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Capitolo 2

Cassandra

Oscurità, buio totale. La mia testa pulsa e mi scappa un gemito dalle labbra socchiuse. Quella luce improvvisa mi aveva impedito di vedere cosa stava succedendo intorno a me.

Appena apro gli occhi vedo il soffitto di una stanza, mi guardo in torno e noto vari particolari che non facevano parte della mia camera come ad esempio delle tende rosse ricamate con fili d'oro, sollevo la testa ma sono costretta a riabbassarla per colpa di una fitta di dolore improvvisa.

Sento la porta aprirsi e dei passi così chiudo gli occhi e fingo di dormire, sento una voce femminile e una maschile chiacchierare come se niente fosse.

-Così è lei la presunta principessa- dice in tono di scherno la donna -Mi aspettavo di meglio-

-Già, ma io che posso farci, dopotutto è solo figlia di Markus- afferma l'uomo

"Chi è Markus?" penso ascoltando la conversazione.

-Cosa farai se lei non dovesse obbedire ai tuoi voleri?-

-Non è rilevante, subito dopo il matrimonio le capiterà uno spiacevole incidente- ride a gran voce lui.

"Matrimonio?! Quale matrimonio?!" vorrei gridare alla coppia, devo capire cosa cavolo sta succedendo.

Escono sghignazzando dalla porta e dal rumore capisco che mi hanno chiusa dentro.

Mi alzo a sedere piano e mi guardo intorno: il letto su cui ero sdraiata è a baldacchino rosso con delle pietre incastonate sulla testiera, a destra lo spazio è occupato dal divano e dalle poltrone messe in modo tale che il camino che c'è sulla parete sia di fronte a questi. Ai piedi del letto c'è un baule antico con sopra appoggiati i miei vestiti piegati ordinatamente, mi alzo dal letto e inizio a girovagare piano nella stanza, mi posiziono di fronte ad uno specchio grande quanto me, il mio viso sembra più riposato, la pelle sembra più luminosa e questo fa spiccare i miei occhi azzurri, i capelli biondi mi cadono sulle spalle in modo libero e disordinato ma la cosa che mi colpisce di più è il vestito elegante che prima non indossavo: è bianco, mi fascia il petto fino alla vita con una gonna che arriva a metà coscia, con dei veli che la circondano lunghi dietro e corti davanti, poi noto sul polso destro un bracciale con 4 incavi, come se le pietre fossero state tolte.

Continuo a girarmi intorno e noto due porte: una imponente di legno dalla quale sono usciti gli sconosciuti e l'altra meno appariscente; apro la più piccola e noto che è un enorme stanza guardaroba, dentro ci sono i miei vestiti ed altri nuovi; riconosco la mia maglietta preferita dell'hard rock di Londra e un paio di jeans corti neri che mi ha regalato John per il mio diciassettesimo compleanno.

Esco dalla cabina-armadio e vedo un ragazzo seduto sul letto, ha i capelli biondi e gli occhi scuri, dalla camicia si intravedevano i muscoli, è piuttosto carino.

-Sei sveglia allora...- mi squadra da cima a fondo -Sei piuttosto carina ma nulla di più...- disse scocciato.

-Come ti permetti?!- dico infastidita e furiosa.

Lui si alza in piedi, è piuttosto alto, mi si avvicina lentamente e digrignando i denti sussurra al mio orecchio -Non ti permettere più di rispondermi in questo modo-

Che faccia tosta! Può anche essere carino, ma questo è davvero troppo -Io non sono la tua schiavetta e quindi non sono costretta ad obbedirti-

Lui, arrabbiato, mi afferra con forza il polso e mi strattona verso il suo corpo.

Noto con piacere che la porta dietro il ragazzo è spalancata, così gli tiro un calcio nei testicoli liberandomi finalmente dalla sua presa e corro via.

Giro a destra, poi a sinistra e mi ritrovo in una stanza al cui centro c'era una grande scalinata di cinque gradini massimo che conduceva ad un soppalco con due grandi troni, mi guardo intorno e mentre sento dei passi venire verso di me capisco che non ho altre vie di fuga.

Riflesso nei suoi OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora