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-Cosaaaa???
-Ma eri davvero convinta che non avremmo neanche minimamente lottato per un party del genere?- mi urla Claire nell'orecchio, tentando di sovrastare la musica.

Siamo entrate lì dentro da solo 10 minuti e già vorrei urlare.
I miei timpani minacciano di scoppiare e la consapevolezza di essere stata trascinata "a forza" in quella bolgia di techno assordante, fumi di dubbia legalità, bicchieri dagli oscuri contenuti e sudore mi risulta più dolorosa di uno schiaffo.

Sono un po' infastidita...
Essere messa alle strette e non poter prendere una mia decisione...? Lo odio .

La festa di benvenuto organizzata dall'università per le matricole era stata piuttosto noiosa...
Decisamente cliché... e impopolare.
Nessuno sembrava voler davvero partecipare...
E ora capisco...
Rivedo gli stessi volti qui.

-Ragazze! Siete delle egoiste! - grido io. A metà ironica.
Loro ridacchiano.
-Un giorno probabilmente ci ringrazierai, India.

Dubito che lo farò...
Mi sento estremamente fuori posto...
Un numero... Insignificante...
Solo un corpo forse troppo coperto rispetto a tutti quei centimetri di pelle in bella vista, bramati da occhi famelici di povere anime in cerca d'amore.

Muoio di sete, ma al tavolo del buffet c'è tutto tranne che semplice acqua.
Le mie amiche mi invitano in pista, le seguo, giusto per non essere ancora una volta la rompiscatole della situazione, ma dopo un po' il fumo mi annebbia la vista e un mal di testa lancinante mi appesantisce gli occhi.

-Ragazze, vado a prendere una boccata d'aria fuori. Torno tra un secondo.
Claire ed Elizabeth annuiscono.
Si stanno divertendo davvero.
Lo percepisco dalla loro allegria e dalla loro vivacità nel seguire il ritmo di quella strana musica assordante.
Le invidio un po'.
Io non sono mai riuscita a divertirmi in occasioni simili.
Incapace come sono di mettere a tacere le mie riflessioni esistenziali.

Raccolgo il morbido strascico del mio vestito in pizzo e spingo il maniglione anti-panico verso l'esterno.
Una fresca brezza notturna mi investe il viso, la mia frangia vola all'indietro.
Tento invano di sistemarla.

Chiudo gli occhi ed assaporo questo momento.
La flebile luce lunare stuzzica le mie palpebre socchiuse.
Le stelle mi osservano e sembrano chiedersi cosa io ci faccia lì fuori come un'asociale.
Non ho alcuna intenzione di rientrare.
Piego le ginocchia e mi siedo per terra.

La musica rimbomba all'interno del campus dei ragazzi.
È vero, lo ammetto, nonostante l'oscurità del salone, mi è capitato di fissare lo sguardo su un paio di tizi piuttosto carini, ma solo per scoprire secondi dopo che erano già in compagnia...
Carnose labbra laccate di rosso ipnotizzavano, e lunghi capelli setosi incorniciavano occhi ammaliatori.
Non potevo competere con quelle femmes fatales.
Io con il mio caschetto castano scuro ed i miei occhi un po' asiatici e la mia ancora celata femminilità, non andavo in giro a spezzare cuori.
Ancora invano tento di riaggiustare il mio.
Ridotto in mille pezzi, vuoto, senza amore, e lugubre come me.

--------------

Uno schiocco mi distoglie dai miei pensieri.
Mi rendo conto di aver perso il filo logico di essi...Mi capita spesso ultimamente. Le mie riflessioni diventano incomprensibili persino per me.
Mi giro.
A destra e sinistra.
Mi rigiro.
Guardo intorno.
Cos'era?

Puzza di nicotina.
Ah già.
Qualcuno sarà uscito fuori a fumare.
E a distruggere la mia tranquillità.
Passi.
Alle mie spalle.

-Anche tu ti senti meno a disagio qui al cospetto dell'universo piuttosto che lì in pasto ai leoni?

Una voce calda e sensuale nutre le mie orecchie.
Mi volto.
Un colpo al cuore.
Il sangue non arriva al cervello.
I battiti si fermano.
Le orecchie iniziano a fischiare.
Curioso come il tempo in alcuni momenti della vita sembri fermarsi solo per alcuni di noi, mentre tutto  il resto scorre.
Noto le falene che continuano a sbattere le loro ali tutto intorno, e le formiche ai miei piedi che  continuano a camminare in cerca di cibo, ritagliandosi un piccolo regno di improbabile comprensione a noi maldestri giganti umani.
In controluce seguo io lento movimento delle ciglia dei miei occhi che prima si abbassano e poi altrettanto lentamente si rialzano.

Nel mondo al di fuori del mio cervello e della sua difficoltà di processare troppe informazioni contemporaneamente, sarà trascorso un secondo.

Lui accenna un sorriso.
-Immagino di sì -dice.
Abbassa lo sguardo.
-Sembra comodo laggiù, - indica la porzione di freddo pavimento accanto a me- posso verificare di persona?

Gli sembrerò muta, affetta da un qualche deficit mentale o probabilmente straniera, perché sono consapevole di come lo sto guardando.
Come se non capissi una parola di ciò che dice.
-Certo... - mi risveglio dal torpore.
-Allora ce l'hai una voce. - una leggera risata grave fuoriesce da delle labbra rosee, da dio greco.

Si abbassa e poi prende posto accanto a me.
Rivolge lo sguardo al cielo ed alle sue stelle.
I suoi capelli biondo scuro, sfuggono dalla coda in cui suppongo fossero raccolti precedentemente e gli toccano dolcemente il viso.
Ed io mi ritrovo a riflettere su quanto possano essere morbidi.

Si volta e punta i suoi occhi nei miei.
Distolgo velocemente lo sguardo, ma non prima di essere naufragata in quel pezzo di oceano incastonato sotto lunghe ciglia bionde.

-Scusa, che sbadato, non mi sono neanche presentato. - allunga la mano.
Io, timidamente, allungo la mia.
-Il mio nome è Dimitri.
Chiamo tutte le mie forze a raccolta, per non lasciar trasparire il lieve brivido che mi percorre la pancia al suo tocco.
-Io mi chiamo...

-INDIAA! - annullo qualunque forma di contatto con Dimitri, e percepisco il mio corpo allontanarsi e mettersi in guardia. Come se colta in flagrante a fare qualcosa di assolutamente immorale.
-Ecco dov'eri! Credevamo ti fossi sentita male. - esclama Claire. -Ti abbiamo cercata dappertutto.

Avevo mai accennato al tempismo di Claire ?!

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