Hanna.

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[Tutti i dialoghi sono in inglese]

Tutti e tre avevano espressioni fredde, serie, la tensione era fin troppo palpabile nell'aria.

Alessandro si era fatto da parte per permettere ai due di guardarsi in faccia, Dean si era messo una maglietta a caso e fissava sua madre da più di cinque minuti ormai.

Si fissavano intensamente negl'occhi, immobili, senza sviare lo sguardo per nessun motivo al mondo, come se farlo significasse arrendersi a quella gara di sguardi.

Alessandro guardava prima uno e poi l'altra, chiedendosi il motivo di tutta questa tensione.

La prima a parlare fu la madre di Dean che, dopo aver preso un intenso respiro, proferì due parole che lasciarono di stucco Alessandro, mentre Dean si accigliò vistosamente.

«Ciao, tesoro»

Dean rispose a questo saluto sbuffando.

«Hanna.»
Alessandro era confuso, non la chiamava "mamma"?

«Non mi chiami nemmeno più mamma, adesso?»

Hanna sfoderò un sorriso sghembo, avvicinandosi molto lentamente a suo figlio.

«Sei solo una stupida imitazione mal riuscita di una madre, chiamarti mamma sarebbe un insulto alle madri vere.»

Dean ricambiò quel sorriso sghembo, si stavano dannatamente provocando, Alessandro non poteva fare a meno di notare comunque quanto si somigliassero.

Gli fece scivolare le braccia intorno al collo, abbracciandolo con fare dolce.

Dean era comunque fermo, non la stava ricambiando, le sue braccia erano lasciate penzolare lungo i fianchi, la testa girata dalla parte opposta, come se non volesse sentirne il profumo.

«Abbraccia la tua mamma, frocetto»

Questa frase a Dean non fece effetto per niente, c'era abituato, non se lo sentiva dire spesso da lei, ma da altri sì, e per lui sua madre non aveva nessun rilievo, era solo un ignorante omofoba come tutti.

Alessandro ascoltava e ad ogni frase voleva picchiare quella donna, sempre di più.

«Dovrebbe farti schifo abbracciare un frocio, no?
L'hai detto che ti facevo schifo, ricordi? »

Hanna si staccò dall'abbraccio.

Mantenne sempre quel sorriso provocatorio, quell'espressione di sfida.

«Dimmi tesoro, chi è questo bel rosso?» proferì girandosi verso Alessandro.

« Il mio ragazzo, Hanna.» Dean si spostó andando a poggiare una mano sulla spalla di Alessandro, che in quel momento si sentiva più un oggetto che altro.

«Prepara le valige tesoro, la tua calda vecchia casa ti aspetta, c'è anche un certo Sebastian che ti aspetta.»

Hanna si era lentamente avvicinata alla porta e la stava per aprire, quando Dean la girò fino a sbatterla alla porta.

«Che ne sai tu di Sebastian.»
La voce di Dean era carica di rabbia, proprio come le sua espressione, mentre teneva la madre schiacciata contro la porta.

Chi era questo Sebastian? Alessandro continuava a non capirci un cazzo.

Hanna si mise a ridere, una risata a dir poco isterica, mentre guardava suo figlio negl'occhi.

«Vattene. Hanna. Vattene e non tornare mai più. Ho già ricominciato a vivere.»

«Vengo a prenderti domattina, non vorrai deludere il tuo Seb.»

Lasciò andare sua madre e lei si affrettò ad uscire, mentre copiose lacrime scendevano sulle guance di Dean.

Alessandro si avvicinò poggiando una mano sulla sua schiena, e Dean si girò abbracciandolo, bagnando la sua spalla di calde lacrime salate.

Angolo Autorah.

Volevo comunicarvi che da questo sabato in poi non aggiornerò più regolarmente, dato che non ho tempo e gli ultimi due capitoli sono malscritti e troppo corti.

Vedrò di aggiornare ogni volta possibile, ma una volta a settimana davvero non ce la faccio.

Non prendetevela con me, prendetevela con la scuola, con la febbre e con la professoressa di disegno geomentrico.

Non è un periodo felicissimo per me e quindi boh, grazie se mi perdonate, ciao ciao se smettete di seguirmi

See you non so quando!

OuO

Bacio tra i petali di ciliegio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora