CAPITOLO 13
Cassandra
Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è il cielo: è la quarta volta in una settimana che mi risveglio dolorante e non ne posso proprio più. Cerco di muovere una qualsiasi parte del corpo, ma qualcosa me lo impedisce, delle corde.
Vedo se riesco a trovare Alisea e Thomas, e li trovo anche loro legati a diversi tronchi, svenuti e distanti l'uno dall'altra.
Qualcosa mi balza all'occhio: un gruppo di persone poco lontani da noi che parlottano tra di loro; uno si volta e mi fissa immobile per qualche istante prima di avvicinarsi: ha i capelli castano scuro corti che sono sparati un po' ovunque e gli occhi sono di un fantastico e impossibile verde smeraldo.
Mi guarda soltanto senza spiccicare parola, così tutta la mia timidezza viene sostituita dalla rabbia e tutta la mia acidità trova il suo bersaglio in questo bellissimo ragazzo.
Adam
Mentre sto discutendo sottovoce con Linfa, ho la strana sensazione di essere osservato: mi volto e vedo che un prigioniero si è svegliato, o meglio dire svegliata.
Mi avvicino alla ragazza e la osservo per qualche secondo: ha dei bellissimi capelli mossi color del grano maturo e gli occhi di un azzurro talmente intenso da concorrere con il cielo.
-Mi sciupi così- dice acida quella bellezza: wow, che caratterino!
-Il tuo aspetto mi ha ingannato: ti facevo dolce e invece...- affermo squadrandola da capo a fondo, notando un leggero rossore sulle sue guance, scoppio a ridere per il suo imbarazzo -Cos'é? Nessuno ti ha mai fatto un complimento?-
Lei abbassa lo sguardo triste e capisco di aver toccato un punto dolente.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua acidona?- le chiedo ancora, cercando di farla parlare, anche solo arrabbiare.
-E se anche fosse? Cosa ti dovrebbe importare?- domanda con lo sguardo vuoto
Linfa, quella stupida che si crede la mia ragazza, si avvicina a noi arrabbiata -Non ti permettere di parlare in questo modo al mio fidanzato, nonché principe di Celebom-
-Le chiedo umilmente perdono, sua altezza; le farei un inchino, ma come può ben vedere sono un tantino indisposta al momento- risponde la ragazza, riprendendo la sua ironia e facendo infuriare di più Linfa, ma prima che lei possa risponderle a tono, sentiamo un rumore alle nostre spalle: tutte le guardie sono accasciate a terra e i due prigionieri sono liberi; sto per contrattaccare ma l'ex-prigioniera dai capelli bianchi mi anticipa con un vortice d'aria che mi manda a sbattere contro una quercia, subito seguito da Linfa.
L'unico prigioniero maschio si avvicina alla bionda e la libera dalle corde
-Tutto bene?- le domanda informale, che strano dalla divisa si capisce che è una guardia e non dovrebbe rivolgersi in quel modo alle sue "protette".
Lei annuisce e il ragazzo allora di volta verso di me con in mano un bastone raccolto da terra, ma subito viene fermato dalla voce della bella bionda.
-Aspetta, non fargli del male, Thomas: lui è il principe di Celebom- per la prima volta nella mia vita dire di essere il principe, mi ha salvato la pelle.
Dopo qualche minuto di ricerche, la biondina tira fuori da uno zaino una pomata per medicarmi i lividi e graffi sulla schiena provocati dallo sbattere contro l'albero; Linfa, per sfortuna, non si è fatta niente e invece di fare la brava continua a scalciare e ad urlare così viene legata fino a sembrare un salame.
-Principe, io sono la principessa Alisea dell'isola Cùthalion- dichiara la ragazza dai capelli bianchi; poi indica l'amica che mi sta medicando -E lei è la principessa Cassidy, l'erede dello Spirito-
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Riflesso nei suoi Occhi
FantasyI giorni si susseguono all'infinito, sono sempre diversi e allo stesso tempo sono tutti uguali. Per la giovane Cassandra ogni successivo giorno era uguale a quello precedente: era come caduta in un circolo vizioso, senza fine. Cassidy, dall'età di s...