Prime volte.

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Quella sera faceva parecchio freddo, anche se era appena il 30 di Aprile.
Per le strade non si vedeva anima viva, comprensibile dato che era lunedì e che sicuramente quella decina di persone che erano uscite erano tutte rinchiuse in qualche pub di basso rango a ubriacarsi.

Pensandoci bene, era un bene che non ci fosse nessuno, la tranquillità e la quiete che c'era in quel momento era indescrivibile.

Dean e Alessandro erano seduti su un muretto in una strada poco frequentata in generale, oggi proprio deserta.

Era un posto carino, il muretto era abbastanza ampio sia in lunghezza che in larghezza e subito dietro c'era un grande albero di pino a cui entrambi erano appoggiati.

Le stelle quella sera erano meravigliose.

Molte parti di quella strada erano totalmente in ombra, loro erano seduti in una di quelle.

Da sotto il pino si intravedevano scorci di cielo, che come un manto li avvolgeva nella più completa oscurità, fatta eccezzione per i diamanti splendenti quali erano le stelle.

C'era la luna piena, a guardarla da lì sembrava enorme, chissà quanti bambini avevano provato ad afferrarla.

Dean guardava il cielo come se non l'avesse mai visto, e in parte era così.

Abitava in una caotica città quando viveva in America, e le strade erano talmente illuminate dai lampioni e dalle vetrate dei negozi da oscurare le stelle.

Ogni volta che ne vedeva una, quelle poche volte che succedeva, restava sempre inconfutabilmente deluso dal vederla muoversi.

Aerei.

Maledetti.

«Ti piacciono le stelle?» Alessandro aveva notato quanto l'altro fosse incantato a guardarle, quella miriade di stelle conferivano a quegl'occhi neri come la notte un brilluccichio meraviglioso.
Vedeva le stelle dentro quegl'occhi, quegl'occhi così profondi dove affogava ogni mattina appena sveglio.
Adorava i suoi occhi, i suoi grandi occhioni da cucciolo a cui non riusciva a smettere di pensare.

«Non ne ho mai viste così tante.» Dean sorrise, rimanendo con lo sguardo su quel manto tempestato di gemme.

Restarono lì a contemplarle, in silenzio, in un silenzio mai imbarazzante, un silenzio rilassante, dolce, che li avvolgeva come il buio che li circondava.

«Una sigaretta qui ci starebbe troppo bene.» fu Alessandro a rompere il ghiaccio, dopo minuti infiniti a guardare le stelle.

Dean fece per prendere il pacchetto dalla tasca ma Alessandro lo fermò.

«Stasera offro io.»
Prese dalla tasca dei jeans strappati tabacco, cartine e filtrini.

«Vuoi provare a farne uno?»
Dean annuì mettendosì con la schiena dritta.
Prese una cartina e ci mise un po' di tabacco, tenendo il filtrino con la bocca.

Cominciò a rollarlo per poi metterci il filtrino e continuare.

«Sai in realtà ne ho fatto uno una volta ma al momento di leccarlo l'ho inondato di saliva»
Si mise a ridere e Alessandro lo seguì a ruota, mentre Dean aveva finito e stava per chiuderla.

«Aspetta»
Alessandro gli prese i polsi e si portò il drum alla bocca, inumidendo la colla con la saliva e leccando di proposito il pollice di Dean, guardandolo con malizia.
Si allontanò sempre con un sorriso malizioso, fissandolo negl'occhi.

Dean prese le sembianze di un peperoncino con le gambe e con mani tremanti chiuse la sigaretta.

Nel frattempo alla velocità della luce Alessandro ne aveva fatta un altra e stava per accendersela.

Bacio tra i petali di ciliegio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora