CAPITOLO 18: Jessica.

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Come può una bambina voler morire?

<<Perchè vorresti morire?>>

Le asciugai le piccole lacrime che stavano bagnando il suo candido viso..

Non rispose e allungò le braccia come per dire "prendimi in braccio."

Impacciata com'ero, ci misi 10 minuti per prenderla in braccio e portarla sulla panchina.

Si strinse a me e iniziò a farfugliare qualche parola.

<<Come ti chiami?>> mi chiese con la sua piccola voce.

<<Clara, tu?>>

<<Jessica.>> le sorrisi e lei ricambiò, iniziando ad accarezzarmi le guance.

<<Perché sei così bianca?>> non sapevo che dirle, non lo sapevo neanche io.

<<E' la mia carnagione.>>

<<Ma non è vero. Sei troppo bianca. Anche tu ti fai male?>>

<<Come?>>

<<Ti lasci cicatrici sulle braccia?>>

<<Come sai queste cose?>>

<<Mia sorella è morta qualche giorno fa e sono riuscita a vedere le sue braccia, ma mio fratello mi ha portata subito via.>>

<<Chi è tuo fratello?>> la vidi tremare e si riparò tra le mie braccia.

<<Jessica? Che ci fai qua?>> mi girai verso quella voce e trovai Jared.

<<Jar, avevo paura! Mi hai lasciata a casa da sola e ho sentito la voce di Jamie, ma è impossibile perché lei è morta.>>

Vidi Jared abbracciarla e sussurrarle delle paroli dolci e calme.

Li lasciai un po' da soli e trovai una panchina più distante, dove mi accomodai e iniziai a riflettere.

Quella povera bambina è la sorella di Jared, e sta soffrendo come non dovrebbe soffrire.

Ha provato dolore solo parlando della sorella e nei suoi occhi ho visto la tristezza.

Perché io non sono stato così alla morte di mia madre e di mio zio? Perché non ho sentito un minimo di dispiacere? Non me lo so spiegare, e vorrei tanto ricevere delle risposte.

A volte mi perdo nei miei pensieri e mi allontano da tutto quello che mi circonda.

Ogni giorno vedo persone felici, sorridenti, belle, circondate da amici e amiche, e poi ci sono io che non so nemmeno chi sono.

Combattere, l'unica cosa che mi sentivo di dire.

Combattere per cosa? Per quale motivo? Nessuno.

E così, mi annullai.

<<Clara!>> la voce di Jessica mi portò alla realtà.

Mi girai verso di lei e notai che stava sorridendo.

La raggiunsi e mi abbracciò, e solo in quel momento notai la somiglianza con Jared.

<<Clara, tieni.>> Jared mi consegnò il mio telefono e il suo volto esprimeva tristezza e stanchezza.

Non aprì bocca e Jessica mi chiese di essere presa di nuovo in braccio.

Così feci e ci incamminammo verso la loro casa.

<<Sai che hai dei bei occhi grigi? Sembrano luccicanti e luccicano.>> lo guardai e sentì una fitta al cuore.

*flashback*

<<Mamma, mamma!>> la chiamai, ma nessuna risposta.

La chiamai di nuovo e questa volta rispose.

<<Clara, che c'è?>> le andai vicino e la guardai negli occhi.

<<Di che colore sono i miei occhi?>> il suo volto diventò cupo, quasi triste e a stento sentì la sua risposta.

<<Di un colore morto, come quelli di Max.>>

<<Max? Chi è Max?>>

<<Nessuno, piccola, nessuno.>>

*fine flashback*

Lei voleva Max, non me.

Un'altra fitta al cuore e Jessica notò il mio volto pensieroso.

Ciao a tutti!
Eccomi con un altro capitolo.
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