fino a tardi e non ho intenzione di tornare prima della fine'' rispose decisa,uscendo dalla casa.
A pochi passi dalla porta,nel cortile vi era una piccola macchina parcheggiata,la ragazza aveva intuito che si trattasse di Austin e dei suoi parenti e si avvicinò. Prima che potesse aprire la portiera,una grossa chioma bionda la precedette.
''Oh ciao,stavo venendo a chiamarti'' mormorò Austin stupito dalla sua bellezza.
''Ehi'' sussurrò lei.
''Prima che tu possa salire,devo dirti che non sapevo ci fossero più persone di quante te ne avessi dette'' spiegò.
Ally diede un'occhiata all'interno del veicolo e capì che non c'era spazio per lei.
''Mh allora andrò in bus,non preoccuparti'' esclamò lei imbarazzata.
Gli occhi dei due ragazzi si incrociarono e si sorrisero timidamente.
''Oh cavolate'' sbottò l'uomo alla guida''ti siederai sulle gambe di Austin''continuò.
Austin apparve rallegrato a ciò che il padre aveva suggerito ed aveva anche compreso che quando stavano parlando non stesse scherzando,anche perché non avrebbe mai lasciato che la ragazza andasse da sola sul bus,era troppo pericoloso. Chissà chi avrebbe potuto incontrare e cosa avrebbe pensato di farle quel tale con indosso il vestito che la ragazza portava.
''No,no davvero vado con l'autobus'' ribadì lei.
Il biondo con lo sguardo la supplicò di salire sul veicolo e di sedersi comodamente sulle sue gambe.
''Su salì'' urlò il padre.
Prima si accomodò Austin e dopo che la ragazza ebbe preso un respiro profondo si accomodò sulle sue gambe e tentò di rendersi leggera per non dargli ulteriore fastidio: avrebbe preferito usare il comune mezzo di trasporto piuttosto che irritare il povero biondo costretto a sopportare il suo peso.
Il biondo nel frattempo continuava a reggerla per i fianchi con un leggero imbarazzo,provocandole un impercettibile brivido lungo la schiena,lui però notava soltato quanto fosse bella in quel vestito,quanto quel tipo di scollatura le donasse,quanto i gioielli fossero perfetti per lei,quanto quella molletta a forma di rosa che le adornava i capelli fosse adatta al resto dell'abbigliamento. Il ragazzo appena la vide pensò immediatamente che tra i suoi capelli sarebbe stata perfetta perché anche Ally era una rosa,forse non per gli altri,ma per lui si.
''Lei è Ally'' urlò presentandola a tutti.
Il padre guardò la ragazza attraverso il vetro retrovisore e gli sembrava una bella ragazza anche se molto timida.
''Il piacere è nostro'' mormorò il padre tornando a tenere lo sguardo puntato sulla strada.
Ally sorrise timidamente.
''Lui è Mike,mio padre'' disse Austin abbozzando un sorriso.
''Lei accanto è Jessica'' mormorò non specificando che si trattasse della fidanzata del genitore.
Jessica la salutò con un cenno del capo.
''Lui è il mio fratellino Joseph'' disse indicando il ragazzino che era seduto accanto a loro.
''Ciao Ally'' gridò il ragazzino nell'orecchio del fratello.
''Lo sai che mio fratello parla sempre di te?'' domandò con un sorriso sornione sul volto.
Austin ed Ally si guardarono,Ally sorrise divertita con uno sguardo che significava ''No,non lo sapevo a dir la verità'',Austin diede una forte gomitata al fratello che gridò dal dolore per qualche secondo.
A volte il biondo si confidava con il ragazzino;anche perché era certo che fosse l'unico ad avere le labbra cucite,e nell'ultimo periodo aveva spesso citato questa misteriosa ragazza di nome ''Allyson'' che occupava gran parte del suo cervello.
''Ma sei la sua fidanzata?'' chiese con un sorriso dopo essersi ripreso continuando a giocherellare con il pupazzetto che portava sempre con sé.
''No'' esclamarono entrambi.
Il padre e Jessica iniziarono a ridere.
''E lei è mia zia Molly'' affermò il biondo paonazzo in viso riferendosi alla donna seduta accanto al fratellino.
Lei tese la mano verso la donna e rimase in silenzio.
''Sei nella stessa classe di Austin?'' chiese il padre per rompere quel devastante silenzio.
''Ehm no frequentiamo qualche corso insieme'' sussurrò lei.
''E tu vai male quanto lui?'' domandò ridendo.
Austin si paralizzò dall'imbarazzo mentre la castana rideva di gusto e si girò verso di lui continuando a ridere con le lacrime agli occhi. Lui trovò piacevole quella risata anche se a sue spese.
''Papà ora basta'' lo interruppe con la voce tremante per l'imbarazzo.
''Non credergli'' sussurrò alla ragazza.
Ally annuii continuando a ridere.
Tutti avevano notato che tra loro c'era una chimica particolare,infatti non avevao smesso di guardarsi e sorridersi a vicenda per un millesimo di secondo;lei continuava ad essere seduta sulle sue gambe e quel peso al biondo non dava fastidio;anzi al contrario si sentiva sollevato dalla sua presenza: infondo lui non sarebbe nemmeno voluto andarci,ma adesso che c'era lei aveva la conferma che tutto sarebbe andato meglio.

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