<<Open your eyes..>> sentivo queste parole da tanto, ma non capivo da dove provenissero.
Boccheggiai in cerca di parole che ancora non uscivano.
Una luce alla fine del buio, Jonathan che mi parlava e io che non rispondevo.
Ora Jon era sparito e al suo posto c'era una figura senza volto, tutta scura e non capivo cosa stesse accadendo.
Io che correvo in un posto senza luce, urlavo il nome di Jon, chiedevo aiuto, piangevo, ma ancora nessuna risposta.
Di colpo aprì gli occhi e mi ritrovai in una camera bianca, sdraiata in un lettino di un ospedale in preda al panico.
<<Clara, porca troia! Calmati, era solo un incubo e io sono qui!>> Jon mi abbracciò e mi sentì una tale stupida.
Quando avrei smesso di fare incubi? Forse mai.
<<Ehi, sono qua, guardami.>> era stanco, stanco di tutto questo e la colpa era solo mia.
<<Perché sei rimasto?>> lo vidi sgranare gli occhi e serrare la mascella.
<<Perché non te ne sei semplicemente andato?>> e le lacrime continuarono a bagnarmi le guance.
<<Perché io non sono come te.
Io non scappo dai problemi, li affronto.>><<Ti sei visto? Hai visto quanto sei stanco? Stanco di tutto questo?>>
<<Ho fatto una promessa e intendo mantenerla.>>
<<Se resti, ti distruggerò fino alla fine con i miei casini, Jon.>> lacrime amare scendevano sulle mie guance e io volevo che tutto smettesse.
<<Distuggimi. Distruggimi fino alla fine, portami con te all'inferno, fammi sentire il tuo dolore, ma non lasciarmi da solo.>>
<<Non ti porterò con me all'inferno, scordatelo.>>
<<Non hai capito che se te ne vai tu, tutto il resto non ha più senso?>> era arrabbiato, frustrato, stanco.
<<Sono solo una ragazzina stupida, non puoi decidere di mettere fine alla tua vita per me.>>
<<Dimmi che non lo hai detto davvero, dimmelo.>>
Non risposi e iniziò a tirarsi i capelli.
<<Davvero non capisci che l'unica che sta buttando via la propria vita sei tu? Sei tu che ti sei arresa, che non aspetti altro che morire, non io.
Sto cercando di farti aprire gli occhi, di starti vicino, di aiutarti, ma tu proprio non capisci e io non so più che fare.>>Prese la sua giacca e uscì dalla stanza, lasciandomi da sola con i sensi di colpa.
Era davvero così? Mi ero davvero arresa? Ero pronta a morire? Pronta a lasciare tutto? Lo ero davvero? E' questa la fine?
E con queste domande mi addormentai, sicura che avrei trovato le risposte.
Al mio risveglio non trovai nessuno, solo il dottore che mi stava dicendo qualcosa.
<<Puoi uscire e ritornare a casa, tuo fratello è qui fuori che ti aspetta.>> disse sorridendo lievemente.
<<E l'altro ragazzo dov'è?>>
<<E' andato via ieri e non è più tornato.>> un rumore forte si udì dentro di me, come se un vaso fosse andato in mille pezzi e tutto fosse rovinato.
Lo ringraziai ed uscì, trovando Max che mi sorrideva.
Non disse nulla e gliene fui grata.
Arrivati a casa salì le scale ed andai in camera.
Quando aprì la porta, trovai l'ultima persona che volevo vedere.
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Memories
Short StoryClara, una 17enne rovinata dalle sue stesse memorie. Non ha paura della morte, nulla la spaventa. Lei, così apatica e piccola ma allo stesso tempo così forte. Una malattia la porterà a cambiare idee, passioni e sentimenti. Deciderà di salvarsi o si...