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Poco dopo decidiamo di intraprendere un tour visivo dell'edificio.
Armate di pazienza ed energia proseguiamo con relativa lentezza, metro dopo metro, trattenendo a stento esclamazioni del tipo: "per la miseria!" o "che meraviglia" o "che sballo!"...

Ci sentiamo veramente in una reggia...In un'epoca lontana...
E immaginiamo di essere tre principesse con i nostri voluminosi abiti di broccato, che altezzose avanziamo tra i nostri sudditi.

Ridiamo di noi stesse...
Ci sentiamo ancora delle acerbe fanciulle sognanti in attesa del loro principe azzurro...
Addio l'età adulta, la società del consumismo, la globalizzazione, il buco dell'ozono, la fame nel mondo o la solitudine dei sensi...
Ci sentiamo libere...Anche se per pochi istanti...

Sono le 17.
L'edificio sta per svuotarsi...Le lezioni del primo giorno stanno per terminare...
Ma ogni tanto ci capita di imbatterci in altri studenti...
Ed il nostro scenario immaginario, i nostri abiti e le nostre acconciature settecentesche spariscono, ma le risate aumentano, e spesso ci becchiamo qualche occhiataccia...

Ad un certo punto...
Una melodia...
Soave, delicata...
Mi fa venire le lacrime agli occhi...
Credo di conoscerla, ma mi è impossibile comprendere il perché...

Continuiamo a camminare...
Rapite...
Ci guardiamo negli occhi...
Tutte e tre in ascolto.
Il mio cuore sta scalpitando...
Provo dolore...
Mi avvicino sempre di più, alla ricerca della fonte di quella melodia...

-Ma da dove proverrà mai? - sussurra Elizabeth, quasi a non voler rovinare la sacralità del momento.
Claire fa spallucce.
Io, come un automa, cammino.

Arrivo alla fine del corridoio.
Le ragazze mi seguono a pochi metri di distanza...
Svolto alla mia destra...
Percorriamo tutto il corridoio...
Poi sinistra...

Eccola...
La melodia si fa più forte.
Cambia tonalità.
Diventa più aggressiva.
Più veloce.
Incalzante.
Mi perfora i timpani e il petto.
Una sensazione di vuoto mi assale...

Svolto a sinistra.
Più forte.
Un richiamo.
Non resisto più.
Una lacrima corre sulla mia guancia destra.

Una sala.
Enorme.
Bianca.
Sono in paradiso?

Le portefinestre spalancate.
Tende danzanti a ritmo di musica.
Il vento mi colpisce.
Piede destro davanti al sinistro.
Piede sinistro davanti al destro.
Cammino.
Mi avvicino.
Un pianoforte a coda nero al centro.

Capelli.
Biondo scuro.
Selvaggi.
Indomati.
Accarezzano spalle possenti.
La melodia è un urlo di dolore.
Proviene da...
...Un ragazzo.
Non vedo il suo viso.

Ma lo so già.

È.
Lui.

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