Capitolo undici

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POV MEL
Apro gli occhi, mi fa malissimo la testa e ancora non riesco a capire cosa mi è successo.
Probabilmente ha avuto un calo di zuccheri e ora mi trovo nella mia stanza perché Stash mi avrà portata a casa, mi succede spesso.
Apro leggermente gli occhi pensando di trovarmi la luce puntata addosso, invece no.
Non vedo luce, ma buio.
Mi spavento così apro gli occhi di colpo e non sono nella mia stanza.
Faccio per sistemarmi i capelli con la mano ma mi accorgo di essere legata.
Mi giro di scatto, vicino a me c'è Stash, siamo legati con una corda ad un "palo", abbandonati in questo posto buio e orrendo.
-s-Stash..- dico con la voce sottile e impaurita
-amore..-
-cos'é successo?- chiedo
-non lo so, so solo che qualcuno ci sta tenendo imprigionati qui dentro.-
-chissà chi sarà mai- dico
-senti dobbiamo slegarci perché odio stare seduto per più di dieci minuti-
-e io odio stare legata ad un palo, al buio e al freddo.-
-fumi?-
-Stash ti sembrano domande da fare in questo momento?- chiedo urlando quasi
-rispondimi-
-si..ma non è importante ora-
-e invece si, hai qui l'accendino?-
-aaaah vuoi bruciare la corda vero? Comunque si ma come faccio a prenderlo?-
-ci alziamo e lo prendo io tanto con la mano riesco a toccarti il culo-
É stato difficile ma ce l'abbiamo fatta, almeno adesso siamo "liberi" e non più legati a quel palo.
Mi siedo in un angolo, tenendomi le ginocchia, quando ho paura e freddo tendo sempre a rannicchiarmi il più possibile, come se diventassi più piccola e indifesa.
Stash invece continua a camminare, non c'è niente in questa stanza solo un palo, una corda , due sedie di legno antico e una porta chiusa.
-hai paura piccola?- mi chiede abbassandosi davanti a me, io annuisco con gli occhi lucidi.
-dai, passerà tutto- mi dice e poi mi abbraccia.
-non lasciarmi ti prego- si siede vicino a me e mi tiene fra le sue braccia.
Mi sento al sicuro anche se non lo siamo per niente.
Non abbiamo cellullari, non abbiamo niente con noi se non un accendino e un pacchetto di sigarette.
Appoggio la mia testa sulla sua spalla e mi scende qualche lacrima senza controllare la situazione.
-Mel non piangere, ci sono qui io e tutto andrà bene-
-perché non ci lascia stare? Perché mi vuole vedere così? Io non gli ho mai fatto nulla-
-lo so Mel, lo so.-

Il tempo passa ma noi restiamo qui. Ho davvero tanta paura perché più passa il tempo più realizzo di essere chiusa qui dentro senza niente.
Ho solo Stash con me, che già è tanto, però siamo a rischio, che ne sarà di noi?
Cosa vogliono farci?
Perché siamo qui?
Ho troppe domande a cui non posso rispondere e questo mi spaventa un casino.
Un'altra cosa che mi spaventa é vedere Stash nervoso e impaurito. Lui è sempre stato forte e coraggioso ma adesso no, questo significa che siamo davvero in una brutta situazione ma non me lo vuole dire per non farmi stare peggio.
Il problema è che io l'ho capito e quindi sto già peggio.
É vero che le cose belle devi lottare per averle e lottare ancora di più per tenerle ma non così tanto.
Se per stare con Stash devo mettere a rischio la mia vita ogni fottuto giorno, come posso essere felice?
Però non posso lasciarlo perché anche tra mille persone io continuerei a scegliere lui, anche tra quarant'anni io andrei ancora da lui perché è lì che c'è il mio cuore.
Innamorarmi di lui è stata una cosa inaspettata ma è stata la cosa più bella di tutta la mia vita e io non voglio arrendermi, voglio combattere, voglio tenermi per me le mie cose anche a costo di rischiare la mia vita, anche a costo di mettermi in pericolo.

Mi alzo dalla spalla di Stash quando sento dei passi in lontananza.
Mi sto cagando addosso così mi stringo a Stash sempre di più.
-tranquilla- mi dice ma come puoi tranquillizzare una persona quando sei il primo ad essere spaventato da tutto questo?
Non devo piangere, devo essere forte e tirare fuori le palle cazzo proprio come quando avevo sedici anni.
A quell'età andavo contro a tutti, sono stata anche sospesa a scuola perché ho insultato il preside, ero ribelle e con le palle perché non avevo paura di niente e di nessuno.
Perché adesso sono diventata così debole e timida?
Perché ho paura anche della mia ombra?
I passi si fanno sempre più vicino e io continuo a deglutire per non pensare a quello che sta per succedere.
Stash non parla, continua a fissare quella dannata porta. Io anche e penso a chi sta arrivando, a cosa sta succedendo.
Ormai i passi sono vicini, li posso sentire chiaramente. Poco dopo non li sento più, si è fermato qualcuno davanti alla nostra porta.
Due secondi dopo la porta di apre di colpo ed entra un uomo alto, vestito di nero ma non riesco a vederlo in faccia perché c'è buio ed è lontano da noi.
Inizia a camminare verso di noi, indossa degli stivali neri che fanno abbastanza rumore, sono nervosa e vorrei piangere ma non lo faccio.
Viene proprio davanti a noi, adesso lo vedo benissimo, Claudio!

-Eccoli, come siete carini insieme- dice con una voce sarcastica
-cosa vuoi da noi Claudio?-
-tu puoi andare Stash, sei libero!-
-lei viene con me- dice prendendomi per un braccio
-no no no no. Ti sei dimenticato per caso? Il nostro patto..-
-Claudio lei è troppo importante per me, ho dovuto farlo, io..-
-non me ne frega un cazzo di cos'é lei per te. So solo che il patto era stare separati invece gli hai raccontato tutto brutto bastardo e adesso ne pagherai le conseguenze- dice guardandomi e facendomi uno stano sorriso inquietante
-tu non devi neanche sfiorarla-
-sfiorarla sarà solo l'inizio cucciolo. Ti lascio un'ora per salutarla, quando torno tu verrai con noi e lei resterà con me. Se non la capite con le buone userò i miei modi-
Dice facendo una risata isterica poi esce sbattendo la porta e chiudendola di nuovo a chiave.
Io scoppio a piangere e Stash mi abbraccia.
Cosa facciamo adesso?
Niente, perché è veramente finita.

Ciao belle, allora cosa ne pensate di questo capitolo?
É finita, cosa ne sarà di Mel?
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Anchor⚓️ (sequel of "in an instant")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora